FOGGIA - Resta in carcere Ibrahima Diallo, il guineano di 22 anni accusato di aver ucciso il suo connazionale Algassimou Bah, di 20 anni, nella notte tra martedì e e mercoledì scorsi nel «Gran ghetto», la baraccopoli abusiva che si trova nelle campagne di San Severo, nel Foggiano.
Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Foggia, Michela Valente al termine dell’udienza di convalida del fermo. Il guineano, come già aveva fatto davanti al pm Paola De Martino e ai carabinieri, ha ammesso le proprie responsabilità e ha ricostruito gli attimi precedenti il delitto. A quanto si apprende, il litigio tra i due è cominciato in una baracca adibita a bar all’interno del ghetto.
«Il mio assistito - precisa il difensore dell’arrestato, Michele Agnusdei, è stato prima spintonato e poi inseguito dalla vittima e da un altro migrante». I due guineani avrebbero continuato a litigare proprio davanti alla roulotte di Diallo. «A quel punto - afferma il legale - la vittima avrebbe colpito il mio cliente con un paio di forbici, ferendolo al sopracciglio». Diallo, davanti al gip ha sostenuto di aver trovato un coltello nella zona e di aver colpito il rivale. Tre i fendenti inferti, uno quello mortale all’altezza della gola.