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Benvenuti a Foggia, dove bisogna fare le gimkane per evitare i fossi

 
Redazione Foggia

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Benvenuti a Foggia, dove bisogna fare le gimkane per evitare i fossi

Le crepe nell'asfalto di Foggia

Strade rifatte da pochi mesi che si sbriciolano, i controlli sui lavori sono inesistenti

Venerdì 18 Marzo 2022, 10:42

FOGGIA - Sia ben chiaro. La questione strada e marciapiedi è sempre stata una “debolezza” della città, ma in questi mesi la situazione complessiva sta peggiorando di giorno in giorno. Molte arterie sono diventate molto pericolose, siamo di fronte ad autentici percorsi di guerra, per non parlare della condizione dei marciapiedi. Un rosario di situazioni che, va aggiunto, rendono ancora più beffardo lo scenario visto che in numerose strade si è intervenuto per la manutenzione ma le stesse, a pochi mesi dagli interventi, sono oggi in condizioni disastrose: da via Lenotti a via Natola, da via Telesforo a via Nedo Nadi, ma anche strada rifatte di recente, come il tratto di viale Candelaro adiacente a parco San Felice, tra poco cederà totalmente soprattutto nella parte dove sono stati fatti i lavori per le condotte.

«Se si osservano le buche, o i rialzamenti di asfalto causati dalle radici dei pini, ci si rende conto che sotto i vari asfalti stesi uno sull’altro c’è solo brecciato e terra mista a sassi o ghiaia e per le strade fatte negli ultimi anni, e mai rifatte, sotto l’asfalto usurato c’è solo brecciato e nulla più. Così si scopre l’arcano motivo del cedimento delle strade: è il fondo stradale che cede. E cede per i più vari motivi, dall’usura dei materiali esposti alle normali intemperie che si sbriciolano scoprendo il fondo stesso, dai lavori di manutenzione delle condotte dei servizi urbani (acqua, fogna, luce e raramente gas) a cui seguono ripristini quantomeno approssimativi, da perdite o infiltrazioni d’acqua che intaccano la solidità e omogeneità del fondo stradale. E’ per questo che prima di pensare di “rifare l’asfalto” bisogna chiedersi se il fondo su cui si poggerà il nuovo manto stradale è in condizioni di reggere i normali 25 anni», spiega Giorgio Cislaghi, delegato ambiente delle Acli e spina nel fianco delle amministrazioni (di tutti i colori) a proposito delle manutenzioni stradali.

«Tutte le tecniche moderne di costruzione delle strade prevedono che il fondo stradale sia ben compattato e reso omogeneo per evitare cedimenti, reso adatto a sopportare i carichi dei mezzi in circolazione in particolar modo negli incroci dove la trazione delle ruote mette a dura prova l’asfalto e la sua tenuta. Per questi motivi è inutile, dispendioso e di breve durata, rifare il “tappetino d’usura” perché si può mettere il miglior asfalto ma se il fondo cede la buca si riforma pari pari», dice Cislaghi che aggiunge: «Il “suggerimento” che va dato ai Commissari Straordinari è di smettere di continuare a perseguire strade che non hanno dato risultati a fronte delle spese sostenute perché bisogna “cambiare strada” e non solo in senso figurato. Per riavere strade che durino nel tempo, 25 anni almeno, prima bisogna rimuovere i trent’anni di mal governo della città, ovvero tutti gli strati d’asfalto messi uno sull’altro, e poi verificare che il fondo stradale sia compatto ed esente da cedimenti intervenendo su tutte le criticità. Per evitare poi manomissioni del suolo stradale in sede di progettazione dei lavori sarebbe opportuno convocare un “tavolo tecnico” con i gestori delle linee dei servizi di acqua, fognatura, luce, reti dati, gas per permettere i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria onde evitare che nei mesi seguenti si debba rompere l’asfalto per riparare i guasti o, come abbiamo visto negli anni passati, fare o rifare alcune reti sotterranee comeè successo per le reti di AqP e fibra ottica. Solo dopo aver sistemato il fondo stradale, averlo stabilizzato con i dovuti materiali si può procedere alla stesura dei vari asfalti».

Infine un ultimo appunto va fatto e riguarda le strutture tecniche. Durante l’esecuzione dei lavori il responsabile unico del procedimento e Direttore dei Lavori devono vigilare affinché i lavori siano eseguiti a regola d’arte inviando anche ai laboratori i campioni di materiale prelevato, carotaggi sui lavori eseguiti compresi, per verificare che i materiali usati siano conformi e compattati adeguatamente. C’è infine da chiedersi se non sia meglio rifarle totalmente le strade invvece di ripararle: «possono costare il doppio ma avranno, se fatte bene, una durata di almeno vent’anni, cinque volte quello che durano oggi che vuol dire un netto risparmio nel tempo e minori costi per le generazioni future oltre a soldi risparmiati per traumi alle persone e auto da riparare», sottolinea Cislaghi.

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