BARI - «Il giorno prima del deposito della richiesta di ammissione al concordato in bianco» della società Football Club Bari 1908 sarebbero state «rilevate anomalie sui libri contabili», dall’inventario «non redatto correttamente» a un «credito inesistente nei confronti del Comune da due milioni e 200mila euro», forse riconducibile - «ma non è certo» - a spese straordinarie per la gestione dello stadio San Nicola.
Sono le parole della consulente della Procura, Elena Torsi, chiamata a ricostruire la situazione contabile della società del Bari Calcio alla vigilia del fallimento (dichiarato a gennaio 2019), che gli inquirenti addebitano in buona parte all’allora amministratore del club biancorosso Cosmo Antonio Giancaspro. La consulente è stata citata come testimone nel processo in corso dinanzi al Tribunale di Bari sul crac.
Giancaspro risponde di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. Imputata anche la commercialista foggiana Anna Ilaria Giuliani (difesa da Gianluca Ursitti), accusata di falso in attestazione nella procedura di concordato preventivo. L’ex arbitro Gianluca Paparesta, amministratore unico dal 22 marzo 2014 al 21 dicembre 2015 e presidente del cda fino al 22 giugno 2016, anche lui accusato di bancarotta fraudolenta, è a processo con il rito abbreviato (udienza a marzo).
Rispondendo alle domande dei difensori dei due imputati, l’avvocato Felice Petruzzella per Giancaspro e Gianluca Ursitti per Giuliani, la consulente Torsi ha spiegato le presunte «anomalie» riscontrate nei bilanci. Con riferimento al credito vantato nei confronti del Comune, ha rilevato che «la società aveva anzi un debito con l’amministrazione per mancato pagamento della Tari», pari a circa un milione e 400mila euro, ma non saputo chiarire - per non aver consultato la relativa documentazione - la natura del credito vantato.
Altre presunte anomalie riguardano i presunti debiti che sarebbero stati «stornati dai bilanci senza che ci fosse documentazione a supporto», cioè senza la prova degli avvenuti pagamenti. Ci sono poi circa 400mila euro di magazzino «che a un certo punto sono spariti» ha detto la consulente, come buona parte dei presunti debiti nei confronti dei tesserati, oltre alle spese relative al «contenzioso con i calciatori perché avevano abbandonato il campo senza l’autorizzazione dell’allenatore perché avevano avuto notizia che la società non era stata ammessa al campionato 2018».
Il fallimento della Football Club Bari 1908 Spa fu dichiarato il 14 gennaio 2019, nel giorno del 111° compleanno della società biancorossa, che aveva accumulato debiti per circa 12 milioni di euro. Nata per mano di Paparesta nel 2014 sulle ceneri della As Bari della famiglia Matarrese (fallita nel marzo 2014), la FC Bar 1908 fu poi rilevata nel 2016 da Cosmo Antonio Giancaspro, entrato inizialmente come socio al 5% e poi divenuto amministratore unico del club, all’epoca in serie B.
Il pm Giuseppe Dentamaro gli contesta di aver accumulato debiti, per esempio omettendo «sistematicamente il pagamento di imposte e ritenute sino a 4 milioni e mezzo di euro». E anche Giancaspro, come prima di lui avrebbe fatto Paparesta per importi inferiori, nei bilanci 2016 e 2017 avrebbe omesso di riportare importi passivi fino a oltre 3 milioni di euro.
Si tornerà in aula il 27 giugno per l’esame imputati. A ottobre saranno sentiti i testi delle difese, tra cui il sindaco Antonio Decaro e l’ex calciatore biancorosso Giovanni Loseto.