Occupazione

Foggia, non ha i soldi per andare a lavoro e l'azienda lo licenzia

Massimo Levantaci

È successo ad un «volontario» del 118, la denuncia dell’Usb: «Regione e Asl intervengano»

FOGGIA - Non aveva i soldi per andare al lavoro, dal momento che lo stipendio non glielo pagano da mesi. Così un lavoratore di una postazione 118 della Croce Azzurra di Lucera l’ha comunicato dall’azienda. «Ma per tutta risposta è stato licenziato dal datore di lavoro». La denuncia è del sindacato Usb (unione sindacale di base) ed è destinata a sollevare un nuovo polverone sulle associazioni di volontariato che operano nel settore dell’emergenza-urgenza della sanità pubblica. «Il lavoratore - denuncia il segretario foggiano dell’Usb, Santo Mangia - aveva avvisato la propria associazione che, dato il ritardo di mesi del pagamento degli stipendi, non sarebbe stato in grado di raggiungere il proprio posto di lavoro per mancanza soldi non solo per il sostentamento della propria famiglia ma, anche, del necessario per pagarsi la benzina dell’auto per raggiungere il posto di lavoro. La risposta dell’associazione è stata il licenziamento. Se mai ce ne fosse bisogno - denuncia il sindacalista - questa è l’ulteriore dimostrazione di quanto siano inaffidabili alcune associazioni di volontariato che oltre a ledere la dignità dei lavoratori, utilizzano il ricatto occupazionale nel momento in cui i lavoratori rivendicano quanto in loro diritto come il pagamento degli stipendi. Al presidente Emiliano e al direttore generale della Asl Foggia - incalza il sindacato - chiediamo un intervento immediato non solo a tutela del lavoratore (senza aspettare anni per il riconoscimento da parte di un Giudice) ma della stessa immagine della Pubblica amministrazione che non intervenendo diventa corresponsabile delle ingiustizie delle associazioni».

Decine i casi denunciati sempre dall’Usb di lavoratori licenziati dalle associazioni di volontariato. «Ormai sta diventando un massacro sociale - denuncia Mangia - tantissimi i casi di licenziamento di lavoratori che per oltre 15 anni hanno, con dedizione, svolto un servizio essenziale per la nostra comunità. Solo l’allontanamento dalla gestione di questi servizi di quanti continuano a vessare, intimidire e licenziare i lavoratori potrà sanare una situazione che sta per diventare esplosiva».
La patata bollente delle associazioni di volontariato affidatarie delle diciotto postazioni del 118 non si raffredda così in Capitanata nemmeno dopo l’assunzione di 150 lavoratori da parte della società in house della Regione, Sanitaservice. «I lavoratori delle associazioni di volontariato sono diventati i fratelli poveri di quelli delle postazioni in Sanitaservice», per l’unione sindacale di base che sollecita un intervento della Regione affinchè si proceda a stabilizzazione anche i dipendenti delle associazioni di volontariato che operano su diciotto postazioni in provincia di Foggia. Dopo le 150 assunzioni in Sanitaservice (e le altre 70 annunciate per fine anno), il sindacato chiede un intervento risolutivo anche per i lavoratori delle associazioni di volontariato «sottoposti ai ricatti di molte di queste associazioni», si legge in una nota dell’Unione sindacale di base. «Il presidente Emiliano prenda l’impegno di far uscire dalla precarietà anche questi lavoratori - incalza l’Usb - restituisca dignità a quanti per oltre sedici anni hanno dedicato, con abnegazione, parte della loro vita, ad un servizio di primaria importanza come il 118. Oggi internalizzare tutte le postazioni gestite dalle associazioni è possibile e Sanitaservice ha tutte le potenzialità per poterle gestire al meglio come ha dimostrato di saper fare negli ultimi dieci anni. Non fosse altro - sottolinea ancora l’Usb - che è stata concessa una proroga illegittima alle stesse associazioni il cui servizio in convenzione era scaduto un anno fa».

Privacy Policy Cookie Policy