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E' importante supportare la donna anche quando desidera rinunciare all'aborto

 
emanuela megli

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emanuela megli

Puglia, due ok a trascrizione certificati nascita per figli nati con maternità surrogata

Sul sostegno alla maternità e la sua delibera di recente bloccata da Emiliano è necessario conoscere il percorso con cui si è giunti alla realizzazione del piano regionale per le politiche famigliari

Martedì 25 Aprile 2023, 14:40

Sulla questione del sostegno alla maternità e alla sua delibera di recente bloccata da Emiliano, trovo sia importante chiarire la posizione, anche a seguito del lungo percorso con cui si è giunti alla realizzazione delle misure del piano regionale per le politiche famigliari, a cui ho preso parte in qualità di tecnica esperta di politiche famigliari e di conciliazione vita lavoro, oltre che come consulente Family Audit certificata, collaborando in particolare alla parte sul welfare aziendale e sul lavoro femminile.

La misura rientra infatti nel Piano regionale delle politiche familiari, sollecitato da una mozione votata all’unanimità da tutto il consiglio regionale nel 2018, discusso per due giornate in Fiera del Levante a Bari nel 2019 con oltre un centinaio di associazioni, poi ulteriormente sottoposto al percorso di partecipazione pubblica prevista dalla legge regionale, poi approvato dalla Giunta il 20 febbraio del 2020 come Piano triennale 2020-2022 con la delibera 220. Pertanto la misura non è altro che l’attuazione di questo Piano.

Soprattutto bisogna dire che c’è stato un ampio consenso su questo intervento che si associa ad altri contenuti del Piano, che, come si vede, è frutto di partecipazione e di un confronto non ideologico tra operatori, esperti, persone ed associazioni che vivono ogni giorno le problematiche affrontate, a favore della crisi demografica e delle condizioni precarie del lavoro. Il Piano è suddiviso in quattro macroaree: il lavoro, condizione fondamentale per la ripresa della natalità, le famiglie, risorse sociali ed educative, i servizi alla famiglia, le politiche fiscali family friendly. Questo per spiegare che non può e non deve essere interpretata come misura antiliberale e antifemminista, ma a favore della persona, della vita e della famiglia. La proposta è quella di sostenere l’autodeterminazione della donna sia nel suo desiderio di proseguire la gravidanza sia di interromperla, dando pieno compimento al testo della legge 194, anche nella parte preventiva.

La misura è orientata a sostenere le famiglie fragili che vogliono avere un figlio, ad accompagnare la donna in situazioni di difficoltà che vuole portare avanti la gravidanza ma per difficoltà di fragilità sociale ed economica rischia di rinunciare. Di fronte a queste situazioni due sono le azioni possibili: aiutarla ad abortire o accompagnarla a superare queste difficoltà e portare avanti la gravidanza. Per la prima si sono attivati e si stanno attivando molti strumenti. Per la seconda, invece questa è una prima timida proposta, purtroppo forse mal interpretata. La questione affrontata dal provvedimento vuole essere apartitica: una risposta a situazioni di fragilità in momenti particolari delle scelte familiari e delle donne, in particolare. È importante condividere le scelte in modo dialogico e con il rispetto delle posizioni differenti per non lasciare sole le persone che attendono supporti e strumenti, utili tanto quanto i servizi di welfare, le azioni di defiscalizzazione, le iniziative a favore del benessere sociale, economico e culturale.

La delibera, quindi, non contiene altro che linee attuative di tali contenuti, chiaramente enunciati dalla legge 194 e ripresi dal Piano regionale di politiche familiari; linee guida, peraltro, ampiamente discusse in fase di elaborazione con gli Ambiti territoriali, i distretti sociosanitari e le associazioni competenti.

È fuori di dubbio che le leve esterne e per definizione estrinseche non possono rappresentare la motivazione a scelte così delicate e personali che spettano alla donna in primis, alla coppia e alla famiglia, tuttavia, esse rappresentano un aiuto concreto per dare la stessa libertà di autodeterminazione nel desiderio di proseguo della gravidanza attraverso il supporto sia di strumenti economici, che di reti di associazioni che costituiscono la comunità solidale, nonché di sostegno psico-sociale, qualora le condizioni dovessero richiederlo.

La misura, in ultima analisi, vuole premiare e promuovere la prospettiva della famiglia, che ad oggi, è spesso dimenticata, nonostante sia la maggiore responsabile del welfare privato, del sostegno a tutte le necessità affettive e socio assistenziali a cui ancora il governo non riesce ad arrivare, oltre ad essere la «maggiore azionista di credito» del sistema Paese, mi si lasci passare la metafora, su cui economie più avanzate hanno costruito modelli economici pubblico-privati.

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