BARI - Tre gol in 584’ per sette punti totali consegnati al Bari. Dopo le reti al Mantova e alla Sampdoria, Giulio Maggiore lo ha rifatto l’altra sera al «San Nicola» contro il Palermo. Centrocampista centrale, mezzala e all’occorrenza anche trequartista, il calciatore di origini genovesi sta diventando il bomber tascabile della truppa allenata da Moreno Longo. La conferma nel match vinto dai biancorossi contro i rosanero di Dionisi e inaugurato proprio dal guizzo dell’ex salernitano approdato in Puglia nei primi giorni di febbraio: «Quella contro il Palermo - commenta Maggiore - è stata una vittoria voluta. Eravamo pronti sul piano mentale così come preparato per tutta la settimana. Si è fatta un’ottima gara e siamo davvero contenti. Adesso, disponiamo di diversi giorni per preparare la gara di Pasquetta contro il Sudtirol».
Lo score avrebbe potuto anche essere più robusto: «Mi dispiace non aver fatto il secondo gol. Ho avuto più di una occasione. L’importante è arrivarci. Ho visto un Bari forte sul piano difensivo. Mi sto trovando bene con i compagni e sono felice di questo momento». Prova personale a parte, di venerdì sera resta l’immagine di un Bari reattivo dopo il pari del Palermo: «La squadra - continua Maggiore - si vede in questi momenti, quando c’è da tenere botta in alcune fasi delicate della partita. Come a Catanzaro e stavolta contro il Palermo. Bene, perché rispondiamo alla grande dopo il brutto secondo tempo di Carrara. I tre punti sono pesanti, soprattutto contro una squadra che lotta come noi per i playoff. Ci danno fiducia per le ultime gare». Trequartista pronto all’inserimento, di sicuro un’arma tattica in più per i Galletti: «Longo mi chiede di fare la mezzala a sinistra. Quando si presenta l’occasione, mi precipito in area e credo sia questo il ruolo più adatto a me. Col Palermo, è stata buona anche l’intesa con Maiello. Dedico il gol alla mia famiglia».
Novanta minuti a Carrara, una mezzoretta a Catanzaro e tre quarti di gara contro il Palermo. Tanto basta per rinverdire lo score di Cesar Falletti, pronto a sprintare come ai vecchi tempi. A bocce ferme dopo la gara di avantieri, l’uruguaiano sprizza gioia e serenità: «Una prova così la cercavo da tempo, dalla gara contro lo Spezia. Sono contento e so che posso dare anche di più. Continuo a lavorare per migliorare tutti i giorni e fare quello che chiede il mister. Col Palermo potevo anche fare gol. C’erano spazi per puntare la porta. Stavamo bene in campo. Siamo stati una squadra vera. Non era facile. Il gol? Sarà una conseguenza delle belle prestazioni. La vittoria è meritata. Solo noi sappiamo quello che soffriamo in settimana e nello spogliatoio quando non arrivano i tre punti».
Qualche panchina di troppo lo aveva messo al margine. Utilizzato col contagocce dal 9 febbraio al 15 marzo, è pronto per la rivincita: «Se non sto bene, non succede nulla. Ed è giusto che giochi altri al mio posto. In questo lungo periodo mi frenavano un po’ l’assenza di fiducia e qualche pensiero negativo. Non è facile giocare al San Nicola. La gente spinge e ha avuto ragione di essere arrabbiata dopo la sconfitta di Carrara. Come squadra siamo compatti». È un Falletti generoso, pure nelle vesti di assist man. Clamorosa la palla d’oro servita a Lasagna e fallita un passo da Audero: «Kevin ha giocato una grande partita, al di là degli errori. Non meritava i fischi al momento della sostituzione. Attacca la profondità e questo mi facilita nel trovare spazio tra i mediani. Parliamo di un calciatore di grande livello con tanta serie A alle spale».