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Foggia, ben 110 testimoni per il tentato omicidio del costruttore Frataianni

 
Redazione Foggia

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Foggia, ben 110 testimoni per il tentato omicidio del costruttore Frataianni

Alla sbarra il clan Francavilla. La difesa si oppone anche alla costituzione di parte civile dell’imprenditore presente all’udienza in vidocollegamento da Bologna

Mercoledì 03 Maggio 2023, 09:53

FOGGIA - La difesa si oppone alla richiesta di costituzione di parte civile del costruttore Antonio Fratianni; e rinnova la richiesta di giudizio abbreviato condizionato all’interrogatorio di soli 4 testimoni, a fronte dei circa 110 indicati nelle liste di pm e difesa. Così la prima udienza del processo al capo clan Emiliano Francavilla e ai 5 coimputati (il genero Giovanni Consalvo; Mario e Antonio, padre e figlio; Giuseppe Sonnino e Michele Ragno) detenuti in carcere dal 22 luglio 2022, accusati del tentato omicidio premeditato e aggravato dalla mafiosità di Fratianni, sventato dalla squadra mobile la sera del 26 giugno di un anno fa: doveva essere ucciso, dice l’accusa, per aver cercato di uccidere a marzo 2022 il boss Antonello Francavilla (fratello maggiore di Emiliano e come lui al vertice del gruppo Sinesi/Francavilla) e il figlio minorenne; e per non aver restituito ingenti somme di denaro ricevute dal clan per reinvestirle.

I giudici del Tribunale di Foggia (presidente Gallipoli, a latere Mannini e Benigno) hanno rinviato l’udienza al 30 maggio quando scioglieranno le riserve su costituzione di parte civile e ammissione del giudizio abbreviato, alla quale anche il pm della Dda Bruna Manganelli ha dato parere favorevole. La difesa chiede di sentire 2 poliziotti che parteciparono alle indagini; un presunto spacciatore che sarebbe stato minacciato da Francavilla e Ragno (rispondono anche di tentata estorsione e spaccio) per rifornirsi di droga dal clan; e un testimone per riferire che Ragno il 26 giugno era fuori città.

Fratianni ha chiesto di costituirsi parte civile con l’avv. Francesco Ciacieri; il costruttore ha assistito all’udienza in videocollegamento dal carcere di Bologna dov’è detenuto: fu arrestato il 2 agosto su decreto della Dda di Roma per il duplice tentato omicidio di Antonello Francavilla e del figlio minorenne, feriti gravemente a colpi di pistola la mattina del 2 marzo 2022 nell’abitazione di Nettuno dove il boss era ai domiciliari per estorsione. L’avv. Claudio Caira, legale di Consalvo, s’è opposto alla richiesta di costituzione di parte civile perché Fratianni è imputato in reato collegato e alcune prove sono in comune nelle due inchieste. Secondo la Dda di Roma, Fratianni (si dice innocente e vittima di un tentativo di estorsione) voleva uccidere Antonello Francavilla per non restituirgli ingenti somme di denaro provento di affari illeciti ricevute due anni prima per reinvestirle per conto del clan mafioso. Proprio il presunto coinvolgimento di Fratianni nel duplice ferimento di Nettuno e la mancata restituzione dei soldi del clan sarebbero – sostiene la Direzione distrettuale antimafia di Bari nel processo iniziato ieri a Foggia - il doppio movente del tentato omicidio di cui rispondono i sei imputati che respingono le accuse: hanno assistito all’udienza in videocollegamento dalle carceri dove sono rinchiusi.

La richiesta di giudizio abbreviato condizionato fu avanzata dagli Paolo Ferragonio, Caira, Antonello Genua, Angelo Loizzi e Roberto Di Marzio e rigettata il 13 aprile dal giudice per le udienze preliminari di Bari che rinviò a giudizio i 6 imputati. Istanza rinnovata ieri al Tribunale a Foggia. L’alternativa è un processo molto lungo visti i 110 testi delle liste d’accusa e difesa (pur se molti sono in comune): 13 della Dda tra poliziotti, Fratianni e il pentito Carlo Verderosa; 32 di Ferragonio per i Lanza; 35 di Caira per Consalvo; una trentina di Loizzi e Di Marzio per Francavilla; 2 di Genua per Ragno. Tra i testi indicati nelle liste della difesa ci sono poliziotti, Fratianni e familiari; Antonello Francavilla e parenti; Domenico Solazzo, dipendente di Fratianni, testimone protetto dallo Stato che ha corroborato le accuse e rivelato il movente del progetto di morte: fu già interrogato in autunno con l’incidente probatorio per cui le sue dichiarazioni sono acquisite agli atti processuali. Con l’eventuale ammissione del rito abbreviato non sarà necessario interrogarli; verrebbero acquisite informativa della squadra mobile; intercettazioni che insieme alle dichiarazioni di Solazzo sono la prova principale; indagini difensive; consulenze foniche su rumori intercettati in un’auto che per la Polizia sono lo scarrellamento di una pistola mentre l’esperto della difesa lo esclude.

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