BRINDISI - La bomba ecologica di Micorosa è stata finalmente messa in sicurezza e questa mattina si terrà una cerimonia - che dovrebbe vedere la presenza anche del governatore di Puglia Michele Emiliano e del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, oltre che del deputato Mauro D’Attis e dei vertici di Sogesid ed Eni Rewind - per celebrare la conclusione degli interventi messi in campo dal pubblico e dal privato. I lavori hanno interessato un’area di 58 ettari situata in prossimità delle saline di Punta della Contessa. L’intervento è stato piuttosto elaborato ed è consistito nella creazione, al di sotto dell’area inquinata, di una barriera che impedirà ulteriori infiltrazioni nella falda acquifera di veleni trascinati dalle acque piovane. La superficie inquinata è stata incapsulata da un rivestimento impermeabile che si estende sino a 25 metri di profondità. In superficie, invece, la massa di scorie è stata livellata e rivestita di materiale impermeabile in modo da impedirne il deterioramento e la diffusione nell’ambiente di materiale inquinante. In superficie sono stati piantati degli arbusti: serviranno ad assorbire le acque piovane e a limitarne le infiltrazioni nel sottosuolo. I lavori sono iniziati nel 2018 e, dopo un iter contrassegnato da interruzioni, ri-affidamento ad altra impresa e successiva ripresa, hanno avuto termine il 31 maggio scorso.
Dal 1962 al 1980 i terreni di Micorosa sono stati utilizzati dall’impianto petrolchimico Enichem come discarica dei residui di lavorazione di acetilene, dicloroetano e anidride ftalica. Si tratta prevalentemente di fanghi contenenti un’alta percentuale di sostanze tossiche, alcune delle quali cancerogene, che hanno fortemente contaminato l’intera zona, permeando anche il sottosuolo e giungendo alla falda acquifera. In quest’ultimo caso la presenza di elementi cancerogeni (ad esempio i composti alifatici clorulati) è risultata superiore di ben sei ordini di grandezza rispetto ai limiti di legge. La zona, individuata come Sito di interesse nazionale, è stata sottoposta ad intervento pubblico-privato di messa in sicurezza permanente, affidato al Comune di Brindisi e alla società Eni Rewind (già Syndial e ancor prima Enichem). Il coordinamento dei progetti e la direzione dei lavori sono stati affidati alla Sogesid, la società pubblica di ingegneria che si occupa di risanamento ambientale.
Fondamentale il ruolo di Arpa, alla quale il Comune di Brindisi ha affidato, tramite convenzione, la verifica di tutti gli impatti ambientali emergenti nel corso dei lavori. L’agenzia regionale ha stilato un piano di monitoraggio ambientale in base al quale ha poi effettuato una serie di controlli che hanno affiancato le operazioni di Sogesid e di Eni Rewind. Le verifiche di Arpa hanno riguardato tutti gli elementi potenzialmente inquinabili: aria, suolo, acque sotterranee, acque marine (la discarica è situata in riva al mare), sedimenti marini.
«La definitiva messa in sicurezza del sito Micorosa è motivo di grande soddisfazione. Spesso accade - spiega il direttore generale di Arpa, Vito Bruno - che l'area inquinata venga individuata ma poi non si riesca a confinare e isolare il materiale pericoloso. In questo caso, invece, ce l'abbiamo fatta. Per Micorosa ci siamo spesi senza risparmio di energie: ricordo le nostre continue sollecitazioni, in particolare quelle rivolte al Comune, perché i lavori interrotti potessero ricominciare. Ora che il traguardo è raggiunto, sento il dovere di ringraziare tutti i soggetti che hanno lavorato insieme a noi: Sogesid, Eni Rewind, Comune di Brindisi e, naturalmente, il personale Arpa e le maestranze. Ricordo che operazioni di questa portata richiedono, oltre all'impegno professionale e scientifico, anche un consistente esborso di denaro pubblico. Vigilare sull'ambiente, agire presto e bene è anche una maniera per risparmiare risorse della collettività».