Aldo Serena non ha dimenticato. Non ha mai dimenticato Bari e il Bari, prima sua vera esperienza nel mondo del calcio. A chilometri di distanza, ma con il cuore vicino: «Ho seguito le vicende del club biancorosso, ora tutto è a posto, la B è un punto di ripartenza. Non so cosa deciderà di fare la proprietà, è un bel punto di domanda... Napoli e Bari sono due realtà diversissime sotto l’aspetto economico e non so quanto questo possa essere rilevante in una scelta. Lì c’è una piazza che da anni vive la A ad alti livelli ed ha bisogno di campioni, c’è uno sviluppo di mercato diverso; Bari è ripartita. Hanno due piazze importanti per le mani, questo è certo. A proposito di Puglia, anche il Lecce sta disputando una grande stagione. Il club giallorosso avrebbe potuto essere già in A da un anno, ma va sottolineata la programmazione che ha consentito di rinforzare la squadra. E ora se la giocano alla grande».
Parliamo di serie A. In vetta è la più incerta degli ultimi anni?
«Sì, sicuro. Campionato avvincente, ricco di colpi di scena in continuazione. Prima della vittoria in casa della Juve, l’Inter sembrava in ripiegamento fisico e mentale, il Milan pareva avere un’autostrada davanti per vincere il titolo con il Napoli a fare da possibile guastafeste Adesso è cambiato tutto. I rossoneri hanno difficoltà nell’andare a segno, forse avvertono anche la pressione esterna. Il Napoli è scivolato e i nerazzurri hanno ritrovato vittorie e condizione morale».
La sua favorita?
«Direi Inter. Tre settimane fa dissi Milan, pensavo avesse acquisito la capacità di vincere le partite “sporche”, quelle da un golletto e via».
Perché il Napoli si pianta quando è vicino a compiere il salto di qualità?
«Domenica scorsa avrebbe dovuto inviare un messaggio di forza, determinazione... È mancato. Forse si sono fatti prendere dall’agitazione, forse manca l’abitudine a vincere che altre piazze hanno».
Sembra, comunque, che tutte abbiano aspettato la resurrezione dell'Inter.
«Così pare, un rallentamento che ha riaperto tutto. E se dovesse vincere a Bologna, compirebbe un bel salto».
Inzaghi, Spalletti, Pioli: nessuno ha vinto lo scudetto. È un gap nella rincorsa al primo posto?
«Questi tre tecnici finora non hanno vinto, è vero, pur raggiungendo comunque risultati importanti. L’unico che in Italia ha alzato un trofeo da allenatore mi pare sia stato Inzaghi con la Lazio. Credo che l’attuale mister interista abbia qualche notizia in più in fatto di vittorie».
Allegri il grande escluso...
«C’erano molte aspettative, ma la Juve sta affrontando un momento di cambiamento, le direttive societarie sono variate. L’arrivo di Vlahovic, oneroso, ha cambiato il volto alla squadra».
Che brutta fine ha fatto la Nazionale...
«Due volte di fila fuori dal Mondiale è una cosa unica, otto anni senza misurarsi con le più forti... È accaduta la stessa storia del 1982, quando dopo la grande vittoria nel mondiale di Spagna, gli azzurri furono eliminati dall’Europeo. Forse il trionfo in Inghilterra ha tolto rabbia e determinazione. Ma vorrei anche dire che Mancini non ha a disposizione un parco attaccanti di primo ordine. L’unico è Immobile, che però in Nazionale fa fatica. In maglia azzurra serve personalità, bisogna saper reggere le critiche pesanti che piovono addosso. Fra i giovani Raspadori e Scamacca mi sembrano molto interessanti, il primo soprattutto ha più qualità».
Corsa salvezza. Che ne pensa?
«La Salernitana sembra andata. Genoa è caduto male contrto la Lazio. Il Venezia è strano. gioca bene ma non riesce a gestire i minuti finali. Il Cagliari ha un parco giocatori ottimo, ma probabilmente assortiti male e non preparati a lottare per la salvezza».

Aldo Serena ad inizio carriera con il Bari
Il giocatore che iniziò la sua carriera al Bari: i miei favoriti per il tricolore sono i nerazzurri. Italia fuori dai Mondiali? Forse l'Europeo vinto ha tolto la determinazione
Martedì 12 Aprile 2022, 13:16