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Calcio, Mutti spinge il Bari: «Può ancora risalire»

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Calcio, Mutti spinge il Bari: «Può ancora risalire»

Sul prossimo match col Modena: «Mi aspetto una bella partita, gli emiliani hanno in panchina un allievo di Marino. Entrambe le squadre hanno qualità»

Venerdì 20 Ottobre 2023, 12:41

BARI - «Al Bari mi legano ricordi indelebili: è una piazza da A e c’è tutto il tempo per tutto il tempo per coltivare ogni ambizione». Domani i biancorossi affronteranno il Modena: sarà il debutto sulla panchina pugliese di Pasquale Marino, chiamato ad imprimere una svolta ad una stagione fin qui in sordina. Tra i Galletti, oltre gli infortunati Menez e Maita, è in dubbio anche Benali per un affaticamento. Bortolo Mutti è uno dei doppi ex più rappresentativi della sfida: il tecnico bergamasco ha guidato gli emiliani dal 2007 al 2008 centrando una complicata salvezza in serie B, in Puglia, invece, è approdato nel febbraio 2011, con il destino della squadra ormai segnato verso la retrocessione in cadetteria e lo scandalo scommesse che divampava. Curioso il destino: dodici anni dopo, il calcio italiano si ritrova travolto da una situazione analoga… Ecco perché il mister lombardo parla a 360 gradi: toccando i temi della partita e della stretta attualità.

Mister Mutti, quali ricordi serba della sua esperienza a Bari e Modena?
«Due situazioni un po’ “estreme”, ma altamente formative. A Modena bisognava salvare la categoria: entrai a torneo in corso e riuscimmo nell’impresa, quindi nella stagione successiva ci trovammo ancora a lottare per non retrocedere e la società decise di sostituirmi quando mancava appena un mese alla fine del campionato ed eravamo in linea di galleggiamento. Accettai il Bari, invece, soltanto per la grande insistenza di un gentiluomo come Vincenzo Matarrese: la classifica era complicata, non riuscimmo a centrare un miracolo, ma resta un bel ricordo di quanto in parte producemmo sul campo e della dignità con cui affrontammo un finale funestato da mille avversità. Il rammarico è proprio nella scoperta degli illeciti commessi: non me lo sarei mai aspettato da alcuni ragazzi che sembrava lavorassero con serietà e, invece, hanno aggiunto una macchia perenne alla loro carriera».
Eppure, la “scommessopoli” di dodici anni fa sembra aver insegnato poco: oggi ci risiamo…
«Sono situazioni diverse: all’epoca si trattava di partite combinate, di tentativi di macchinazione vera e propria. Ora affrontiamo un problema generazionale: calciatori giovanissimi non si rendono conto del loro privilegio e del dovere di essere da esempio a chiunque ami il calcio. Si tratta di ragazzi che, forse per noia, si sono lasciati coinvolgere nel gioco d’azzardo, pur avendo tutti gli strumenti per conoscere quanto è loro permesso e cosa, invece, non lo è. Sono d’accordo con la linea federale: stroncarli con pene esclusivamente afflittive avrebbe poco senso. Bisogna, invece, recuperarne l’aspetto umano con iniziative che facciano loro comprendere gli errori commessi. Mi auguro che il fenomeno sia limitato a pochi casi e non si allarghi a macchia d’olio».

Veniamo all’attualità: Bari e Modena confrontano le loro ambizioni.
«Entrambe le compagini puntano a un torneo ambizioso e ne hanno tutte le risorse. A cominciare dalla solidità di due proprietà che hanno garantito un presente solido dopo le recenti vicissitudini e la ripartenza da categorie inferiori. Il Modena ha trovato subito il conforto dei risultati e, eccetto qualche battuta d’arresto, è saldamente ancorato al carrozzone delle prime. Il Bari, invece, deve riscattare un avvio in sordina e riparte da un allenatore esperto come Marino».
Che cosa potrà infondere il tecnico siciliano alla causa biancorossa?
«Marino ha appena superato i 60 anni, ha ancora molto da dare al calcio. Dispiace, a volte, leggere commenti di chi lo ritenga già a margine del movimento. Parliamo di un grande insegnante: un tecnico in grado di infondere concetti moderni, conoscenze avanzate, una precisa identità. Ecco, forse proprio di nuove sicurezze ha bisogno un gruppo che la scorsa estate ha sfiorato un’impresa e forse non è riuscito a ripartire con la dovuta spensieratezza. Resettare la mente, in certi casi, è il rimedio più efficace. E penso che il ds Ciro Polito abbia valutato proprio questo aspetto perché, sul piano dei risultati, il lavoro di Mignani resta eccellente. Forse, però, lui e la squadra erano entrati in un tunnel in cui non riuscivano a darsi le motivazioni che li avevano portati ad un passo dal sogno».

Quale sarà l’aspetto clou del match?
«Mi incuriosisce proprio il confronto tra Marino e Paolo Bianco, ovvero uno degli allievi dell’allenatore siciliano. Partiranno da concetti simili: grande aggressività, ritmo, mentalità offensiva. Non sarà certo una gara tattica. Sul piano tecnico, vedo il Bari superiore, ma su quello del morale il Modena ora ha maggiore fiducia».
Il Bari può ancora sperare in un campionato d’avanguardia oppure il ritardo dalle prime è eccessivo?
«Parma e Palermo hanno impresso una marcia forte al campionato, seguiti a ruota dal Venezia. Ma il torneo nel complesso è equilibrato. Quindi, c’è tutto il tempo per rientrare in ballo. La prima missione deve essere tornare in zona playoff: basterebbero un paio di buoni risultati per riaffacciarsi nelle prime otto. Una volta recuperato un po’ di morale, il resto verrà da sé. Soprattutto grazie alla spinta di un ambiente che, quando è carico, diventa un’arma in più».

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