Prima l’ammissione di essere «uomo di fiducia» dei fratelli «Fabrizio e Gimmi Annis», poi il disegno e la descrizione del cartello della cocaina davanti alla pm della Dda di Lecce, Carmen Ruggiero, dopo aver chiesto per due volte di «conferire» tramite l’ufficio matricola del carcere di Taranto in cui era detenuto. E infine, Cesare Sorio, detto Alberto, 37 anni, di San Pietro Vernotico, ha consegnato un elenco con i nomi di pusher. «I fratelli Annis controllavano tutto il traffico dello stupefacente imponendo la vendita della cocaina a 60 euro al grammo», ha detto nel corso dell’interrogatorio che si è svolto il 19 gennaio scorso nel carcere di Taranto in cui, all’epoca, era detenuto, dopo essere stato arrestato a metà dicembre nel blitz sul narco traffico.
Sorio ha svelato anche il nome di una delle «persone più fedeli di Fabrizio Annis», le cui generalità sono state coperte da omissis. «Con lui mi sono recato da tale ‘Zu Nzinu’ per ordine di Fabrizio, per contrattare una partita di cocaina con cui doveva iniziare a lavorare», ha detto aggiungendo di essere andato anche a «Torchiarolo da tre fratelli» da quali sarebbero tornati per «prendere la cocaina».
L’aspirante collaboratore di giustizia ha precisato di non essere stato presente all’incontro tra l’uomo di fiducia di Annis e i referenti di Torchiarolo e di aver «aspettato in macchina». «Dopo tre giorni, ci siano incontrati sulla strada di Lendinuso».
Un altro «canale di rifornimento» tracciato dal 37enne condurrebbe a Erchie, dove c’erano delle persone: «Io, insieme a Fabrizio e a Gimmi le incontrai una prima volta nelle campagne di Cellino San Marco e in questa occasione con due persone, di cui non so riferire le generalità contrattammo l’acquisto di cocaina a 38 euro al grammo». La droga sarebbe stata comprata «in conto vendita». Ai fornitori di Erchie, il gruppo di Annis avrebbe fatto affidamento per «acquisti periodici, ogni due-tre settimane».
A indirizzare Fabrizio Annis agli uomini di Erchie, sarebbero stati i «fratelli Bruno di Torre Santa Susanna». Sorio ha spiegato che Annis li avrebbe conosciuti nel periodo di comune detenzione nel carcere in Sardegna: «Nell’imminenza del suo ritorno in libertà Bruno gli aveva creato il contatto con i fornitori di Erchie per poter da subito avviare un’attività di traffico di stupefacenti».
Il dichiarante ha anche detto di aver partecipato a diversi incontri dal 2018, anno a partire dal quale il suo rapporto con «Fabrizio e Gimmi Annis è divenuto sempre più stretto», al punto da «condurre per loro l’auto perché ne erano sprovvisti». Anche perché - si legge nel verbale – era diventato «esperto nel riconoscere la qualità dello stupefacente», per cui i fratelli lo avrebbe voluto per «controllare la qualità di quella che volevano acquistare». In un’occasione sarebbero andati a Cellino San Marco dove la cocaina sarebbe stata «comprata a 40 euro» e in un’altra a Torchiarolo. La droga sarebbe stata nascosta «nell’officina» di un uomo di cui Sorio ha ricordato nome e cognome spiegando che si sarebbe reso disponibile «poiché essendo un esercizio commerciale, la presenza di più persone, non avrebbe destato sospetti».
Stringendo lo zoom su San Pietro Vernotico, Sorio ha ammesso che «operavano una serie di pusher che provvedevano alla vendita dello stupefacente» e ha detto di aver «annotato su un foglio i nomi di tutti coloro i quali spacciavano». Alla pm della Dda salentina, ha consegnato sette nominativi che nel verbale non sono stati coperti da omissis precisando che ad alcuni la droga sarebbe stata consegnata da Fabrizio Annis, mentre ad altri l’avrebbe distribuita lui. «Annis imponeva anche la quantità che dovevano vendere», in modo tale da impedire che potessero rivolgersi ad altri.