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Quando la danza comunica più di mille parole

 
Federica Marangio

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Federica Marangio

Quando la danza comunica più di mille parole

Spettacolo saggio di fine anno: Carillon e Mondi sospesi tra pandemia e guerra

Giovedì 14 Luglio 2022, 15:55

Perché pensare ancora alla pandemia? O alla guerra? “Perché il ruolo della danza è anche quello di educare a rispondere con fermezza alle avversità della vita, senza esserne fagocitati”. E così la scuola “Attitude Danza & Fitness” diretta dalla maestra Lucia De Mitri ha colorato il palco del teatro Apollo a Lecce di emozioni e ricordi recenti, non da demonizzare, ma da valorizzare come occasione di crescita. Alternando il classico al moderno, passando per il contemporaneo non è mancato “Penso positivo” di Jovanotti, note che sono divenute un incoraggiamento, accompagnate dal canto dell’intera platea. Gli allievi di tutti i corsi di danza, hip hop, break dance e ginnastica artistica hanno riempito di calore il teatro, dispensando sorrisi nel corso dell’intera serata. Coinvolgente l’esibizione di Miro Rillo, maestro di break dance e grande orgoglio per la coreografia “L’amore ò vero” della maestra Anna Lucia Indennitate, vincitrice al concorso nazionale Danza Italia a Roma (secondo posto). “Ce l’abbiamo fatta” ha esultato Lucia De Mitri con la voce rotta dall’emozione alla fine dell’esibizione. Non si può immaginare il carico emotivo dell’insegnante che ha seguito i suoi allievi persino con lezioni in videochiamata pur di non fermarsi, in pieno lockdown e successivamente. Quella sua affermazione rivela il sollievo dinanzi al successo proclamato da diverse centinaia di astanti in visibilio. “Un plauso – ha aggiunto la De Mitri – va ai genitori di alcuni ballerini che ogni anno, dietro le quinte, contribuiscono alla realizzazione di un momento in cui emergono i valori fondanti della scuola, la condivisione, lo spirito di squadra, l’impegno e la dedizione e a quei genitori che vestono panni non usuali sul palco pur di strappare un sorriso ai figli”. Numerosissimi i messaggi sui social corredati dalle immagini e dai video delle strabilianti coreografie. “Siamo una piccola grande squadra. Lavoriamo tanto, ma allo stesso tempo ci divertiamo”. E ancora gratitudine per creare “coesione tra tutti e tornare a reindirizzare le più piccole a stare in sala dopo il Covid”. Il tema conduttore è stato il carillon, inteso come una scatola a volte in grado di suscitare ricordi sospiti, altre di innescare le atmosfere sognanti del circo e non ultimo di scandire il tempo, destabilizzato dalla pandemia e minacciato dalla guerra. Quest’anno la danza si è fatta ambasciatrice di messaggi sui quali non si può tacere: “Nelle città di guerra l’aria è irrespirabile, il rumore delle armi causano terrore, i bambini muoiono sotto il cielo nero. Non hanno nessuna colpa e noi dovremmo avere il coraggio di chiedere scusa per averli fatti nascere in un mondo di guerra".

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