L'inserto della Gazzetta
è Bari: «L'archivio della Gazzetta un valore per la nostra storia»
Le parole di Marco Giacomo Bascapè, soprintendente Archivistico e Bibliografico della Puglia
L’archivio de La Gazzetta del Mezzogiorno riveste un grande valore per la storia del Meridione e per la costruzione della nostra identità collettiva.
Fondata nel 1887 da Martino Cassano inizialmente come Corriere delle Puglie, rappresenta una delle principali voci del Mezzogiorno. Testimone narrante delle vicende sociali, politiche, economiche e culturali dell’ultimo secolo in Puglia e Basilicata, il giornale ha svolto un ruolo fondamentale nel settore dell’informazione locale e nazionale del ‘900.
L’archivio della Gazzetta testimonia dall’interno l’evoluzione dei processi di stampa, del modo di fare informazione e del rapporto tra politica e opinione pubblica nel contesto particolare del Sud Italia. La memoria dell’attività della redazione nel corso del tempo è costituita da supporti tradizionali, come la carta stampata, ma anche da modalità nuove a passo con i tempi, come i contenuti editoriali del sito internet e delle piattaforme social.
Da anni il Ministero della Cultura, tramite la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Puglia, affianca e sostiene l’impegno de La Gazzetta del Mezzogiorno a riconoscere il valore del proprio archivio, a tutelarlo e a renderlo fruibile, perché in esso sono custoditi tesori preziosi da rendere aperti a tutti. Alcune serie particolarmente significative sono state riordinate e inventariate grazie al nostro supporto.
Tra le serie archivistiche di maggiore spicco vi sono quelle del cosiddetto “archivio di prodotto”, consistenti nella serie completa dei giornali pubblicati e dei prodotti collaterali (pubblicazioni a marchio Gazzetta e gadgets): ben 2120 volumi – dal 1887 al 2021 – delle edizioni del Corriere delle Puglie, della Gazzetta di Puglia, della Gazzetta del Mezzogiorno e dell’edizione albanese Gazeta Shqiptare.
Grande interesse ricopre il fondo fotografico, il cui materiale è stato ricondizionato e descritto in maniera dettagliata. Le fotografie – alcune opera della storica agenzia fotogiornalistica di Luca Turi – sono una fonte preziosa che spazia dalla cronaca, alla politica, alla cultura, e ci offrono uno sguardo non solo sulle attività della redazione e dei fotografi della Gazzetta, ma sui cambiamenti politici, sociali e culturali del Mezzogiorno e del Paese intero.
Una parte molto importante recentemente inventariata è il carteggio di Giuseppe Gorjux – figlio di uno dei fondatori della Gazzetta, Raffaele – che è stato uno dei direttori più rappresentativi e longevi all’interno del giornale, dal 1987 al 1993 e dal 1995 al 1997. La parte più corposa riguarda la corrispondenza con personaggi di spicco, quali Romano Prodi e Francesco Cossiga.
Quanto sin qui recuperato e inventariato rappresenta soltanto un assaggio delle potenzialità di uno dei più importanti bacini documentari da cui attingere per la ricostruzione della storia dell’Italia meridionale e contemporanea, attraverso le storiche pagine del quotidiano più longevo del Sud.