Sabato 06 Settembre 2025 | 22:01

Foggia, si suicida detenuto quarantenne

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

carcere

Lo comunica il Sappe, sindacato autonomo di Polizia penitenziaria. Si tratta del «quinto suicidio dall’inizio dell’anno» nella struttura. Un altro detenuto si è tolto la vita tre mesi fa. «Offesa la dignità delle persone»

Lunedì 21 Novembre 2022, 15:39

19:16

BARI - La scorsa notte un 40enne, che questa mattina avrebbe dovuto presentarsi all’udienza di convalida dell’arresto per concorso in estorsione, si è impiccato in una cella del reparto accoglienza del carcere di Foggia. Lo comunica il segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Federico Pilagatti, evidenziando che si tratta del «quinto suicidio dall’inizio dell’anno» nella struttura. Un altro detenuto si è tolto la vita tre mesi fa.

«La cosa che ci lascia sgomenti - prosegue - è che questa mattina il 40enne, originario della Nigeria, doveva essere accompagnato in tribunale dove si sarebbe dovuta celebrare l’udienza di convalida e forse avrebbe potuto ottenere la libertà». «Fa ancora più male sapere che il detenuto - sottolinea Pilagatti - non sarebbe dovuto nemmeno entrare nel carcere di Foggia poiché, secondo la legge Severino vecchia di anni e mai rispettata, un arrestato deve essere portato in carcere dopo l'udienza di convalida, e non prima». «Da tempo - ricorda il segretario - il Sappe denuncia la necessità di chiudere la "sezione maledetta" poiché offende i diritti minimi di dignità delle persone che vengono rinchiusi in stanze fatiscenti, molte delle quali con il bagno a vista e senza alcuna privacy. Sappiamo che anche la direzione del carcere chiede la ristrutturazione del reparto ma inutilmente, poiché l'amministrazione penitenziaria si preoccupa solo di stipare più detenuti possibili, prevaricando i diritti umani». «A questo punto - conclude - nonostante le denunce del Sappe inerenti le gravissime responsabilità del Dap, nulla si muove e questa ulteriore vittima non fa altro che dichiarare l’ennesimo fallimento di uno Stato che si reputa civile». 

Due suicidi di detenuti «nel giro di poche ore». Allarmato per la situazione «gravissima» delle carceri, Il Sappe, sindacato autonomo della polizia penitenziaria si rivolge al ministro Nordio chiedendogli di mettere in campo " soluzioni». «La morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato, ma non si possono continuare a lasciare i poliziotti penitenziari da soli a fronteggiare o tentare di fronteggiare le costanti e continua criticità penitenziarie», avverte il segretario generale Donato Capece.
Il sindacato chiede dunque «un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Non servono indulti o amnistie: piuttosto più personale di Polizia Penitenziaria, più psicologi ed una politica di edilizia carceraria in grado di trovare soluzioni per una detenzione che sia più rispondente al dettato costituzionale sulla rieducazione della pena stessa». Fondamentali anche altri tre interventi: «più espulsioni di detenuti stranieri per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di provenienza, riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, potenziamento di misure alternative ed area penale esterna per i tossicodipendenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)