Una manifestazione di protesta come non si vedeva da anni. In centinaia (secondo gli organizzatori: in 1.500) ieri hanno percorso le strade del Centro al grido «lavoro». La transizione ecologica e la deindustrializzazione in atto hanno determinato l’avvio delle procedure di licenziamento e cassa integrazione per tanti lavoratori diretti e indiretti dei poli energetico e chimico, ma anche dei settori farmaceutico e aeronautico. A capo del corteo organizzato dalla Cgil e dalla Uil c’era anche il presidente della Task force regionale sull’occupazione, Leo Caroli. I manifestanti sono stati ricevuti dal sindaco Pino Marchionna, che ha anticipato l’arrivo in città del ministro Matteo Salvini nella giornata di lunedì. «Sarà qui per una conferenza stampa (alle ore 16 in Comune, ndr) su Enel e sulla situazione occupazionale di Brindisi. Saranno annunciate - ha anticipato Marchionna - alcune novità sullo sviluppo di filiere nelle energie rinnovabili con mercati vasti e livelli di impiego apprezzabili. Ci sono poi due imprenditori pronti per intraprendere attività sulle banchine. L’obiettivo primario, però, è quello di ottenere da Enel l’impegno a smantellare la centrale e bonificare. Mi arrivano voci che forse smontano la centrale perché poi la rivenderanno in Egitto. Questo significherebbe garantirsi quattro anni di occupazione, in attesa che vengano avviate le nuove iniziative imprenditoriali. So - ha concluso il sindaco - che il presidente dell’Autorità portuale ha avviato le procedure di decommissioning della banchina».
I sindacati hanno espresso scetticismo rispetto alla intenzione del sindaco di chiedere lo smantellamento della centrale, in quanto sperano ancora nella dichiarazione della essenzialità dell’impianto, così che possa continuare a produrre energia dal carbone o dal gas. La Regione era presente attraverso Leo Caroli, per «mettere in evidenza la drammaticità del momento che Brindisi sta vivendo; la Regione non poteva mancare a questa manifestazione». «Le crisi dei settori aeronautico, energetico, chimico e farmaceutico che il territorio sta subendo coinvolgono migliaia di lavoratori e non possono essere trattate separatamente. Ci vogliono misure straordinarie. Neanche noi della Regione - ha ammesso Caroli - stiamo capendo questa transizione a cosa ci porterà, quali sono i progetti alternativi. Pensiamo che ci sia bisogno di un accordo di programma nazionale per Brindisi. Chiediamo di modificare le norme, perché non bastano per proteggere chi sta perdendo il lavoro. C’è urgente bisogno di una nuova industrializzazione, servono misure straordinarie, anche in deroga, per attrarre nuovi investimenti». Caroli chiama poi a un’assunzione di responsabilità il colosso energetico: «Attendiamo di sapere da Enel se ci sarà una riconversione a gas o se ci sarà la dismissione. Bisogna che decida e lo dica ufficialmente. Noi siamo per la decarbonizzazione, che può anche significare alimentare la centrale con altre fonti energetiche. Ma il decommissioning è inevitabile. Pertanto, prima si parte con lo smantellamento degli impianti, riqualificando gli esuberi dell’indotto in funzione delle nuove attività, e prima si potranno realizzare bonifiche e mettere in sicurezza le aree e la banchina per ospitare nuovi investitori. Enel deve dire cosa vuole fare e lo deve dire subito, di concerto con il governo. Ho inoltre lanciato l’idea di riformare la legge sulle aree di crisi complessa: così com’è, fa scappare gli investitori - ha chiosato Caroli - e non protegge i lavoratori».