BARI - Spezia forte e competitivo. Per quelli che ne capiscono meglio una partita tosta, un avversario che alza il livello di attenzione e ti porta a superare la tua soglia di fatica. Dopo tre sconfitte consecutive, molto diverse tra loro, il Bari ha l’occasione di riabilitarsi tornando a muovere una classifica che, quasi d’incanto, è tornata scivolosa nella sua atavica illeggibilità.
Mister Longo, la ricetta è semplice: risolvere il problema del gol e tornare a vincere.
«Sì, anche perché sarebbe la panacea di tutti i mali, sappiamo quanto la vittoria possa essere un toccasana, per tutti. Lavoriamo per poterla raggiungere, dobbiamo continuare ad insistere per invertire il trend sotto l’aspetto del risultato. Le due sconfitte precedenti? Non c’era il solito piglio, a Palermo ho rivisto il Bari che ha fatto la prestazione. Abbiamo bisogno della prestazione, perché non siamo una squadra che può vincere la gara sporca, giocando male. Dobbiamo produrre, attraverso il gioco e l’identità che non devi mai perdere. I gol bisogna farli perché altrimenti la vittoria non arriva».
Lo Spezia è avversario complicato, numeri alla mano.
«Sarà una gara differente dalle altre. Lo Spezia sta facendo da padrone in B. Però le partite sono tutte da giocare. Dobbiamo avere il coraggio di fare le cose anche in una partita con un coefficiente di difficoltà alto, dobbiamo farlo con coraggio con fiducia, serve la partita perfetta contro una quadra attrezzata come lo Spezia, ma questo non deve toglierci il nostro modo di giocare».
Sul piano tattico sembra che il 3-5-2 sia ancora l’abito migliore.
«È il piglio con cui si è giocato, questo intendevo per “certezze ritrovate”. La squadra ha voluto mettere in campo un atteggiamento coraggioso. Sullo scacchiere tattico abbiamo sempre alternato».
Momento delicato per gli attaccanti.
«È normale che i gol delle punte possano condizionare la classifica. Al gol non possono arrivare tutti gli attaccanti, a volte c’è un ventaglio di giocatori. Lo Spezia ha fatto tantissimi gol su palla inattiva, quello è un punto di forza. Quando non hai l’attaccante da doppia cifra o da 15 gol, devi ricercare le reti in altri calciatori. Serve raggiungere un numero totale di gol per migliorare la classifica. Per i rinforzi ribadisco che siamo alla viglia di una gara molto importante. Dopo ci sarà un piccola sosta, dall’apertura del mercato affronteremo tutti i discorsi per capire dove e come rinforzare la squadra, cosa che cercheremo di fare».
Il Bari è di nuovo meno granitico in alcune situazioni difensive.
«La situazione è chiara, abbiamo passato un lungo periodo positivo e ora è arrivato un momento negativo; all’interno dobbiamo gestire tutto questo con lavoro, impegno massimale per migliorare queste situazioni che vengono meno in una stagione in cui siamo stati sotto la performance iniziale. Dobbiamo migliorare tutte le fasi. Ci saranno periodo negativi, ma dobbiamo restare consapevoli del nostro percorso e migliorare la compattezza difensiva».
Palle inattive, ci risiamo?
«Effettivamente abbiamo subito due gol nelle ultime tre gare (Pisa e Palermo). Credo che nel calcio un problema non credo che venga mai risolto definitivamente. Bisogna mantenere alta l’asticella dell’attenzione. Noi dall’interno non possiamo mai analizzare tutto ogni domenica. Dobbiamo mantenere sempre un focus, come sulle palle inattive. È un momento. Speriamo di lavorare bene su questa fase proprio perché affrontiamo una squadra molto abile sulle palle inattive».
Come sta Oliveri alle prese con un ginocchio «ballerino»?
«Anche lui ha fatto un periodo eccezionale, in cui abbiamo apprezzato le sue qualità. Anche lui ha avuto un calo, abbiamo cercato di gestirlo, per fare in modo che recuperasse e giocasse, deve stare sereno. In un campionato è fisiologico, è il suo primo torneo da titolare. La continuità non è un elemento facile per chi non è abituato. Il momento negativo fa parte dell’esperienza. Dobbiamo avere fiducia e lasciarlo lavorare tranquillamente e ricercare le prestazioni per essere sulla bocca di tutti».
Falletti non riesce a riemergere dopo l’infortunio.
«Gli ho ribadito che la sostituzione a Palermo non è nata da una non prestazione, ma a livello qualitativo ci aspettiamo la scelta finale, la giocata, qualcosa che possa aiutarci a determinare. Resta un calciatore importante».
L’andata chiusa a 24 punti.
«Abbiamo raccolto meno punti di quelli che meritavamo, perché non abbiamo avuto la forza di portare a casa delle vittorie, per esempio con Cosenza, Reggiana e Catanzaro. Quando invece abbiamo perso lo abbiamo meritato. Ma sul lungo la classifica non mente mai. Dovremo essere bravi per fare un girone di ritorno per colmare quanto lasciato per strada».
Anche Lasagna sembra involuto.
«Kevin a Palermo ha dimostrato di stare bene. Ha avuto situazioni che poteva sfruttare meglio. Sta ritrovando la continuità persa a causa di un fastidio al ginocchio. Ci sta dando un contributo importante. Lo vedo in palla».
Come valuta Manzari?
«Deve crescere nel coraggio, deve avere più personalità, assumersi più responsabilità, in modo sfacciato. Non mi aspetto da lui il compitino. Preferisco che sbagli un po’ di più, ma avendo il coraggio di osare. Se si resta nel guscio non fai il salto di qualità. Uno che ha quel piede anche se sbaglia deve avere coraggio di ripresentarsi a battere delle punzioni e non pensare all’errore».
La consapevolezza che questa squadra vada assolutamente rinforzata ce l’hanno tutti in società?
«Il mio pensiero la società lo conosce, c’è un confronto quotidiano. Sappiamo cosa ci può servire e cosa c’è da fare. Poi questo va messo in atto ed un altro discorso. Ma dipende dagli obiettivi: se uno pensa di andare A è normale che la squadra vada rinforzata. Il pensiero è di continuare la costruzione, in estate è stato fatto un ottimo lavoro per la ripartenza. Adesso devi andare a cercare piano piano a migliorare questa costruzione, che non può passare da una sola costruzione di mercato».