Lunedì 08 Settembre 2025 | 17:46

La politica non rinunci a risolvere i problemi demandandoli alle corti

 
Luciano Violante

Reporter:

Luciano Violante

La politica non rinunci a risolvere i problemi demandandoli alle corti

La democrazia conosce due regole-chiave: la reciproca tolleranza tra le forze politiche e la moderazione istituzionale, che consiste nell’evitare il ricorso alle istituzioni per risolvere i problemi politici

Mercoledì 05 Luglio 2023, 13:47

La democrazia conosce due regole-chiave: la reciproca tolleranza tra le forze politiche e la moderazione istituzionale, che consiste nell’evitare il ricorso alle istituzioni per risolvere i problemi politici.

Quando i conflitti ideologici prevalgono, la democrazia comincia a soffrire perché diventano inevitabili la paralisi decisionale e la cessione di sovranità alle istituzioni. È accaduto recentemente negli Stati Uniti e in Inghilterra. Negli Stati Uniti alcune associazioni conservatrici hanno chiesto alla Corte Suprema di cancellare, perché contraria al principio di uguaglianza, la discriminazione positiva che, a partire dagli anni Sessanta, ha favorito l’ingresso in prestigiose università di studenti neri, ispanici o appartenenti ad altre minoranze. La questione è al centro di uno scontro tra i sostenitori della teoria woke”(«svégliati») e i conservatori. La prima è vicina ai circoli democratici, manifesta una particolare sensibilità ai temi della discriminazione ma a volte è sfociata nella ridicola richiesta di censurare brani classici, da Omero a Shakespeare, perché sessisti o razzisti.

Contro il wokisme sono schierati, oltre alle persone di buon senso, i conservatori repubblicani, che insistono per una interpretazione originalista, non progressista, dei diritti e delle libertà, che rispetti le intenzioni dei padri fondatori. La Corte, in una sentenza pubblicata il 29 giugno scorso, ha accolto il ricorso con sei voti contro tre ritenendo che la discriminazione positiva violerebbe il principio di uguaglianza. «Trattare qualcuno differentemente per il colore della pelle - ha scritto il presidente Roberts nella sentenza - sarebbe come trattarlo differentemente perché suona bene o male il violino».

La decisione è sostanzialmente ingiusta, ma non viola la lettera della Costituzione americana. Questa Costituzione, infatti, garantisce solo l’eguaglianza formale, non quella sostanziale, che è invece garantita dalla nostra Costituzione all’articolo 3: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Tuttavia un altro componente della Corte Suprema, la giudice Sonia Sotomayor, di famiglia povera e di origine ispanica, che riuscì a frequentare Princeton e Yale grazie alla discriminazione positiva, ha sostenuto le ragioni di una interpretazione evolutiva dell’eguaglianza. Nella sua opinione dissenziente ha sostenuto che questa decisione «promuove l’indifferenza nei confronti delle disuguaglianze e ignora la realtà della razza». La stessa posizione è stata espressa con durezza dal Presidente Biden. Il conflitto è quindi destinato a protrarsi.

Nello stesso 29 giugno la Corte d’Appello di Londra ha risolto un altro scontro tra progressisti e conservatori. La Corte, infatti, su istanza di alcune associazioni umanitarie, vicine ai laburisti, ha ritenuto illegale, e quindi inapplicabile, l’accordo stipulato nell’aprile dell’anno scorso tra il premier conservatore Boris Johnson e il presidente della Repubblica del Rwanda, Paul Kagame. Dietro corrispettivo di una ingente somma di danaro, il governo britannico avrebbe potuto deportare in Rwanda le persone giunte illegalmente nel Regno Unito. Per garanzia, Londra ha già anticipato al governo africano 140 milioni di sterline pari a 162 milioni di euro. Ma il giudice ha accertato che il Rwanda non assicurerebbe ai deportati un trattamento conforme al rispetto dei diritti garantiti dalla Convenzione europea per i diritti dell’uomo, alla quale Londra aderisce. L’accordo, contestato dai laburisti, è considerato irrinunciabile dai conservatori, oggi al governo; conseguentemente il premier britannico Rishi Sunak ha annunciato che proporrà ricorso alla Corte Suprema, la loro Cassazione.

La polarizzazione ideologica tra forze politiche, anche fuori dei nostri confini, priva la politica della sua essenziale funzione regolatrice e delega ai giudici l’esercizio della sovranità. Quando questo avviene in materie decisive come l’uguaglianza sostanziale e i diritti umani, appare sempre più vicina la non auspicabile transizione dalla democrazia alla giuristocrazia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)