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Calcio Bari, gli stranieri e i big: fra incertezze e ritardi

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Calcio Bari, gli stranieri e i big: fra incertezze e ritardi

Nasti, Koutsoupias e Sibilli gli unici sorrisi del mercato

Martedì 10 Ottobre 2023, 12:28

BARI - Paga Mignani, ma il Bari sembra proprio patire una serie di problemi certo non riconducibili al solo tecnico genovese. La squadra che entusiasmava e vinceva lo scorso anno non esiste più sull’onda di una rivoluzione che ha portato a ben 14 acquisti nel mercato estivo e a 18 cessioni. La città del pallone continua a rimpiangere i gol di Cheddira, le parate di Caprile, le accelerazioni di Folorunsho, la fisicità di Benedetti, l’affidabilità di Antenucci, la tecnica «spavalda» di Sebastiano Esposito. E i nuovi? Nessuno ha fatto breccia nel cuore dei tifosi. Chi per incostanza, chi per problemi fisici, chi per una condizione fisica lontana dal top, nessuno tra gli arrivi dell’ultima campagna trasferimenti ha convinto. Anzi, le prestazioni deludenti di calciatori deputati a trascinare i biancorossi sono diventate serio motivo di preoccupazione.

NASTI, KOUTSOUPIAS e SIBILLI GLI UNICI SORRISI - Del folto drappello approdato in Puglia, soltanto in tre contano un rendimento oltre la sufficienza in nove giornate. E non a caso sono tra i più utilizzati in assoluto da Mignani. Marco Nasti si conferma uno dei più interessanti attaccanti emergenti nel panorama nazionale. Appena 20enne, ha già segnato due reti (in 10 gettoni compresa la Coppa Italia, per 807’ complessivi), ma soprattutto non si è sottratto ad un lavoro improbo, spesso solo contro le difese avversarie. Punta moderna, rapida, abile tanto nella ricerca degli spazi quanto nell’usare a dovere il fisico, ha mostrato anche interessanti doti di finalizzatore, trasformando in oro praticamente le uniche occasioni pulite che gli sono capitate a tiro. Se solo fosse supportato maggiormente in prima linea, il suo rendimento potrebbe ulteriormente decollare. Due reti anche per Ilias Koutsoupias (in sette presenze per 430’ in campo), ma nello stesso giorno, ovvero nel 2-2 contro il Catanzaro. In quel pomeriggio il 22enne greco è parso poter essere il nuovo Benedetti: corsa, fisicità, ritmo alto e presenza sotto porta compongono un potenziale che lo renderebbe la mezzala di un centrocampo a tre. Troppe, però, sono le pause che ha registrato negli altri match: in alcuni frangenti, il giovane ellenico si astrae completamente dal gioco, finendo ai margini delle gare. Giuseppe Sibilli, infine, ha mostrato colpi di indubbio spessore, ma anche quella discontinuità che ne ha impedito il pieno decollo: 10 presenze, una rete (decisiva per l’unica vittoria, a Cremona), 657’ in una posizione ibrida che lo porta a giostrare ora da trequartista, da esterno o da seconda punta a seconda delle esigenze.

STRANIERI INCERTI, I BIG IN RITARDO - Acampora, Aramu, Diaw. Qualsiasi addetto ai lavori li considera «top» per la categoria. Ma per motivi diversi, il loro contributo finora è minimo. Cinque presenze e 362’ per Acampora che, però, non riesce ad incidere a centrocampo. Mezzala per vocazione, non ha mostrato il passo e l’intensità richiesti dal ruolo: compassato, poco avvezzo ad appoggiare l’azione offensiva, la sua indubbia tecnica è spesso rimasta poco funzionale alla manovra biancorossa. Discorso simile per Mattia Aramu: cinque gettoni e 290’. Sebbene fosse uno dei calciatori maggiormente desiderati da Mignani, non è riuscito a ritagliarsi una posizione efficace con il tecnico ligure. Trequartista? Seconda punta? Esterno? Provato in ognuna di tali posizioni, ha lasciato intravvedere soltanto sprazzi della sua classe, restando quasi sempre poco coinvolto dall’azione offensiva.
Davide Diaw, invece, è forse il dilemma più spinoso: cinque apparizioni, una rete, soltanto 132’ per il 31enne centravanti acquistato per rilevare Cheddira e invece sempre alle prese con acciacchi muscolari. All’intoppo subito alla prima giornata con il Palermo, è seguito un mese di stop, poi un rientro graduale che finora lo ha visto impiegato a mezzo servizio. Fino all’uscita anticipata nell’intervallo del match con la Reggiana: un affaticamento lo costringerà a nuovi accertamenti. Ma se l’acquisto più importante in una prima linea priva di attaccanti puri dovrà essere «gestito» senza goderne la piena potenza, allora è notte fonda…

Insufficiente per quanto visto sinora pure Gianluca Frabotta (quattro presenze, 300’ in campo) che a sinistra non ha mai innescato marce alte, palesando gravi lacune in fase difensiva, così come si sono perse le tracce del giovane Filippo Faggi (solo 43’ tra Coppa e campionato), mentre Jeremy Menez è uscito di scena dopo 29’ disputati con il Palermo e la rottura del legamento crociato. Ma a destare le maggiori perplessità sono Brenno e Malcolm Edjouma, ovvero i due calciatori prelevati dall’estero. 810’ per il portiere sempre schierato in campionato, ma il brasiliano ha palesato numerose incertezze (timido in uscita, approssimativo in diversi interventi anche tra i pali) ed estratto dal cilindro poche parate salva risultato. Il 27enne francese, invece, è fin qui una sorta di oggetto misterioso: 105’ distribuiti in cinque spezzoni di match nei quali è parso del tutto avulso dal contesto. Dal ruolo indefinito (trequartista, mezzala, persino punta aggiunta) ad un passo inadeguato per la categoria, l’auspicio è che possa superare alla svelta un periodo di adattamento. Da oggi Michele Mignani appartiene al passato: gli alibi sono terminati anche per la squadra. E se gli esiti non cambieranno radicalmente, allora significherà che il mercato non ha certo consegnato un Bari più forte.

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