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Marco Giampaolo: Lecce è la grande occasione. «Voglio riaffermare le mie idee di calcio»

 
Pierpaolo Verri

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Pierpaolo Verri

Marco Giampaolo: Lecce è la grande occasione. «Voglio riaffermare le mie idee di calcio»

A distanza di due anni dall’ultima esperienza, Marco Giampaolo torna su una panchina di serie A

Mercoledì 13 Novembre 2024, 13:07

LECCE - «Voglio riaffermare le mie idee di calcio». A distanza di due anni dall’ultima esperienza, Marco Giampaolo torna su una panchina di serie A. Lo fa alla guida del Lecce, impegnato in una difficile corsa salvezza. Al tecnico abruzzese il compito di trasmettere i suoi principi di gioco alla squadra giallorossa, alla ricerca di nuove certezze e di un rinnovato slancio in classifica.

«Due anni di inattività sono tanti - esordisce Giampaolo - dopo un primo periodo di pausa però mi sono subito rimesso a lavoro. L’ho fatto dal punto di vista mentale, simulando di essere in campo. Il calcio è cambiato e bisogna stare al passo con i tempi. Fino a qualche anno fa si pensava a presidiare gli spazi, oggi si gioca uomo contro uomo. Non esistono più i sistemi di gioco, si difende in un modo e si attacca in un altro. È necessario seguire i cambiamenti».

Quale sarà allora l’identità tattica del Lecce di Giampaolo? «Voglio una squadra che giochi a calcio - puntualizza il tecnico - se giochi hai più possibilità di vincere le partite, in linea generale se gestisci tu il possesso del pallone difendi di meno. Per fare calcio ci vogliono conoscenze e qualità tecniche, caratteristiche che a questa squadra non mancano. La mia idea è quella di fare la partita, non solo di subirla, sapendo che ci sono i momenti in cui si soffre e bisogna anche saper subire. Per me fare un passaggio in più non è uno spreco se quel passaggio ha un obiettivo strategico».

Per Giampaolo sono state ore piuttosto frenetiche. Lo scorso sabato, dopo l’esonero di Luca Gotti, sono iniziati i primi contatti con la società salentina. In poco tempo sono stati limati i dettagli del contratto che scadrà il prossimo giugno, con rinnovo automatico in caso di salvezza. Ha potuto assaporare per la prima volta il campo soltanto ieri pomeriggio, quando ha guidato la sua prima seduta di allenamento, senza però contare sui tanti nazionali impegnati in giro per il mondo. «Ho seguito il Lecce in tv durante il campionato, in questi giorni l’ho rivisto in maniera dettagliata - spiega - prima di giudicare i calciatori voglio allenarli. Devo entrare in un ambiente nuovo per me e devo capire tutto il più presto possibile. Per me è una grande opportunità, che ripagherò con la serietà e la correttezza nei comportamenti. La scelta di accettare questa sfida ha motivazioni tecniche, ritengo che qui ci siano calciatori capaci di assimilare il mio pensiero».

Quanto allo schieramento tattico del suo Lecce, il mister non si sbilancia ma sottolinea le qualità della rosa: «In squadra ci sono tante ali e due punte come Krstovic e Rebic. Le qualità individuali possono aiutarci a fare meglio, ma il mio focus è sulla squadra. Oggi si gioca in 16, non ci sono soltanto gli 11 titolari. La squadra credo che sia stata costruita per giocare in un certo modo. Detto alla vecchia maniera, è una squadra allestita per giocare con due ali e una punta. Ma questi sono dettagli, oggi non è importante il modulo. Ciò che conta sono i principi di gioco e le qualità dei calciatori».

Giampaolo racconta poi del suo colloquio con il responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino: «Mi ha chiesto di lavorare e io ho risposto presente. Mi hanno parlato di Lecce come di una città bellissima, come sempre mi è accaduto in carriera scoprirò le sue bellezze soltanto alla fine della mia avventura qui. Fino ad allora sarò concentrato solo e soltanto sulla squadra».

L’obiettivo è quello di condurre il Lecce per la prima volta alla terza salvezza consecutiva in serie A: «Sarebbe un traguardo storico per il club, siamo in lotta con tante squadre e ci sarà da lottare fino all’ultima giornata. La differenza la faranno i dettagli, in partita e nel lavoro quotidiano. Poi sarà determinante la spinta dei tifosi. La squadra va incitata fino a fine partita, dopo il triplice fischio saranno giusti i fischi se non si è stati all’altezza. Il sostegno incondizionato è fondamentale, la squadra deve chiaramente metterci del suo ma alle volte riesci anche a vincere le partite grazie al supporto dei tifosi».

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