La mostra
Un viaggio immaginario senza scadenze
L'esposizione curata da Carmela Lovero, con gli scatti degli autori
Ad un primo sguardo, sembrerebbe davvero fatta di solo cielo e mare questa città. E negozi, bar e ristoranti, orecchiette e frutti di mare. Poi invece scopriamo che non si tratta solo di semplici agglomerati di edifici e strade, ma della totalità dell’esperienza umana, con tutte le sue contraddizioni e ambiguità, in ogni caso, per dirla con Calvino "...luoghi di possibilità e trasformazione".
è Bari è un’occasione per parlare di questo: della Città nei suoi aspetti più manifesti ma anche di quelli meno esposti e comprensibili toccando, con le parole dei talk e le immagini in mostra, i temi fondanti per la comunità.
Le immagini esposte nel grande ottagono che ci accoglie, si sdoppiano in due percorsi: uno interno, affidato a sette fotografi professionisti, restituisce letture frammentate, emozionali, sguardi filtrati dalla pratica a volte onirica altre puntuale, della restituzione fotografica.
Impressioni che lasciano aperte le strade dell’interpretazione e, in un viaggio immaginario senza scadenze, ci interrogano e sorprendono lasciando aperta la domanda: è Bari?
L'altro percorso, esterno, dedicato alla comunità barese di Instagramers, gli Igers Bari, ricompone con la freschezza e immediatezza tipica del social, la visione istantanea di scatenati street photographers alla ricerca dello scatto del giorno.
I sette Autori invitati a raccontare la propria città sono: Alessandro Cirillo, Angela Cioce, Beppe Ardito, Nicola Amato, Rosa Ciano, Stefano Di Marco, Teresa Imbriani.
Nelle loro fotografie, il fascino della città emerge a volte misterioso altre eclatante e carico di storia.
La personalissima visione di ciascuno ci sposta su ragionamenti concreti e talvolta anche scomodi, rivela sensibilità artistiche cresciute, negli anni e con gli anni, sulle strade simboliche della ricerca. Le loro immagini si emancipano attraverso contenuti formali ed espressivi connotati da un forte stile personale di scrittura visionaria e generativa e ci presentano: il giorno e la notte come paesaggi urbani e umani, la storia passata degli eventi epocali e quella sempre attuale dei luoghi della cultura, luoghi esistiti per un attimo e skyline in trasformazione, tensioni e aspirazioni della relazione carnale e spirituale che si instaura con la propria città.
Sulle pareti esterne dell’allestimento, come fossero pagine da sfogliare sul cellulare, una sventagliata di forme e colori presi dagli Igers per le strade della città. Ne emerge, moltiplicata, l’anima poliedrica di Bari. Quattro autori, Veronica e Livia Favia, Giacomo Pepe e Simona Perrini, spiccano, oltre che per acclamazione dei followers, per originalità e approfondimento del linguaggio fotografico. Fra inediti e fotografie premiate, l’invito è a fare una scorpacciata di sguardi.
Gli Autori
Because the night 2011
Alessandro Cirillo
L’ispirazione e la scrittura di Alessandro Cirillo nascono dalla sua attrazione per le Visioni distraenti dei territori che rappresenta nelle sue fotografie.
Nella selezione qui esposta, l’Autore intona una serenata notturna ad alcune zone periferiche di Bari. Nelle sue fotografie, la Città è anche spazio di accumulo dei desideri, un luogo pericoloso, disperato, ma vivo…
Una Città profilata da archeologie industriali e spennellata da luci di cortesia o dalla ribalta dei fari. Alessandro coglie la suggestione noir di luoghi deserti anche di giorno, attraverso sprazzi di luci aguzze che squarciano il buio. Luoghi che mutano in relazione a chi li abita. È Bari?
Alessandro Cirillo è un fotografo indipendente con oltre trent’anni di esperienza. Tiene regolarmente corsi di fotografia, workshop e masterclass in scuole pubbliche e private, in Italia e all’estero. Svolge anche l’attività di photo editor e book designer e ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Del 2023, Vengono dal mare (ed. Seipersei)
Le sue fotografie fanno parte di prestigiose collezioni, tra cui quelle della Fondazione Giacomo Costa di Genova, del Palazzo Vendemini di Savignano sul Rubicone, del Musée de l’Elysèe di Losanna e del Manege Central Exhibition Hall di San Pietroburgo.
2000 Carla Fracci, backstage, Teatro Piccinni
Angela Cioce
Discreto e sempre appassionato, il racconto fotografico di Angela Cioce si svolge curioso dietro le quinte dei teatri e nei camerini delle star del mondo della Danza internazionale.
A Bari, nel cuore di cornici indimenticabili come il Teatro Petruzzelli, il Teatro Piccinni o sul palco anomalo di una cassa armonica, fremono azioni investite dalla forza poetica dei dettagli. I nostri Teatri, manifesti a cielo aperto di tensione alla Cultura, si trasformano nelle sue fotografie in luoghi di tempo interiore.
