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«La battaglia per l’ambiente», domani la presentazione al Libro Possibile

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

«La battaglia per l’ambiente», domani la presentazione al Libro Possibile

Parla l’avvocato Amato, tra gli autori insieme ai procuratori Rossi e Nitti

Venerdì 07 Luglio 2023, 13:33

«Il diritto dell’ambiente è una materia complessa e in continua evoluzione, in gli aspetti civilistici e amministrativi si intersecano con quelli penali e in cui le norme spesso mettono in difficoltà l’interprete». L’obiettivo della seconda edizione del manuale «Diritto penale dell’ambiente» (Cacucci), scritto dagli avvocati Alessandro Amato e Vittorio Triggiani, dal docente universitario Vincenzo Muscatiello e dai magistrati Renato Nitti e Roberto Rossi (procuratori di Trani e Bari), con prefazione di Aldo Fiale (redattore, tra l’altro, della sentenza di Punta Perotti), è fornire - spiega l’avvocato Amato - «una lettura sinergica tra i diversi aspetti».

Il manuale, completamente riscritto rispetto alla prima edizione a seguito dell’entrata in vigore del Testo unico sull’ambiente, sarà presentato dagli autori domani alle 19 al «Libro possibile» di Polignano. È rivolto agli studenti universitari, ma anche alle forze dell’ordine e agli stessi magistrati: «Devo ringraziare l’editore Cacucci - dice Amato -, che si è impegnato a contenere il prezzo di copertina per facilitare l’acquisto e la diffusione. I proventi di questo lavoro andranno come sempre in opere di beneficienza, nello specifico saranno destinati alla realizzazione di iniziative in Africa».

La tutela dell’ambiente è entrata in Costituzione solo nel 2009 con l’articolo 9 e l’articolo 41, prima c’erano solo sforzi degli interpreti: con riferimento all’articolo 32 e al richiamo alla salubrità e al paesaggio. «Un plauso - dice Amato - va al riconoscimento dell’obbligo di tutela ambientale per le generazioni future, ma anche con le modifiche all’articolo 41 sulla libera iniziativa economica, di modo che - come insegna la Consulta sul caso Ilva- non ci siano più “diritti tiranni”».

E dunque si parla «di diritto dell’ambiente a tutto tondo, con particolare riferimento ai risvolti di natura penale. Abbiamo individuato, tramite il collega Vittorio Triggiani, gli aspetti urbanistici che possono avere risvolti penali. Il professor Muscatiello si è occupato dell’introduzione dei concetti di base, illustrando i principali caratteri del bene ambiente. La materia principale, trattata dal dottor Renato Nitti, è quella dei rifiuti: con lo spirito di una politica mirata al recupero e non allo smaltimento sono state introdotte modifiche al Testo unico su base quasi mensile, a volte degli stravolgimenti di difficile interpretazione». Tra gli esempi di innovazione normativa c’è il concetto di disastro ambientale. «Il disastro ambientale fino al 2015 non esisteva, ma veniva tutelato dal diritto positivo con una norma sul “disastro innominato” nata nel 1930 per ben altri contesti e plasmata dalla giurisprudenza a tutela dei disastri causati dall’inquinamento che determinano un pericolo per la pubblica incolumità. Finalmente il legislatore, su invito della Consulta ha introdotto l’articolo 452 quater del Codice penale con una ipotesi specifica. Anche di questo facciamo una valutazione. Come sostiene il dottor Roberto Rossi, il vero tiranno è il legislatore, che nella nuova norma fa riferimento ad “attività abusive” e quindi sembrerebbe voler consentire spazi di legittimità per le attività non abusive ovvero per quelle contenute in provvedimenti autorizzatori. E dunque pure a fronte di principi che dovrebbero garantire una ampia tutela, le norme sembrano poi lasciare ampi spazi interpretativi».

Sempre in materia di novità normative, il manuale affronta le difficoltà sorte in materia di elettrosmog ma anche di inquinamento dei corpi idrici. «Se parliamo di sversamento di rifiuti in un fiume - esemplifica Amato, avvocato barese con trent’anni di attività, dottorato in Diritto dell’ambiente ed esperienza a Strasburgo - sorge la necessità di capire se bisogna applicare la normativa in materia di abbandono di rifiuti o quella sull’inquinamento delle acque. Sono aspetti che tante volte nei processi mettono in difficoltà il Pubblico ministero. Da qui la necessità di fare chiarezza». Restando in tema di rifiuti, l’avvocato ricorda «l’impegno del del legislatore a dare avvio al cosiddetto end of waste, un principio che non è stato ancora compreso e spesso viene anche ostacolato. Viene infatti ritenuto che ciò che è rifiuto non possa entrare nel ciclo produttivo. Bisogna cambiare mentalità: per la tenuta del sistema serve garantire un miglior recupero del rifiuto non pericoloso».

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