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Foggia, «Investire sull'eolico non è più conveniente»

 
Massimo Levantaci

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Massimo Levantaci

parco eolico

Il presidente di Confindustria Giancarlo Dimauro: «Il collo di bottiglia di Terna blocca l'energia prodotta»

Domenica 13 Marzo 2022, 11:58

FOGGIA - «Si continuano ad ammassare nuovi impianti in Capitanata - dice Giancarlo Dimauro, presidente di Confindustria Foggia - in provincia di Foggia si potrebbe già passare alla rigenerazione delle pale eoliche attive già da diversi anni e in grande quantità. E invece si continuano ad autorizzare nuove distese. Non c’è una politica energetica univoca nel nostro paese, si va avanti con le rigenerazioni poi si torna indietro con i nuovi impianti: nessuno ci capisce più niente».

La preoccupazione di Dimauro, imprenditore delle energie rinnovabili, acquista consistenza dopo l’ultimo via libera da parte del consiglio dei ministri all'insediamento di nuovi quattro parchi eolici in Capitanata a Sant’Agata di Puglia, Troia, Castelluccio dei Sauri e infine nell’area Salice-La Paduletta fra Cerignola e Orta Nova per un totale di altri 263,2 megawatt di energia installata.

Paradossalmente tutto questo fiorire di nuovi impianti in Capitanata non è una buona notizia per le aziende: «Per portare a termine un investimento occorrono in media 8-10 anni, per produrre e mettere in rete l’energia prodotta bisogna superare il collo di bottiglia di Terna perché le reti sono ancora insufficienti per immagazzinare tutta l’energia verde. Oltretutto - aggiunge l’imprenditore sanseverese - fare un investimento di questo tipo comporta anticipazioni economiche rilevanti che non tutte le aziende, anche se parliamo di multinazionali, sono in grado di metter fuori per periodi così lunghi. Voglio precisare che non c’è incentivo da parte dello Stato se si investe fuori dalle aree industriali, ci sono già diverse multinazionali pronte ad andarsene». Nel frattempo i costi per l’energia aumentano, il prezzo della benzina ha superato i 2 euro a litro e la bolletta del gas rischia di travolgere i bilanci delle famiglie.

Cosa significa tutto questo per un imprenditore che si occupa di energia pulita?

«Significa che stiamo perdendo tempo, se non si interviene con un deciso cambio di rotta. Mi spiego: Confindustria ha presentato un dettagliato piano per incentivare la produzione di carburanti con l’agrovoltaico. Ci sono già le capacità tecnologiche per produrre benzina sintetica con idrogeno da fonte rinnovabile e anidride carbonica, significherebbe svincolarsi dai combustibili fossili e non essere sottoposti al ricatto della speculazione che non appena accade qualcosa nel mondo di significativo ritocca il prezzo al rialzo. Ma il governo continua a finanziare l’energia fossile, siamo sicuri che il piano è puntare sulla transizione energetica?».

Per impedire nuovi impianti in provincia di Foggia lei cosa suggerisce?

«Allo stato attuale il governo sta agendo in contrasto con i pareri espressi dagli enti locali, ma se questa situazione è stata possibile è difeso anche dalla Regione. Oggi ci si lamenta anche in altre aree del territorio pugliese, ma questa selva nasce proprio per mancanza di un controllo da parte dell’ente regionale. Sarà pur vero che le disposizioni normative non sono lineari e che finora si è dato campo libero all’energia rinnovabile in nome della transizione energetica, ma non prendiamocela solo con il governo anche la Regione ci ha messo del suo».

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