LECCE - La prima vittoria centrata dal Lecce, al «Via del Mare», con l’Empoli, in massima serie, risale al 2 novembre 2003 e garantì alla squadra salentina una boccata d’ossigeno importantissima nell’economia del campionato. La formazione giallorossa, all’epoca allenata da Delio Rossi, era reduce da cinque sconfitte di fila, in piena crisi, ma all’ottava giornata riuscì a battere il team toscano per 2-1 (doppietta di Ernesto Javier Chevanton). Nell’immediato, si trattò solo di una fiammata, in quanto seguirono sei match persi.
L’andata terminò con il pareggio interno ottenuto con la Juventus e con il colpaccio esterno centrato con la Reggina. Il Lecce archiviò la fase ascendente del torneo a quota 12 ed era dato per spacciato da tutti gli addetti ai lavori. A fine annata agonistica, invece, il club presieduto da Rico Semeraro non solo si salvò, ma si piazzò addirittura in decima posizione.
Venerdì (ore 20,45), al «Via del Mare» sarà di scena l’Empoli e la sfida, per l’undici salentino, si preannuncia fondamentale in prospettiva futura. Federico Baschirotto e compagni saranno chiamati a dare un segnale forte, per di più contro la compagine che, sino ad oggi, è la rivelazione del campionato tra quelle che battagliano nella seconda metà della graduatoria.
«La prossima partita con i toscani va assolutamente portata a casa - dice Sebastiano Siviglia, difensore del Lecce 2003/2004, che era in campo nel confronto del novembre 2003, 31 presenze in giallorosso, una lunga milizia in A con Lazio, Atalanta, Parma e Roma - Ci sono gare che vanno vinte a tutti i costi e poco importa come. Quella con il Verona era una partita del genere. Ora tocca al match con l’Empoli. Del resto, la massima serie è “tosta”, guai a perdere contatto dal gruppone che lotta in coda. Attualmente ci sono sette schieramenti racchiusi in una sola lunghezza ed occorre evitare che qualcuno scappi. Anzi, bisogna provare ad allungare e battendo la squadra diretta da D’Aversa, stante la concomitanza di diversi scontri diretti, i giallorossi lo farebbero».
Nel 2003/2004, il Lecce sembrava in B già a fine andata: «La rosa era zeppa di giovani che in seguito sarebbero diventati calciatori di spicco - rammenta Siviglia - Vucinic, Bojinov, Ledesma. Io ero uno dei più anziani. La permanenza fu merito dello staff tecnico e dei calciatori. Ma una parte significativa la ebbe la società. Corvino rimase fermo sulla scelta di Rossi come trainer. Inoltre, seppe intervenire nel mercato di gennaio con pochi innesti mirati che si rivelarono preziosi, unitamente alla crescita del gruppo preesistente, con i ragazzi che acquisirono consapevolezza nei propri mezzi con il trascorrere delle giornate. A questo si aggiunga che il gruppo dirigente riuscì a farci lavorare con relativa tranquillità, anche se la “piazza” fibrillava perché i risultati non arrivavano».
In questo avvio di campionato, la compagine allenata da Luca Gotti sta stentando a trovare la quadra: «Il Lecce attuale ha un organico che probabilmente annovera meno giovani rispetto a quello del 2003/2004, ma che ha inserito diversi elementi provenienti dall’estero. Quando si cambia contesto calcistico, serve tempo per adattarsi e ciascuno ha bisogno del suo. Occorrono pazienza e la massima compattezza dell’ambiente. Sono certo che i tifosi non lasceranno sola la loro formazione e la sosterranno ad oltranza. Del resto, nel Salento, la salvezza passa giocoforza dalla sofferenza. In campo come sugli spalti. Lasciarsi andare al disfattismo non aiuta».
Siviglia ha lavorato con il Lecce anche da trainer della Primavera, nel 2018/2019 e nel 2019/2020, prima del ritorno di Pantaleo Corvino: «Conosco il presidente Sticchi Damiani e gli altri soci. Sono certo che daranno il massimo pur di fare in modo che la squadra cambi passo. Oltre che dirigenti attenti, sono i primi tifosi dei colori giallorossi e non si tireranno indietro. Il responsabile dell’area tecnica, dal canto suo, starà già valutando come accrescere la competitività del roster nel mercato di gennaio. Lui sa come muoversi. Se necessario arriveranno gli elementi giusti per compiere un salto di qualità. Anche per questo bisogna restare aggrappati al treno dei team che sgomitano per non retrocedere». L’Empoli sarà un avversario assai ostico, in quanto sta facendo cose egregie: «È un complesso solido, che subisce poco e che in fase offensiva si fa valere. L’ambiente è molto tranquillo e questa circostanza aiuta negli eventuali periodi di difficoltà. A Lecce c’è senz’altro maggiore pressione».
NOTIZIARIO Nella mattinata di ieri, la «truppa» giallorossa ha proseguito la preparazione in vista della sfida di venerdì con i toscani, con una seduta di allenamento svoltasi all’Acaya Golf Resort & spa. Assente come accade da diverse settimane il centrale difensivo Kevin Bonifazi, hanno eseguito un lavoro personalizzato i centrocampisti Balthazar Pierret e Medon Berisha, il centravanti Rares Burnete, l’esterno alta Luis Hasa ed il trequartista Filip Marchwiński. Oggi è in programma un allenamento mattutino al «Via del mare».