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così la nuova finanza può salvare il calcio (e pure il bari)

 
Nicola Didonna

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Nicola Didonna

Così la nuova finanza può salvare il calcio (e pure il Bari)

nicola didonna

Giovedì 14 Dicembre 2023, 10:41

18:58

Appena il campo somministra l’amara medicina del posto a metà classifica, i tifosi iniziano a sognare una società diversa. E il presidente di turno inizia ad avere gli incubi.

Questa volta sembra essersene accorto anche il legislatore che qualche giorno fa ha proposto un disegno di legge al Senato (Rapani primo firmatario) per dare anche all’Italia la possibilità di sostenere un progetto alla Bayern Monaco o Real Madrid attraverso strumenti di finanza alternativa.

Lo schema è in sostanza quello già sperimentato per le banche popolari: agevolazioni fiscali per le società, per i soci e voto capitario.

Una testa, un voto, indipendentemente da quanto capitale sociale sottoscrivi e versi. L’importante è esserci. E soprattutto essere in tanti. Perché conta la numerosità, meno i soldi pro-capite.

Ma è veramente così che si può salvare il calcio italiano soffocato da bilanci asfittici e da un vivaio che non cresce, come ci ricordano le premesse del progetto di legge in corso? La realtà ci parla di bilanci delle società di calcio basati su quattro pilastri: biglietti e abbonamenti, diritti televisivi, plusvalenze più o meno reali, merchandising (nelle realtà più organizzate). Tutte le fonti di ricavo, eccetto le plusvalenze, dipendono dal bacino di utenza dei tifosi.

Le plusvalenze sono funzione della politica degli acquisti del Presidente e della cura del vivaio interno.

In genere i risultati algebrici di queste gestioni, confrontando i ricavi con il costo dei «dipendenti giocatori» e degli altri costi, sono pesantemente negativi.

Per fare un esempio a noi vicino, il nostro Bari nei bilanci degli ultimi anni disponibili (stagioni 20/21 e 21/22) ha perso quasi 9 milioni in ognuno dei due anni e il sostegno gli è stato dato dal socio unico, «quello di turno che se ne deve andare via da Bari», per intenderci; De Laurentiis ha dovuto mettere mano al portafoglio. Vedremo come si chiuderà il bilancio relativo alla stagione 22/23, quello della «quasi serie A», appena sarà pubblicato.

Alla luce dei fatti appare chiaro che le squadre vivono in funzione della disponibilità finanziaria dei propri soci, del Presidente di turno.

Possiamo affermare che i bilanci in rosso con indebitamenti insostenibili sono purtroppo la regola e non l’eccezione nel calcio. I ricavi dei bilanci, e quindi la stessa sostenibilità, sono sempre più dipendenti dai tifosi in termini di biglietti/abbonamenti, merchandising, diritti televisivi e pubblicitari; i finanziamenti invece dipendono sempre più dai Presidenti.

Il Calcio italiano deve cambiare modulo di gioco. Bisogna abbandonare la figura del Presidente «penso-a-tutto-io» e far crescere quella dei tifosi consapevoli ed educati, pena l’implosione del sistema calcio. Si deve abbassare il rischio per chi acquista la squadra in termini di capitali da investire e di ricavi da conseguire in cambio di una gestione condivisa.

La soluzione: azionariato popolare diffuso di tifosi e simpatizzanti e acquisizione, in autonomia o in compartecipazione con capitali esterni, della società calcistica.

Bisogna creare un veicolo che contenga tifosi/clienti insieme a rappresentanti del territorio per una gestione diretta e condivisa della società di calcio acquisita. Anche sapendo usare le piattaforme di crowdfunding per poter raggiungere tramite una semplice app tutti i tifosi, anche quelli emigrati, che hanno il Bari nel cuore e che vogliano partecipare a questa nuova esperienza.

Si verifichi se questa idea è supportata da dati di fatto con un sondaggio on-line e si stimi la capacità di raccogliere questi capitali. Se, come pensiamo, i riscontri dovessero essere positivi si lanci una pubblica sottoscrizione di capitale e si offra a tutti gli interessati la possibilità di assumere un ruolo diversificato secondo il proprio apporto.

Per tutte queste ragioni pensiamo che i tempi siano maturi perché anche Bari e i suoi tifosi, stimati in oltre 1 milione, possano diventare protagonisti e invece di lamentarsi diventino artefici del futuro della squadra del cuore. A norma di legge.

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