Le immagini in mostra, accennano ai momenti che precedono l’esibizione teatrale, quando i Protagonisti si preparano ad incarnare il personaggio da portare in Scena. ...un solo scatto per non disturbare, scatto sempre poco a volte mi dico troppo poco.
In brevi intimi appunti fotografici, Angela scandisce con piccoli segnali il tempo della concentrazione e della prestazione fisica, a dirci che ancora tutto deve succedere.
Angela Cioce è nata a Bari dove vive e lavora.
Nelle sue foto, tracce dinamiche e poetiche riconducono alla formazione nel mondo della Danza. Nota anche all’estero per la sua produzione, ha esposto e pubblicato numerosi cataloghi e monografie.
Sue foto fanno parte di collezioni private e pubbliche tra cui: Fondazione Italia dell’Università di Puebla, Messico; Fondo di Fotografia Italiana della Pinacoteca Provinciale, Bari; Archivio per i costumi teatrali di Gianni Versace, Milano; esposizione permanente nei saloni della nave da crociera Costa Mediterranea; Collezione Museo Nazionale Smithsonian NMAAHC, Washington.
Centaura
Beppe Ardito
Originale, come l’Umanità che rappresenta nelle sue fotografie, Beppe Ardito frequenta da sempre le notti della movida barese.
Sullo sfondo del quartiere Umbertino e dell’affaccio sul mare di n’ dèrr’a la lanze, le sue istantanee diventano spunto per raccontare un’altra Città: la Bari notturna, pulsante di energia e contraddizioni, che intreccia linguaggi e culture per strada.
Il bianco e nero scelto per le cinque immagini in mostra, sostiene con i suoi contrasti l’intensità fisica dei ritratti e immortala un modo di esprimere la propria Identità divertendosi, passando per il trucco, l’abbigliamento o per altre eccentriche visioni: dichiarazioni non verbali di indipendenza e appartenenza a tribù urbane e culture contemporanee. Il fuoco è sui giovani e la notte, raccontato stringendosi negli angoli di quell’unico pezzo di quadrilatero murattiano scelto da Beppe come palcoscenico.
E Bari si trasforma in inconsapevole set di continue trasformazioni di modi e mode in Città.
Beppe Ardito, barese e figlio d’arte, pittore e fotografo freelance.
Eclettico, trasgressivo e arguto, si distingue per la poliedrica e costante ricerca espressiva. Trae ispirazione dai riti, dai simboli e dalle leggende della cultura popolare pugliese.
La sua opera spazia passando anche per l’installazione e la performance.
Nicola Amato
Con il rullino in testa, da buon nativo analogico, Nicola Amato documenta da sempre storie di luoghi, genti e santità.
Nei primi quattro scatti, selezionati dall'archivio storico di Nicola, dialogano momenti concitati e disperati che l'Autore coglie quasi in corsa, documentando così la sua stessa emozione di fotoreporter. Era l'agosto del 1991 quando la Vlora attraccò al porto di Bari con a bordo più di 10.000 albanesi in fuga. ..un fiume umano assetato di libertà, tra dolore e speranza, con le mani vuote e sulla pelle qualche granello di zucchero di canna.
Accanto, due immagini in bianco e nero per un'icona che ci porta nel mondo: San Nicola.
In questa composizione fotografica, la luce rimbalza dal cielo alla terra in una danza circolare e si trasforma in un'unica, ideale, immagine mistica. Come quando, nel solstizio d'estate e grazie ai raggi del sole, i contorni del rosone sulla facciata della cattedrale di S. Sabino combaciano con lo stesso intarsio del pavimento antistante l’altare.
Nicola Amato, barese, classe 58, fotografo e videomaker professionista. Nel 1980 fonda con Sergio Leonardi l’Archivio Fotografico Fotogramma. Promotore di iniziative culturali, pittore e musicista, collabora con importanti case editrici nazionali e internazionali. Numerose le pubblicazioni, i cataloghi, le mostre, i video-art e i documentari.
I miss the romantic era. Progettare rovine #3, settembre 2022
Rosa Ciano
La Fotografia è Ricerca. Quindi, continue domande e splendide Visioni.
Per Rosa Ciano, è anche trasformare il familiare in estraneo e il conosciuto in ignoto, in un continuo palleggio fra apparente e significante.
La sua Bari, attraversata e fotografata quotidianamente e voracemente, si incarna nei dettagli estemporanei: frequenze di cielo e pezzi di scotch, passi da gigante e spostamenti millimetrici. Seguendo le tracce di consuetudini intangibili, l’Autrice svela, dei luoghi in cui vive, incidenti di percorso irresistibili.
