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Così Krstovic si fermò a Lecce: giallorossi col vento in poppa

 
Fabio Casilli

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Fabio Casilli

Così Krstovic si fermò a Lecce: giallorossi col vento in poppa

Corvino: «Lo seguivamo da un po’ di tempo, poi la benedizione di Vucinic». «Anche le cessioni ci permettono di muoverci»

Mercoledì 30 Agosto 2023, 13:16

LECCE - «Più che parlare di quello che si può ancora fare in questi pochi, ultimi giorni di mercato, vorrei ci fosse riconosciuto quanto abbiamo già fatto per conciliare qualità della squadra e sostenibilità dei costi».

Pantaleo Corvino mette le cose in chiaro. L’occasione gliel’ha offerta ieri mattina la conferenza di presentazione dell’attaccante montenegrino Nikola Krstovic, peraltro artefice del 2-2, domenica scorsa, in casa della Fiorentina. «Sono davvero felice di essere a Lecce - ha detto la nuova punta giallorossa - I miei idoli? Sono Mirko Vucinic e Ibrahimovic, cerco di ispirarmi a loro. Ho detto subito che il Lecce era la mia destinazione preferita».

Poi ha voluto raccontare dei retroscena legati proprio alla sua prima rete nel campionato italiano. «I miei amici su WhatsApp dicevano che avrei fatto gol - ha confidato - Ma io non ci credevo molto, visto che solo venerdì ero arrivato in Italia e mi sono allenato con la squadra sabato. Poi prima di entrare mi sentivo strano, mister D’Aversa poi mi ha chiamato ed io ero veramente felice di entrare in campo. e ho chiesto subito se il numero 9 fosse libero. È stata un’emozione incredibile fare gol e farmi trovare pronto per la squadra, contribuendo al pareggio contro la Fiorentina. Questo gol mi dà ancora più motivazione per fare bene».

Il nome di Vucinic, ex giallorosso, è riecheggiato più volte nel corso della conferenza stampa. «È stato il primo a scrivermi dopo aver segnato il gol ed era molto contento per questo - ha detto Krstovic - Mi ha sempre detto, ripetutamente, di venire a Lecce e che avrei fatto bene, perché era un posto molto bello in cui giocare a calcio». E anche il responsabile dell’Area tecnica giallorossa lo ha citato. «Seguivamo Krstovic già da un po’ - ha rivelato Corvino - E un giorno ho chiamato Mirko per chiedergli un consiglio. Mi ha risposto: “Direttore, è forte, prendilo”. Io gli ho spiegato che stavo per investirci 10-12 milioni di euro e lui mi ha ribadito: “Li vale, prendilo, è davvero molto forte”».

In realtà si trattava di un «bluff» del direttore generale del Lecce, perché l’operazione si è chiusa ad una cifra ben più bassa: 3 milioni e 800mila euro, che sono comunque un bell’investimento per una società, come il Lecce, che punta alla sostenibilità finanziaria.

«Abbiamo fatto davvero tanto in questa sessione di mercato - ha poi aggiunto Corvino - Siamo riusciti a mantenere la squadra più giovane della Serie A e tra le prime tre d’Europa. Abbiamo sei ragazzi provenienti dalla nostra Primavera, sette con Gonzalez. Questa società deve sentirsi quindi orgogliosa di quello che abbiamo fatto. In più abbiamo portato in squadra praticamente dieci titolari, perché così sono da considerare pressoché tutti i nuovi innesti. Avere portato a Lecce, a titolo definitivo, i vari Falcone, Pongracic e Oudin è qualcosa che rende l’idea l’impresa compiuta in questo mercato così difficile. È tutto figlio del nostro lavoro. E anche di una cessione importante (quella di Hjulmand allo Sporting Lisbona, ndr), che ci ha permesso di fare quello che effettivamente è stato fatto, consentendoci di arrivare a calciatori importanti e ad operazioni importanti. Per noi l’equilibrio è fondamentale e dunque anche le cessioni vanno in tal senso».

Poi il capitolo cessioni (proprio ieri è stato ufficializzato quella, in prestito, di Persson agli olandesi del Vitesse).

«Per noi l’armonia dello spogliatoio è importante, per tenerlo in equilibrio serve più flessibilità di ruoli - ha proseguito Corvino - È vero che Di Francesco potrà partite, ma è vero che ci sono diverse possibilità pronte, perché ci sono elementi in grado di giocare sulla fascia d’attacco come Almqvist, Banda, Strefezza, Corfitzen e Oudin. Se c’è qualcuno che magari ha volontà di giocare di più, si mette a rischio questo equilibrio e noi non possiamo permettercelo. Quest’anno il livello di chi lotta per non retrocedere si è alzato notevolmente, lo si capiva già prima di questi risultati, dall’inizio del mercato. Per questo è importante avere sei centrocampisti di livello, e non è che chi non gioca non è all’altezza o sia un acquisto sbagliato. Noi dobbiamo cercare di alzare il livello nei sei giocatori. Maleh fa parte di un reparto in cui ci sono tante soluzioni. È lì e se la gioca con gli altri».

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