Credo che una campagna elettorale sposti molti più soldi che voti. Anche se oggi l’adesione a una parte politica non è definitiva. Scegliamo un partito attraverso la comunicazione fatta dalle fonti consone alle nostre idee e respingiamo quelle contrarie: le «dissonanze cognitive». Quindi conosciamo la realtà attraverso le immagini e le parole che accettiamo. Ma bisogna distinguere. Le prime ci emozionano e sono di breve durata; le seconde cercano di convincere, e sono più durature: il mondo istintivo, interiorizzato è più facilmente raggiungibile da emozioni-immagini, mentre il mondo appreso, la cultura è più facilmente raggiungibile dalle parole. La comunicazione elettorale a stampa è costituita da immagini e parole, e in special modo dai grandi poster, ai quali però si presta un’attenzione di pochi secondi. Debbono perciò essere immediati, di poche parole, seducenti e perentori.
Vediamo i poster dei primi tre partiti: Pd, FdI e M5S.
Il Partito Democratico, di centrosinistra, ha puntato su una contrapposizione netta, con il campo bipartito in nero e rosso. Sulla parte rossa, a destra, la faccia del Segretario Enrico Letta, con un sorriso trattenuto, e una proposta programmatica in caratteri bastone leggermente inclinati, bianchi; e sul fondo nero a sinistra, la proposta dell’opposizione con gli stessi caratteri ma grigi. In basso a destra il titolo «Scegli» invita a votare per una delle due tipologie contrapposte d’Italia: «Da un lato l’Italia che sta con Putin, dall’altro quella che sta con l’Europa. Da un lato chi precarizza il lavoro, dall’altro chi vuole il salario minimo. Da un lato i premi agli evasori, dall’altro la diminuzione delle tasse sul lavoro. Da un lato le discriminazioni, dall’altro i diritti. Da un lato le energie fossili, dall’altro le rinnovabili». Un’Italia nata dalla Resistenza al nazifascismo, ma con un governo di destra, o di sinistra. Ignorando il cosiddetto Centro, ormai molto ridotto dopo la confluenza in un unico Partito Democratico, dei Democratici di Sinistra (eredi del PCI), e del partito La Margherita (erede della DC e di altre forze riformiste).
I poster di Fratelli d’Italia, di colore azzurro scuro hanno, sulla destra, il viso sorridente della Segretaria del partito, Giorgia Meloni, la quale non ha competitori dialettici alla sua pari. La sua comunicazione è perentoria, tanto da sembrare in grado di risolvere tutti i problemi, come rivendica il suo slogan: «Pronti», in grandi caratteri bastoni inclinati e sotto più in piccolo: «A risollevare l’Italia». Oggi i sondaggi danno vincente Fratelli d’Italia, erede di Alleanza Nazionale, e del Movimento Sociale Italiano, nel quale erano confluiti personaggi del regime fascista e della Repubblica di Salò, ma la Meloni, cercando di distanziarsi dal passato, giorni fa ha pubblicato un video in inglese, francese e spagnolo nel quale ha spiegato che FdI «ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche». Il simbolo della fiamma tricolore - già del MSI - è rimasto nel logo di partito nonostante le recenti polemiche.
Anche i poster del Movimento 5 Stelle mostrano un bel sorriso aperto del presidente Giuseppe Conte su uno sfondo azzurro scuro attraversato da una fascia obliqua gialla, colore del Movimento, e in un carattere bastone molto grande, sulla sinistra, il titolo: «Dalla parte giusta», su due righe, ma, dal momento che il movimento ha sempre sostenuto di non essere né di destra, né di sinistra, non dice quale sia questa parte, forse quella di Conte, il Presidente che ha conquistato molti italiani con i suoi due governi, prima con la destra, poi con la sinistra, dimostrandosi un politico di tutto rispetto, che, a giudicare dal suo programma, è di centro-sinistra.