Le fotografie esposte cercano il filo comune di temi che l’Autrice concepisce in più progetti e che, in questa selezione, vive sul mare.
La riflessione è sul Tempo e sul senso di Memoria che i paesaggi urbani perpetuano nel Futuro. La domanda che Ciano ci pone è: i resti della nostra contemporaneità saranno mai espressione delle comunità perdute?
Rosa Ciano vive e lavora a Bari. Sin dal 1993 la pratica della fotografia procede di pari passo con gli studi linguistico-letterari. Il suo percorso fotografico esplora mondi ordinari fatti di forme transitorie, materia organica o intangibile. Soggetti trattati come reperti a comporre un diario intimo scritto con pochi e calibrati segni.
Presente in numerose mostre collettive e personali in Puglia, nel resto d’Italia, all’estero.
Compare su riviste e cataloghi. È del 2018, Biancaneve. Pineta Sacchetti, una pubblicazione di foto e testi su Take Care #3, rivista a cura di R. Mansueto.
30.8.2023 ore18:22 via Sparano
Stefano Di Marco
Osservatore inosservato, Stefano Di Marco si affaccia e relaziona con la strada, occupandola da passante o da ospite del salotto che si crea.
Abbiamo scelto una sequenza di scatti a cui manca solo di sentir vociare la gente.
Il percorso ricostruito è composto da fotografie prese, in giorni diversi, quasi esclusivamente su Via Sparano, strada simbolo della vocazione commerciale di Bari.
Così Stefano siede, guarda, ascolta e infine immortala l’andare della gente.
Un’occasione per raccontare, in una libera sequenza di palazzi e insegne storiche, la nuova Città dei pedoni e dello shopping compulsivo.
Stefano Di Marco nasce nel 1950 da genitori lucani, vive ed opera a Bari. Dopo una prima esperienza pittorica, approda alla fotografia nel 1979 scoprendo i territori della memoria antropologica e privata. Dal 1985, con la fotografia di luoghi e paesaggi, inizia ad esprimere una poetica della marginalità, evidente anche nell’interesse per i sotterranei dei musei, svelati fin nei loro polverosi depositi.
I suoi lavori sono stati ampiamente esposti e catalogati in Italia e all’estero.
Alcune sue foto fanno parte di raccolte pubbliche e private, tra cui la Bibliotèque Nationale di Parigi, Dèpartement des Estampes et de la Photographie.
Teresa Imbriani
Per abitare città in cui non si è nati, serve crearsi una nuova rete di riferimenti spaziali in continuo aggiornamento. Da qui, la scelta artistica della prima produzione di Teresa Imbriani di rappresentare se stessa in alcuni luoghi della Città straniera: un modo per prendere coscienza e confidenza con questa non mia città.
Le fotografie scelte per questa mostra sono la sintesi di un più ampio percorso di autoscoperta.
Sei autoritratti urbani, per raccontare il legame con la terra, la spiritualità, la memoria, la contemplazione e la continua aspirazione a sopravvivere.
Come in una progressione darwiniana, anche Bari cambia postura ed è su una simbolica scala evolutiva che vogliamo lasciare questa dedica.
Teresa Imbriani, salentina, classe 1972. Fotografa militante specializzata nella produzione di reportage. Autrice di copertine di libri, manifesti teatrali. Ha collaborato con la Gazzetta del Mezzogiorno.
Ha esposto in mostre personali e collettive e pubblicato, nel 2022, I luoghi della Creatività, per l’Accademia di Belle Arti di Bari.
Con Essere Umane (2015), occupa uno spazio permanente nella Casa delle Donne del Mediterraneo.
Instagramers
Instagramers Bari, nata come gruppo informale nel 2011, è parte dell’associazione culturale facente capo al gruppo nazionale IgersItalia creato dall’iniziativa del gruppo internazionale Instagramers, pochi mesi dopo la creazione del social network Instagram.
Instagram permette da sempre in modo semplice, divertente ed immediato di condividere la bellezza del nostro territorio non solo con i nostri amici igers pugliesi, ma in tutto il mondo.
Per questo l’Associazione e il gruppo intendono avviare attività legate alla “mobile photography” tramite Instagram per promuovere il territorio, le tradizioni, i beni di interesse storico-artistico ed enogastronomici baresi. Una promozione effettuata tramite condivisione di scatti fotografici sui social network, organizzazione di meeting, tour, passeggiate fotografiche, challenge, contest e altre iniziative con la community che segue IgersBari o il coinvolgimento di brand ed enti locali a scopo promozionale per raccontare quelli che sono i colori, i sapori, le tradizioni, la vita culturale ed artistica di Bari e dintorni.
Gli Igers
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Didascalie
Foto1: Giacomo Pepe @metagiac
Foto 2: Livia Favia @liviaph_streets
Foto 3: Simona Perrini @simonaperriniphotography
Foto 4: Veronica Favia @_thekillerqueen_