Mantenere il successo saldo per vent’anni non è una prerogativa di tutti gli spettacoli dal vivo. Per Notre Dame de Paris, l’opera popolare moderna più famosa al mondo e spettacolo tra i più imponenti mai realizzati, questo traguardo si è materializzato quest’anno. Ed è proprio a vent’anni dal suo esordio, avvenuto il 14 marzo del 2002 al GranTeatro di Roma, che il mega spettacolo è tornato in scena per cinque giorni al Palaflorio di Bari, con il cast originale: la cantante e attrice argentina, di origine italiana, Lola Ponce (nei panni di Esmeralda), Giò Di Tonno (che interpreta Quasimodo), ma anche Vittorio Matteucci (Frollo), Leonardo Di Minno (Clopin), Matteo Setti (Gringoire), Tania Tuccinardi (Fiordaliso) e il pugliese doc Graziano Galatone, che veste come sempre i panni del capitan Febo. Le ultime tre repliche a Bari della tournée del ventennale sono previste questa sera alle 21, domani e lunedì (biglietti disponibili sul circuito Ticketone).
Tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, lo spettacolo è stato scritto da Luc Plamondon e nella versione italiana da Pasquale Panella, su musiche di Riccardo Cocciante e prodotto da Clemente Zard, figlio di David. Abbiamo chiesto a Lola Ponce se si aspettasse di raggiungere questo traguardo dei 20 anni di repliche in tutto il mondo.
«Non me lo aspettavo. Sapevo che sarebbe stato un traguardo importante nella mia vita, ma mai mi sarei aspettata quest’amore e rispetto, insieme all’enorme possibilità che ha cambiato la storia della mia vita. Sono molto grata per tutto quello che è accaduto».
Si è mai chiesta qual è la chiave di volta del successo dello spettacolo?
«L’insieme. Funziona attraverso le musiche, le parole, lo show in generale fatto di straordinari costumi, luci e movimenti scenici. Poi, c’è l’entusiasmo che noi artisti mettiamo in scena ogni volta, insieme alla disciplina e al cuore. Ogni volta per noi accade qualcosa di magico, non si può spiegare. Pur avendo una famiglia e viaggiando in tutto il mondo, ho lavorato sodo per questo successo. Ogni sera è una festa che celebro con i miei amici e il pubblico: Notre dame siamo tutti noi».
Per lei è un ritorno in Puglia, dopo la sua prima volta nel 2016: che effetto le fa esibirsi nella regione originaria di un altro straordinario argentino come Astor Piazzolla?
«Mi sento onorata e toccata da queste parole: Piazzolla fa parte della storia della musica di tutti i tempi. Mi preme ricordare che Piazzolla ha suonato il tango con l’orchestra di mio nonno, quindi questa domanda mi commuove ricordando appunto mio nonno e il grande inventore del tango nuevo».
Ha mai detto di voler abbandonare il ruolo di Esmeralda?
«Mai. Ogni volta che porto in scena Esmeralda è sempre diverso. Ogni sera, anche se lo spettacolo è lo stesso, il sound può cambiare, così come l’energia degli altri artisti e il pubblico in sala. Per me è un onore essere sul palcoscenico e ricevere apprezzamenti dal pubblico. Non ho paura di restare intrappolata nel personaggio».