Si festeggia la riapertura della cattedrale di Notre Dame di Parigi, simbolo della fede e dell’unità millenaria della Francia che rinasce dopo il rogo del 15 aprile 2019. C’è stata una gara di solidarietà internazionale per la sua ricostruzione e ritorna nella sua antica bellezza con un restauro innovativo dove domina il bianco che sovrasta il colore dei secoli e offre uno spettacolo di luce. La cattedrale è dedicata a Maria Nostra Signora e nella festa dell’Immacolata è segno di speranza per la Francia e per il mondo.
L’Immacolata è il segno della vittoria sul male antico che nella fede cristiana è il peccato originale. Da tale peccato Maria fu preservata in vista dei meriti della passione di Gesù che redime il mondo col suo amore sino alla fine. La riapertura della cattedrale gotica di Parigi ci invita a pensare su come tra guerre, crisi ambientali e sociali, delitti abominevoli ecc. si possa ancora sperare.
Pensando a drammi di casa nostra, grande scalpore hanno suscitato i femminicidi di Giulia Tramontano e di Giulia Cecchettin i cui assassini hanno avuto la pena dell’ergastolo. Non si trattava di uomini segnati da un ambiente di disagio sociale che normalmente si ritiene sia causa di tali delitti efferati. Nei talk show si sono aperte innumerevoli discussioni sulle cause di tali abomini. Qualcuno più lucido di altri è giunto ad affermare che siamo di fronte al problema del male, ma poi si è affidata la spiegazione e il rimedio per questa angosciosa situazione a psicologi, sociologi, magistrati ecc. Ma questi possono analizzare gli elementi che contornano il problema, non è compito loro andare alla radice del problema del male. Nella sua ultima enciclica «Dilexit nos» (DN) Papa Francesco ha detto che «la parola cuore non può essere spiegata in modo esaustivo dalla biologia, dalla psicologia, dall’antropologia o da qualsiasi scienza» (DN 15). E, riferendosi al filosofo Heidegger afferma: «L’anti-cuore è una società sempre più dominata dal narcisismo e dalla autoreferenzialità». Alla fine si arriva alla «perdita del desiderio», perché l’altro scompare dall’orizzonte e ci si chiude nel proprio io, senza capacità di relazioni sane. Di conseguenza diventiamo incapaci di accogliere Dio. Come direbbe Heidegger, per ricevere il divino dobbiamo costruire una «casa degli ospiti» (DN 18). Altrimenti dice il Papa «viene da pensare che la società mondiale stia perdendo il cuore» (DN 22).
Questo a causa di una chiusura di fronte all’altro e di fronte a Dio; a causa di un cuore ferito. La conseguenza estrema è l’eliminazione dell’altro come accadde con Caino e Abele. Il messaggio biblico ebraico e cristiano dell’Antico e del Nuovo Testamento parla di una creazione buona e positiva in cui a causa di una forza malvagia esterna, (il cattivo uso della libertà degli angeli, creati pure loro da Dio) c’è stato, con il rifiuto del creatore, uno sconvolgimento profondo del cuore umano e di tutta la creazione.
Certamente vanno sostenuti tutti gli sforzi delle religioni, della cultura e delle varie scienze che tendono al bene e all’affermazione dell’altro, degli uomini, delle donne dei bambini, dei poveri e di ogni creatura, compresa la nostra casa comune. Ma è un grande aiuto per tutti andare alla radice del problema per cercare di vincere ogni causa di sopraffazione. Il filosofo Kant parla acutamente del male radicale presente nell’essere umano e Hanna Harendt lo critica e, parlando della banalità del male, afferma che il male non è mai radicale perché il pensiero quando cerca di andare al fondo del male non trova nulla. E lei dice che solo il bene è radicale. Avendo questa filosofa fatto la tesi su Sant’Agostino, che considera il male come la mancanza di bene, lo segue fino ad un certo punto perché per il vescovo di Ippona il male non è solo il male metafisico come assenza assoluta di bene, ma è anche il male fisico e il male morale che esiste in tutte le prevaricazioni del crimine, del delitto, in ogni caso del peccato. Il bene della vista è vedere, allora essere privati della vista è un male.
Come fu un male Auschwitz e lo sono questi femminicidi. Il male morale ha una sua consistenza in azioni negative che sono la privazione del bene.
Sempre nella sua ultima enciclica il Papa afferma: «Il nostro cuore non è autosufficiente, è fragile ed è ferito. Abbiamo bisogno dell’aiuto dell’amore divino. Andiamo al cuore di Cristo, il centro del suo essere, che è una fornace ardente di amore divino e umano è la massima pienezza che possa raggiungere l’essere umano. È lì, in quel cuore, che riconosciamo finalmente noi stessi e impariamo ad amare» (DN 30).
Tornando alla riapertura della cattedrale di Notre Dame ci sono tanti motivi di gioia e di speranza. È legittimo che il motivo che ha fatto sorgere tante cattedrali ci faccia pensare a una proposta che vada alla radice del cuore di ciascuno di noi?! Non un mito illusorio ma un Verbo che non fa una passeggiata trionfante sulla terra, ma nasce in estrema povertà, non avendo trovato una casa, in una grotta; in un punto preciso della terra, a Betlemme. Questa è la radicalità del bene che Maria, Notre Dame, ci offre per continuare a sperare insieme a tutti gli uomini e donne di buona volontà.
* Arcivescovo Emerito di Taranto