ORIA - Entro l’estate, ragionevolmente, il castello di Oria potrebbe riaprire al pubblico e fornire servizi. Naturalmente, sono ipotesi, ma dopo l’ultimo step burocratico licenziato ufficialmente pochi giorni fa, dovrebbe essere la volta buona che il simbolo della cittadina torni agli antichi fasti e si possa realizzare il progetto della famiglia Romanin, proprietà del maniero, di creare un museo, bar e ristorante.
La Conferenza dei servizi è andata a buon fine, approvando il progetto presentato da Isabella Caliandro, legale rappresentante della Borgo Immobiliare srl. Il castello federiciano può considerarsi luogo della cultura in quanto nell’area e in parte della sua struttura si trovano resti archeologici dichiarati di interesse particolarmente importante, e fabbricati edificati in epoche diverse (come la presenza di un muro del IX secolo a.C., il torrione normanno, le torri cilindriche edificate in età angioina, la chiesetta ipogea dei Santi Crisante e Daria risalente al IX secolo) che con il tempo hanno acquisito, come insieme, un’autonoma rilevanza storico-artistica, costituendo quel complesso monumentale chiamato Castello svevo di Oria. La proposta progettuale di fruizione avanzata dalla Borgo Immobiliare Srl prevede la visita (prevista per 200 giornate all’anno) del monumento e del museo archeologico a fronte del pagamento di un biglietto di ingresso, che consente anche di accedere al bookshop, alla caffetteria, al guardaroba e alla sala multimediale. Poi, è prevista la partecipazione ad eventi culturali (previsti per 50 giorni all’anno non coincidenti con i giorni di apertura alla visita del monumento e del museo), durante i quali può essere fornito il servizio di ristorazione. Adesso, quindi, si potrà procedere col progetto, seguendo le indicazioni e prescrizioni dei vigili del fuoco, dell’Asl di Brindisi con il direttore, del Comune di Oria e della Soprintendenza archeologica delle belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce.