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Militare di Ostuni cadde dall’elicottero: il collega accusato di omicidio colposo ricorre in Appello

 
alessandra cannetiello

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alessandra cannetiello

Militare di Ostuni cadde dall’elicottero: il collega accusato di omicidio colposo ricorre in Appello

La difesa ha impugnato la condanna a 1 anno e 4 mesi. Alessandro Schettini, 32enne elicotterista di Ostuni, precipitò il 15 marzo 2016 durante un’esercitazione militare

Mercoledì 10 Luglio 2024, 11:28

Ricorrerà in appello, la difesa del sottufficiale della Marina Militare, Alessandro Benvenuti, accusato dell’omicidio colposo di Alessandro Schettini, 32enne elicotterista di Ostuni precipitato il 15 marzo 2016 durante un’esercitazione militare, e condannato in primo grado a 1 anno e 4 mesi di reclusione, con sospensione della pena.

Il militare, addetto alle manovre di recupero sull’elicottero durante l’incidente che portò alla morte del collega, è difeso dall’avvocato Gaetano Cingari che ha impugnato la sentenza di primo grado: la tesi difensiva è che il militare abbia eseguito correttamente ogni singolo passaggio previsto dalla procedura durante la risalita del collega deceduto e che la caduta dello stesso sia avvenuta prima che riuscisse a salire sull’elicottero. Nella prima fase del processo, il tribunale ha ritenuto valida la tesi del pm Francesca Colaci.

Durante l’incidente probatorio, il perito incaricato dal tribunale, l’ingegnere Gualtieri, sostenne che la vittima fosse seduta vicino al bordo del pavimento dell’elicottero e che l’imbracatura, per via del cavo allungato, si fosse allentata all’altezza della vita. A causa, poi, del ristretto spazio nella cabina dell’elicottero, secondo la perizia, il militare non riuscì ad avere margine di movimento tale da consentirgli di mettersi in sicurezza all’interno dei velivolo e che per questa combinazione di fattori, fosse fuoriuscito dalla braca quando si trovava ancora appeso, mentre Benvenuti sorreggeva la maniglia.

Per l’avvocato Cingari, invece, nelle motivazioni della sentenza c’è la lettura «travisata dei risultati probatori», ossia che la ricostruzione presentata a processo dalla pubblica accusa, verrebbe sconfessata dai dati presenti sulla scatola nera dell’elicottero: sarebbero 16 e non 13, i secondi necessari per la completa risalita dell’operatore soccorritore addestrato durante le esercitazioni (dai dati ricavati dalla difesa per il precedente recupero di un altro collega), il che dimostrerebbe che in quei 13 secondi registrati, l’elicotterista non fece in tempo a salire e sedersi in cabina.

La frase contestata all’imputato durante il dibattimento “L’uomo è dentro”, per il difensore, non può essere stata pronunciata dal Benvenuti, che avrebbe invece detto...

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