serie A

Stasera il Lecce a Genova per non morire

Antonio Calò

«Cattivi e cinici, ai ragazzi l’ho spiegato cosa serve in uno spareggio così»

LECCE  - «Siamo giunti ad un crocevia molto importante. La squadra che dovesse imporsi si avvicinerebbe all’obiettivo. Un pari, invece, lascerebbe invariata la situazione. Col diminuire delle partite cresce la tensione per chi gioca, chi allena, chi arbitra.

Tutti dovremo essere bravi, ciascuno per la propria parte, a non commettere errori perché diventa complicato recuperarli. Oggi, contro il Genoa, voglio un Lecce meno bello, più cattivo e più cinico. Negli ultimi tempi, troppe volte abbiamo spianato la strada agli avversari con nostri regali. Non dovrà più accadere». Ha una carica enorme, Fabio Liverani, in vista del match-spareggio con il “Grifone”, in quello stadio “Luigi Ferraris” nel quale è stato protagonista sulla panchina rossoblù nella sua prima esperienza da allenatore in serie A. «Il passato ha sempre un valore, in quanto è un pezzo di noi – chiosa – Ma a contare sono il presente ed il futuro, ciò che vogliamo costruire, le nuove pagine che ci sono da scrivere».

Da quando c’è il tecnico romano alla guida della squadra, il Lecce non ha mai steccato gli appuntamenti-chiave. In casa giallorossa si avverte una compattezza granitica. Pur infortunato, Calderoni figura tra i convocati: «Ha voluto esserci. Ci ha chiesto di potere fare parte della spedizione per stare vicino ai compagni», spiega Liverani.

All’andata, al Via del Mare, il Lecce ha pareggiato con il Genoa per 2-2, rimontando dallo 0-2: «Da allora, i rossoblù hanno mutato volto, in quanto, nel mercato di gennaio, hanno operato numerosi innesti, tutti di grande esperienza. In panchina ora c’è Nicola ed all’epoca c’era Motta. Ogni allenatore ha una sua idea di calcio. Anche noi abbiamo ritoccato la rosa e siamo in corsa per la permanenza, come volevamo. Dobbiamo affrontare i liguri con la massima umiltà, ma anche con grande voglia e con tanto temperamento».

Nelle file del Genoa, Liverani si troverà di fronte Pandev, suo compagno di squadra ai tempi della Lazio: «E’ un leader, per esperienza e per qualità. Lo conosco da quando arrivò in biancoceleste a 19 anni. E’ diventato uomo e campione. L’Inter del triplete non poteva prescindere da lui perché garantiva equilibrio ed una grande cifra tecnica. Ha una certa età, ma resta un calciatore di valore assoluto per capacità di giocata, visione di gioco, vena realizzativa».
Sono stati convocati, dopo lunga assenza, l’attaccante Lapadula ed il centrale difensivo Meccariello, oltre a Falco, che ha saltato il confronto con la Fiorentina per infortunio. I tre potrebbero essere una opzione a match in corso. E’ improbabile che vengano schierati dal primo minuto, in quanto non hanno i 90’ nelle gambe.

Anche il play Tachtsidis accusa un acciacco, ma non darà forfait, mentre Deiola e Rossettini oramai sono out sino a fine torneo.
Davanti al portiere Gabriel, nella retroguardia a quattro, potrebbero essere impiegati, come contro la Viola, Rispoli, Lucioni, Paz e Donati. A meno che Liverani non decida di tenere in panchina Rispoli, che è stato in affanno nella gara con la Fiorentina, riportando Donati a destra e puntando su Dell’Orco a sinistra. L’ex Sassuolo, tra l’altro, è una opzione anche come centrale. In mediana, Petriccione dovrebbe essere confermato come play, con Mancosu e Barak mezzali, ruolo per il quale l’alternativa è Majer.
Babacar dovrebbe continuare ad essere il riferimento più avanzato, mentre alle sue spalle a giocarsi i due posti da trequartisti saranno Saponata, Shakhov e Farias, con il forlivese e l’ucraino che sembrerebbero in leggero vantaggio sul brasiliano.

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