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Lecce non c’è tempo, Giampaolo e Gotti quasi la stessa musica: sei sconfitte e zero vittorie

 
Antonio Calò

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Antonio Calò

Lecce non c’è tempo,  Giampaolo e Gotti quasi la stessa musica: sei sconfitte e zero vittorie

La media punti sin qui con Giampaolo in panchina si sta appiattendo verso quella che la formazione salentina ha ottenuto con Gotti sulla tolda di comando

Martedì 15 Aprile 2025, 13:22

LECCE - La media punti fatta registrare sin qui dal Lecce con Marco Giampaolo in panchina si sta appiattendo sempre più verso la media punti che la formazione salentina ha ottenuto con Luca Gotti sulla tolda di comando. Serve un repentino cambio di rotta.

Nelle prime dodici giornate, quelle vissute con il trainer veneto a guidare il team giallorosso, Federico Baschirotto e compagni hanno inanellato 2 successi e 3 pareggi a fronte di 7 sconfitte, con un bottino di 9 lunghezze ed una media di 0,75 punti a gara. Con l’allenatore di Giulianova in panchina, dopo 20 turni, il Lecce ha messo in fila 4 vittorie, 5 nulla di fatto e 11 batoste, garantendosi 17 lunghezze, con una media di 0,85 a partita.

La forbice tra il rendimento della formazione con Giampaolo a dirigere i lavori e della compagine con Gotti a dettare le strategie si è ridotta al lumicino, il che fa tremare i polsi in vista delle ultime sei sfide che decreteranno i nomi degli schieramenti che si salveranno e di quelli che ruzzoleranno tra i cadetti. Basti pensare che al ventitreesimo turno la media dei giallorossi sotto la guida del tecnico abruzzese era di 1,16 (14 lunghezze in 12 match). Ora, invece, la situazione è del tutto differente. Nelle ultime nove gare, il Lecce ha raggranellato appena 3 pareggi a fronte di 6 sconfitte. In assoluto, non vince dal 31 gennaio, quando ha espugnato il «Tardini» di Parma, dando l’impressione di avere imboccato la strada giusta per restare in massima serie. Al «Via del Mare», i salentini non si impongono addirittura da quattro mesi, stante il fatto che l’ultima affermazione interna si riferisce al confronto di andata con il Monza, vinto per 2-1 il 15 dicembre scorso.

È evidente, quindi, che Wladimiro Falcone e soci abbiano bisogno di una impennata, che serva un loro deciso cambio di passo. Il tutto, anche in considerazione del fatto che, per restare in A, dopo la risalita in classifica del Venezia, non si tratta più di lottare «solo» per evitare la terz’ultima piazza, ma anche la penultima, in quanto nella bagarre sono tornati anche i lagunari. Insomma, è il caso di dire «Lecce, se ci sei batti un colpo» e questo «colpo» va battuto subito, già in occasione del match casalingo con il Como. Né serve stare a segnalare che la rosa allestita dai lariani è costata una barca di euro, che vanta una cifra tecnica superiore alla media. Non serve perché poi sulla strada dei giallorossi ci saranno squadre del calibro dell’Atalanta, del Napoli e della Lazio, in lizza per la Champions, per lo scudetto e, nella peggiore delle ipotesi, per l’Europa League.

Eppure questi team più quotati hanno dovuto lasciare per strada alle altre pericolanti più dei due punticini messi insieme sin qui dalla «truppa» diretta da Giampaolo contro Juventus e Bologna e lo hanno fatto quasi tutte sia tra le mura amiche che lontano da esse. Insomma, per avere concrete chance di meritare la storica terza permanenza di fila, il Lecce dovrà iniziare a mettere in saccoccia l’intera posta in palio nella partita con il Como, per poi insistere e strappare qualche risultato utile anche contro le big. E dovrà fare altrettanto a Verona, contro quell’Hellas che, passo dopo passo ha costruito un piccolo ma significativo solco rispetto alle altre compagini a rischio, ed al «Via del Mare» con il Torino, che magari, sulla carta, non avrà grandi motivazioni, ma che non farà certo sconti.

Quando la cifra tecnica degli avversari è superiore alla propria ed in massima serie quasi tutte le rivali hanno qualcosa più del Lecce, per provare a colmare il gap occorre seguire altre vie: la corsa, l’intensità, l’attenzione spasmodica, la furbizia, l’accortezza tattica ed anche la capacità, se necessario, di commettere il fallo giusto al momento propizio o di sfruttare il calo di tensione degli avversari che magari oramai si sentono tranquilli del risultato. È ciò che il Lecce dovrà gettare nell’agone sabato, contro il Como, ed in ciascuna delle seguenti cinque sfide, per provare a regalarsi una salvezza che altrimenti resterà una chimera.

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