BARI - In tutta Italia sono quasi tre milioni i neet, un esercito di giovani che non studiano e non lavorano e che si concentrano soprattutto al Sud. In Puglia gli ultimi dati Istat parlano di circa 200mila neet nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni, che diventano 250mila se si amplia il campione fino a 34 anni. Un ruolo importante nel combattere il fenomeno può essere svolto dalle università. Di questo si è parlato nel corso di una tavola organizzata a Bari «I neet you. Il ruolo dell’università nel contrasto al fenomeno dei neet», come risultanza del progetto I neet you.
«Questo fenomeno è stato studiato nelle scuole, ma meno negli Atenei - spiega il responsabile scientifico Alberto Fornasari, docente del dipartimento For.Psi.Com - Eppure in Italia ci sono moltissime carriere accademiche che non vengono concluse. Bisogna capire come monitorare queste persone e quali azioni mettere in campo per farle rimanere nell’università e portale alla costruzione di competenze utili per il mondo del lavoro». Il rettore dell’università di Foggia, Pierpaolo Limone, ricorda che «il problema è particolarmente complesso perché bisogna tenere conto anche della migrazione di chi sceglie di iscriversi nelle università del Nord. In Puglia questo fenomeno riguarda circa il 40 per cento degli studenti - prosegue - Come conferenza dei rettori stiamo cercando di accompagnare un processo di orientamento nelle scuole italiane grazie ai finanziamenti del Pnrr. Il progetto prevede lo stanziamento di 250 milioni di euro e permetterà alle università di fare orientamento nei contesti nei quali normalmente non riescono ad attrarre studenti».
Da parte sua il rettore dell’università di Bari, Stefano Bronzini, ammette che «dobbiamo essere più coraggiosi soprattutto con le lauree magistrali, ampliando l’offerta formativa. Inoltre assistiamo a carriere universitarie troppo lunghe. Su questo occorre fare di più». L’assessore regionale a Formazione e lavoro, Sebastiano Leo, ribadisce che la ricetta è far tornare i ragazzi a studiare, perché «sul sapere è possibile far gemmare qualsiasi tipo di conoscenza». Mentre Antonio Castellucci, segretario generale Cisl Puglia, spiega che «le politiche mese in campo sia a livello nazionale sia regionale probabilmente non hanno funzionato. Adesso occorre costruire una rete, un patto sociale sul territorio con istituzioni, politica, mondo dell’università e imprese. Occorre dare fiducia ai giovani - conclude - e rimetterli nel mondo del lavoro attraverso programmi, come per esempio Garanzia giovani, che la Regione ha attivato come seconda fase, ma che devono essere mirati perché non possiamo disperdere risorse».
Università, Bronzini: "Con agevolazioni recuperati mille studenti"
«Quest’anno, grazie un sistema fiscale di agevolazione, la nostra università è riuscita a recuperare circa mille studenti che avevano interrotto il percorso accademico». Lo ha detto il rettore dell’università degli studi di Bari Aldo Moro, Stefano Bronzini, a margine della tavola rotonda «I neet you. Il ruolo dell’università nel contrasto al fenomeno dei neet».
«Finalmente questo problema è emerso anche negli atenei, la gravità era il silenzio precedente - spiega Bronzini - Il nostro impegno è recuperare gli studenti che lasciano gli studi. Questo sia attraverso agevolazioni fiscali sia attraverso politiche di reinserimento nei percorsi informativi». Parlando del problema della dispersione universitaria, Bronzini chiarisce che «al Nord si registra il 6% di diminuzione media degli iscritti, mentre noi quest’anno stiamo assistendo a una piccola crescita». Quanto alla paura che il peggioramento progressivo delle condizioni economiche e sociali dovuto all’inflazione possa incidere sulle iscrizioni, Bronzini ricorda che «abbiamo messo in campo facilitazioni che oggi permettono al 42% degli iscritti di non pagare le tasse, inoltre abbiamo lanciato agevolazioni per le ragazze che scelgono le classi di laurea Stem con sconti del 75%. Ciò che invece preoccupa è l’aumento dei costi gestionali come quelli energetici, questo è un tema che nel governo è al centro dell’attenzione».