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Dal Monte più «sacro» al Castello di Otranto: ecco la Puglia «infestata»

Dal Monte più «sacro» al Castello di Otranto: ecco la Puglia «infestata»

 
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Dal Monte più «sacro» al Castello di Otranto ecco la Puglia «infestata»

Tra miti, storie e visioni Mario Contino, appassionato di misteri italiani e internazionali, tratteggia un viaggio virtuale fra i castelli e i luoghi "cult" della Puglia

Lunedì 16 Settembre 2024, 09:00

16:53

PUGLIA - La solatia Puglia può serbare un cuore d’ombra in cui cupi misteri sfidano i secoli, divenendo leggende e tradizioni oscure. Ne è convinto Mario Contino, appassionato di misteri italiani e internazionali, che tratteggia un viaggio virtuale fra i castelli e i luoghi “cult” della Puglia.

MONTE SANT’ANGELO

«Un monte sacro è un luogo considerato sacro per la presenza di fenomeni legati a culti religiosi specifici. Nella Bibbia, ad esempio, il monte Sinai è noto come il luogo dove Dio si manifestò a Mosè, rendendolo sacro. Anche la Puglia ha il suo monte sacro: Monte Sant’Angelo, situato sul promontorio del Gargano. Questo luogo è famoso per le apparizioni dell’Arcangelo Michele e la sua importanza religiosa, essendo meta di pellegrinaggi micaelici», afferma Mario Contino.

«Secondo la leggenda - continua - nel 493 l’Arcangelo apparve al vescovo di Siponto, evento che portò alla costruzione della Chiesa dedicata a San Michele. La leggenda racconta di un uomo che perse il suo toro e lo trovò in una grotta. Nel tentativo di colpirlo con una freccia, questa misteriosamente tornò indietro, colpendo l’uomo. Questo fatto venne attribuito all’intervento dell’Arcangelo Michele, il quale si manifestò successivamente al vescovo».

«Durante un assedio gotico - aggiunge Contino - l’Arcangelo apparve di nuovo promettendo la vittoria, che avvenne contro ogni aspettativa. Da quel momento, il luogo divenne sacro. Oltre agli eventi religiosi, Monte Sant’Angelo è noto per avvistamenti di Ufo e fenomeni paranormali, inclusi i misteriosi avvistamenti del fantasma di Bianca Lancia, che, secondo il folklore, sarebbe stato visto nel castello del monte, sebbene sia un falso storico».

IL CASTELLO SVEVO DI TRANI

«A Trani, all’interno del magnifico castello che domina il centro storico, si narra la leggenda dello spettro di Armida, una giovane donna di straordinaria bellezza. Secondo la storia - spiega Mario Contino - Armida fu costretta a sposare il signore del castello, un uomo che non amava. Nonostante il matrimonio, la ragazza si innamorò di un giovane cavaliere. Quando il marito scoprì la relazione, uccise il cavaliere e imprigionò Armida in una cella, dove lei morì di dolore. Il suo fantasma apparirebbe con un vestito grigio scuro, capelli lunghi e neri, e occhi azzurri brillanti. Si dice che lo spirito sia pacifico, avvicinandosi talvolta ai visitatori».

«Sebbene la figura di Armida non abbia riscontri storici, il castello di Trani ha ospitato prigionieri illustri, come la contessa Sifridina di Caserta, incarcerata e morta nel castello dopo aver cospirato contro gli Angioini. Alcuni credono che la leggenda di Armida possa essere una trasfigurazione della storia di Sifridina. Nonostante l’assenza di prove storiche, molti residenti giurano di aver visto lo spettro aggirarsi per il castello, rendendo la leggenda di Armida una parte affascinante del folklore locale».

IL CASTELLO DI PULSANO

«Pulsano, celebre per le sue spiagge incantevoli e il mare limpido, è anche il custode di un castello intriso di storia e mistero, noto soprattutto per la leggenda del fantasma di Angelica. Questo antico maniero, nato come residenza di caccia e poi trasformato nel XII secolo in una fortezza contro le incursioni dei pirati, è strettamente legato alle vicende della nobile famiglia De Falconibus. Tra le numerose storie legate al castello - sottlinea Mario Contino - quella di Angelica è la più nota. Figlia di Renzo Delli Falconi, un valoroso condottiero caduto eroicamente in battaglia nel 1326 difendendo le coste tarantine, Angelica si ritrovò sola e senza protezione. Secondo la leggenda, fu catturata dai nemici e decapitata brutalmente, con il suo corpo gettato nella torre del castello e la sua testa mai ritrovata. Alcuni sostengono che nelle notti di luna piena, il suo spettro, con lunghi capelli biondi e un abito bianco, si aggiri malinconico tra le stanze del castello. Esistono anche altre versioni della storia. Una di queste racconta che non furono gli invasori a giustiziare Angelica, ma i suoi stessi zii, ai quali fu venduta dal marito dopo la morte del padre, per impossessarsi del feudo. La giovane, secondo questa versione, venne imprigionata e uccisa all’interno del castello. Il fantasma di Angelica, che appare solo nelle notti di luna piena, non mostra mai atteggiamenti aggressivi, ma sembra avvolto da una profonda tristezza. Alcuni testimoni affermano di averla vista vagare furtivamente sul terrazzo del castello, mentre altri dichiarano di aver sentito strani suoni, come un pianto. Oltre a lei, si dice che anche lo spettro di Antonio De Falconibus, un suo discendente morto a Otranto nel 1480 combattendo contro l’invasore ottomano, si manifesti tra le mura del castello».

