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Femminicidio Orta Nova: fermato tenta suicidio in carcere. La figlia della vittima: «Aiutateci a capire»

 
redazione online (foto Maizzi)

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redazione online (foto Maizzi)

Femminicidio Orta Nova: fermato tenta suicidio in carcere

L'uomo accusato di aver ucciso la bracciante 48enne Tiziana Gentile ha tentato di togliersi la vita

Venerdì 29 Gennaio 2021, 13:00

17:57

«La scorsa notte il mio assistito ha tentato il suicidio in cella. Poi è stato tratto in salvo da un agente di polizia penitenziaria». E’ quanto dichiara Michele Sodrio, legale difensore di Gerardo Tarantino, il 46enne bracciante agricolo fermato con l’accusa di aver ucciso martedì sera la 48enne Tiziana Gentile, con alcune coltellate al dorso e al collo, all’interno della sua abitazione ad Orta Nova, nel Foggiano. «Tarantino continua a dichiararsi innocente - aggiunge il legale - ed è ossessionato dal giudizio della gente su Facebook, chiede continuamente di riavere il suo cellulare».

Tarantino era stato bloccato sulle scalinate dell’abitazione della vittima dai carabinieri intervenuti dopo l’allarme dato da alcuni vicini che avevano udito le urla strazianti della donna.
«Sto preparando - sottolinea l’avvocato Sordio - una richiesta formale al carcere affinché venga disposta per Tarantino la sorveglianza a vista h24».
Il legale fa sapere, inoltre, che nell’udienza di convalida del fermo che si terrò domani «non mi opporrò alla richiesta di custodia in carcere né, al momento, ho intenzione di avanzare richieste perizie psichiatriche perché preferisco attendere gli sviluppi investigativi».

«Chiedo alla moglie del presunto assassino di mia madre di aiutarci: se sa qualcosa ci aiuti, ce lo dica». E’ l’appello lanciato da Francesca, la figlia 22enne di Tiziana Gentile, la donna di 48 anni di Orta Nova (Foggia) uccisa martedì sera a coltellate nella sua abitazione. Per il delitto è stato fermato Gerardo Tarantino, 46 anni, che domattina comparirà davanti al Gip del Tribunale di Foggia Domenico Zeno per l’udienza di convalida. Il presunto assassino la scorsa notte ha tentato - così come riferito dal suo legale, l'avvocato Michele Sodrio - di togliersi la vita. Sul punto la figlia della vittima precisa che «noi non ci auguriamo la sua morte, non cerchiamo vendetta. Vogliamo solo giustizia. Non vogliamo che paghi con la morte». «Vogliamo - aggiunge - che si arrivi ad un processo e che abbia la giusta pena». Si cerca ancora nelle campagne l’arma del delitto. «Sappiamo che le forze dell’ordine stanno lavorando senza tregua. Ad oggi sono loro il nostro aiuto più grande. Così come tutta la cittadinanza che ci è stata vicina sin dai primi istanti della morte di mia madre».

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