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Vaccini in Puglia, Smi: «Medici di base non potranno garantire terza dose»

 
Redazione online

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Vaccino anti Covid 19, in consegna in Puglia 27mila dosi

Lo dichiara Ludovico Abbaticchio, presidente nazionale dello Smi (Sindacato medici italiani)

Martedì 06 Luglio 2021, 17:00

BARI - «I medici di medicina generale non potranno garantire l’inoculazione della terza dose di vaccino anti Covid»: lo dichiara Ludovico Abbaticchio, presidente nazionale dello Smi (Sindacato medici italiani). «L'attuale fase della vaccinazione di massa - prosegue - e la difficoltà di raggiungere tutte le classi di età della popolazione c'indicano che gli hub non potranno rimanere per troppo tempo cosicché il nuovo coinvolgimento dei medici di famiglia è indicato dal Governo come la soluzione ideale per proseguire la profilassi della popolazione».

Però, «distogliere il medico di famiglia dall’ordinario controllo e dal trattamento delle cronicità danneggia la prevenzione, non permette un buon controllo di riacutizzazione di malattie croniche e di diagnosi precoci. Se poi aggiungiamo il continuo giungere di telefonate per rassicurare sulla bontà della vaccinazione e per spiegare come ottenere il green pass, il quadro dello svilimento della professione del medico di medicina generale è completo. Sono queste le grandi difficoltà legate alla possibilità della inoculazione della terza dose del vaccino anti covid da parte dei medici di famiglia». Abbaticchio evidenzia anche le disparità nel trattamento economico tra medici. «Non è bello prendere atto - sostiene - che l’impegno di spesa per questa pandemia è stato molto alto e che affidare ai medici di medicina generale la campagna vaccinale sarebbe molto più economico. I medici di medicina generale hanno concordato 8 euro per le somministrazioni in studio o negli hub e 25 euro per il domicilio, mentre altri colleghi hanno ottenuto 80 euro lordi all’ora».

«Abbiamo vissuto - conclude - una drammatica situazione sul piano organizzativo e operativo. La distribuzione dei vaccini ai medici di famiglia è stata scarsa, improvvisata; alcuni hanno avuto poche dosi, altri tante. I medici che hanno scelto di operare negli hub sono stati comunque discriminati rispetto agli altri operatori. Hanno potuto contare, oltre che sui vaccini, su infermieri, amministrativi e vaccini. Alle luce di questo e dei nostri impegni extra Covid, siamo indotti a ritenere che l’eventuale assegnazione ai medici di medicina generale della terza dose non potrà essere garantita».

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