Il ritratto
Elia di San Clemente, domani i baresi in festa per la loro beata
Almeno una credenziale è bene considerarla per noi. Chi è beato sta nella gloria di Dio, ma può anche ricevere con almeno un nuovo miracolo la canonizzazione pervenendo a santo della chiesa universale
Domani è festa a Bari. Ricorre il 29 maggio, dal 2006 per Bari e per i Baresi la festa della Beata Elia di S. Clemente.
Intanto, 1901. Anno davvero provvidenziale per la spiritualità barese, più unico che raro. In quell’anno nacquero il Monastero carmelitano di via De Rossi (ora via Beata Elia) e Teodora Fracasso. Può essere certamente rara la nascita di un monastero di clausura di carmelitane scalze, ma sicuramente unico, almeno fino ad oggi, è l’epilogo canonico di Teodora Fracasso nata nella Bari storica, cresciuta in famiglia cristiana, presto suora carmelitana di clausura e riconosciuta Beata nella Cattedrale di Bari il 18 marzo 2006 come Elia di S. Clemente.
È l’unico esemplare umano nato a Bari e beatificato. Da questa data i baresi e i credenti d’ogni luogo hanno una Barese da invocare piamente. La Beata Elia ci appartiene ricca e disponibile nella sua forte potenzialità intercessoria. Abbiamo tutti bisogno di raccomandatori. I problemi che ci affliggono vanno posti ai piedi dell'Onnipotente. E la Beata Elia ha tutte le credenziali per ottenere la divina condivisione.
Almeno una credenziale è bene considerarla per noi. Chi è beato sta nella gloria di Dio, ma può anche ricevere con almeno un nuovo miracolo la canonizzazione pervenendo a santo della chiesa universale.
E allora che si aspetta a chiedere intensamente miracoli alla Beata Elia? Abbiamo tantissimi problemi gravi e difficili per i quali può risultare efficace la giusta preghiera alla Beata perché interceda intensamente e ottenga soluzione da Cristo Gesù tanto amato e adorato nei suoi ventisei anni di vita terrena. Ci sono guerre fratricide e sempre più incombenti, c’è sfruttamento dell'uomo sull’uomo, c’è ingiustizia, c’è mancanza di sanita popolare, c’è offesa ai fragili e ai deboli.
La Beata Elia può accogliere le nostre suppliche oneste e persistenti e trasformarle in sua efficace preghiera a Dio Padre. La Beata ha tutte le carte in regola per ottenere miracoli. Deve però esserci la nostra richiesta corretta e puntuale perché Dio desidera la constatazione della coscienza filiale in rispetto della nostra libertà personale. È tutto qui, noi dobbiamo volere e amare l'azione di Dio. Il resto è opera sua.
La Beata Elia di S. Clemente ha vissuto per intero nei suoi ventisei anni di esistenza terrena il teologismo agostiniano «tangit Christum qui credit in Christum» (Aug.sermo 243,2). Cristo Gesù è stato sempre il suo quoziente di fede e di vita. In Gesù ha sempre riconosciuto la sua vocazione, il suo destino, il suo amato il suo adorato, il suo pensato, il suo desiderato.
Lo stesso suo epistolario, così perfetto nella costruzione linguistica e così scontato e univoco nella fede cristica, è un meraviglioso pange lingua che esprime e canta la verità sub speciae aeternitatis; quindi un parlato vitale, ma non di vita anagrafica, piuttosto di certezza decalendarizzata. «Gesù ha sete, tocca a noi dissetarlo». È verità e azione. Quaranta giorni prima della sua morte la Beata riprende la richiesta potente del Crocifisso salvante. (Gv 19,28). È eredità fruibile l’epistolario di ben 590 pagine in cui il progetto di vita santa, dalla Beata Elia pensato e vissuto nella sua esperienza monastica, viene ormai a noi oggettivamente offerto come itinerario sicuro di vita gradita a Dio.