LA DAMA COL TAMBURO DI MONOPOLI

«Il Castello di Carlo V a Monopoli, costruito nel 1552 come parte delle fortificazioni volute da Carlo V per proteggere la costa pugliese, è famoso non solo per la sua storia ma anche per la leggenda della “Femn Maz Tammor2, un fantasma che contribuisce al fascino del luogo. La leggenda narra di una donna che - riporta Mario Contino - nelle notti di luna piena o durante tempeste, si manifesta suonando una tammorra, uno strumento simile al tamburello. Si dice che il suo spirito suoni questo strumento per guidare il marito disperso in mare. Un’altra versione della storia vede il fantasma come una suora che spaventa coppie in cerca di intimità nei pressi del castello. Entrambe le versioni mescolano amore, perdita e mistero. Nonostante la popolarità della leggenda, non ci sono prove concrete della sua esistenza. Il suono della tammorra ascoltato dai pescatori potrebbe essere causato dalle mareggiate che comprimono l’aria sotto le fondamenta del castello».

L’EX MONASTERO DEI CAPPUCCINI DI MESAGNE

«La leggenda del fantasma del convento dei Cappuccini a Mesagne, nel Salento, narra di fra’ Marcellino, un monaco scomparso lì misteriosamente nel 1512. Nonostante le ricerche - dice Mario Contino - il frate non fu mai ritrovato, e da allora si racconta di apparizioni spettrali tra le mura del convento. Il fantasma, descritto come un monaco avvolto nel saio, sarebbe stato avvistato vagare nei corridoi, accompagnato da suoni inquietanti e porte che si aprono da sole. Secondo la leggenda, il monaco potrebbe essere stato vittima di una forza malvagia o di un peccato non confessato, che impedisce la sua pace eterna. Si dice che un manoscritto trovato dopo l’abbandono del convento nel 1800 contenesse formule esoteriche e una profezia legata alla scomparsa del frate, che avrebbe dovuto avverarsi nel 2012. Nonostante gli avvistamenti e i fenomeni paranormali raccontati, indagini condotte nel convento, non hanno prodotto prove concrete».

IL MUSEO ARCHEOLOGICO FAGGIANO

«Il Museo Archeologico Faggiano, noto anche come Casa Museo Faggiano, è un sito storico in cui sono stati scoperti reperti archeologici come tombe, cisterne e simboli legati ai Cavalieri Templari. Tuttavia - dice Mario Contino - il museo è anche famoso per la leggenda di un monaco fantasma, avvistato da diversi visitatori. L’apparizione spettrale sembra attraversare un muro tra due stanze, dove in seguito è stata scoperta una porta murata. Testimoni descrivono il fantasma come una figura di media statura, vestita con una tunica scura, che non interagisce con chi lo vede. Il Museo Faggiano, oltre al suo valore storico, è un luogo d’interesse per chi è affascinato da leggende e fenomeni paranormali».

IL CASTELLO ARAGONESE DI OTRANTO

«Il Castello Aragonese di Otranto, oltre a essere un capolavoro di architettura militare, è anche legato alla leggenda del fantasma di Giulio Antonio Acquaviva, conte di Conversano. Questo nobile, valoroso spadaccino - sostiene Mario Contino - morì combattendo contro i saraceni nel 1480, decapitato da un colpo di scimitarra. La leggenda narra che, nonostante la morte, il cavaliere continuò a cavalcare fino al Castello di Sternatia, e ancora oggi il suo spettro senza testa si aggirerebbe nelle notti d'agosto nel castello di Otranto, soprattutto nei sotterranei e presso il bastione Punta di Diamante. Il castello, testimone di secoli di storia, narra anche di rinascita sotto Federico II di Svevia e Alfonso d’Aragona, che lo ricostruirono dopo l’invasione turca. Oltre alla storia del fantasma del conte, il castello conserva tracce di altre storie malinconiche, come quella di Donna Teresa De Azevedo, nobile spagnola, la cui morte prematura fu ricordata con una toccante epigrafe dal marito Don Alfonso de la Serna e Molina. Accanto a questa cappella d’amore eterno, si può vedere l’effigie di un aristocratico, forse Don Francesco, che avrebbe voluto vegliare in eterno la sua sposa amata. Il castello rimane un luogo di fascino non solo per la sua storia militare, ma anche per le leggende che lo circondano, rendendolo un simbolo di mistero e amore intramontabile».

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