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Foggia, omicidio Scrocco: il nipote voleva vendicare lo zio. Le intercettazioni

 
Redazione Foggia

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Foggia, omicidio Scrocco:  il nipote voleva vendicare lo zio. Le intercettazioni

Alessandro Scrocco fu assassinato a Foggia la sera del 17 maggio 2022 mentre rientrava in carcere dove scontava in regime di semilibertà l’ultima parte della condanna a 15 anni per l’omicidio del vicino di casa Giuseppe Speranza. Il nipote Daniele Barbano giurò vendetta

Giovedì 13 Aprile 2023, 14:18

“Io a mio zio lo devo vendicare a tutti i costi, a costo che devo morire io dopo di lui”. Parola di mafioso. Così dal carcere di Saluzzo (in provincia di Cuneo) dov’era detenuto, Daniele Barbaro, foggiano di 32 anni, parlando al telefono con un amico e un familiare giurò vendetta all’indomani dell’omicidio dello zio Alessandro Scrocco, assassinato a 31 anni a Foggia la sera del 17 maggio 2022 mentre rientrava in carcere dove scontava in regime di semilibertà l’ultima parte della condanna a 15 anni per l’omicidio di Giuseppe Speranza, vicino di casa assassinato il 2 gennaio 2010 al rione Candelaro per un banale litigio avvenuto la notte di Capodanno durante i festeggiamenti.

Il… baby-mafioso Gli sfoghi, i propositi di vendetta, le disposizioni impartite dal carcere raccontano la rabbia di Barbaro, il primo (e per il momento unico) baby mafioso della “Società foggiana” con un passato di ragazzo terribile alle spalle e un futuro almeno a breve termine ancora dietro le sbarre. Classe ’91, Barbaro finì nel carcere minorile a 17 anni il 4 settembre 2008 perché dormiva con una pistola poggiata sul comodino: condannato per mafia quale affiliato al clan Sinesi/Francavilla per fatti del 2007 quando di anni ne aveva soltanto 16; assolto dopo la revisione del processo e una iniziale condanna a 11 anni dall’accusa di aver preso parte al tentato omicidio del boss rivale Vincenzo Antonio Pellegrino del 5 maggio 2007 che scatenò una guerra di mafia tra batterie rivali; con un cumulo pene di 15 anni anche per rapina, resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione e furto, Barbaro è stato scarcerato il 28 marzo scorso.

Due giorni dopo è stato riarrestato dalla squadra mobile e riportato in cella per una doppia imputazione di armi. Mentre era detenuto a Saluzzo, nel giugno 2022 avrebbe dato disposizioni alla fidanzata Vincenza Onorati di 30 anni e all’amica Concetta Delli Carri di 29 anni, compagna del defunto Alessandro Scrocco, di spostare un mitra custodito a casa della Delli Carri, ragion per cui il pm Rosa Pensa ha chiesto e ottenuto dal gip l’arresto dei tre foggiani per porto, detenzione illegale e ricettazione di una pistola-mitraglietta modello “Skorpion” calibro 7.65 e di 90 proiettili. Quando i poliziotti all’alba del 30 marzo hanno notificato l’ordinanza cautelare del gip a Barbaro che dopo la scarcerazione era andato a vivere in un appartamento di Trinitapoli, gli hanno trovato e sequestrato una pistola Walther PPK calibro 7.65, arrestandolo anche in flagranza.

Vendetta a tutti i costi – “Nel corso delle indagini è risultata esplicita la volontà dei familiari di Scrocco di vendicare il congiunto; in particolare Barbaro prometteva a garantiva il proprio intervento risolutore nel vendicare lo zio come emerge dalle intercettazioni” ha scritto il pm Pensa nella richiesta di arresto dei 3 foggiani accolta dal gip Marialuisa Bencivenga. Il primo pomeriggio del 18 maggio 2022 Barbaro esplicitò la sua sete di vendetta prima rispondendo dal carcere alla telefonata di un amico e tre ore dopo chiamando un familiare.

“Lo sai come la vedo io? Chi ha fatto ‘sto fatto, lo sapeva che io dovevo uscire perché lo sa tutta Foggia” le parole del mafioso parlando con l’amico con cui commenta l’agguato ad Alessandro Scrocco “perché per primo la famiglia mia ha la lingua lunga. La cosa che io me la sono presa, personale, è il fatto che sapevano che io dovevo uscire. Hai fatto ‘sto fatto? Non ti penso proprio, vabbu mi hai lanciato una sfida. Senza offendere a qualche pisciaturo che gli hanno ucciso il fratello, gli hanno ucciso il cugino, gli hanno ucciso il padre e non se lo sono saputi difendere. Io a mio zio lo devo vendicare a tutti i costi, a costo che devo morire io dopo di lui. Però la pace a lui glielo davo dare io”. L’amico lo mette sul chi va là: “Però devi essere lucido sempre con la testa, ricordati sempre queste parole e non ti far mai fregare dalle parti di casa”. Barbaro: “A chi acchiappo acchiappo, al sangue mio nessuno devo dire a me: a quello no, se no toccano a quell’altro. Devono morire tutti quanti, non mi interessa un c…”

Giuramento di sangue – Concetti ribaditi quando qualche ora fu lui a telefonare e parlare con due familiari. Barbaro: “Statevi tranquilli e non tenete pensieri, che quello che hanno fatto allo zio la devono pagare. Te lo giuro sulla vita tua, sopra a tutto quello che vuoi. L’unica cosa che mi sento di fottere è che ha regalato la vita sua, però purtroppo ormai è successo, Alessandro non torna più”. Parente: “Tu dici che sono quelli là?” (e si fa il soprannome di chi potrebbe aver deciso l’omicidio per vendetta). Barbaro: “Io già so tutto, vi dovete stare zitti, ve lo chiedo per piacere: statevi zitti e non parlate con nessuno. Il fatto di mio zio non glielo faccio passare, devono morire pure loro. Mi devo andare a fare altri 30 anni, non mi interessa niente ma devono morire. Te lo giuro: mi devo fare altri 30 anni di galera, ma loro devono morire. Devo andare fino nelle case loro, il giorno che mi fanno uscire a me, hanno acchiappato il guaio quelle persone là. Questo fatto non lo dovevano fare”.

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