CEGLIE MESSAPICA - Se ne parla da lustri, si fanno convegni ma ad oggi - come si legge anche sul sito istituzionale del Comune alla pagina Museo/Monumento - l’abbazia rurale di Madonna della Grotta, edificata nel ‘300 dall’architetto Domenico de Juliano, con annessa grotta basiliana, resta alla mercé del più evidente degrado.
Il complesso del santuario rupestre di Madonna della Grotta ospita la chiesa rurale più importante del territorio cegliese ed ha costituito per centinaia d'anni, a partire dal VII sec, un luogo particolare per il sentimento religioso dei cegliesi, al punto che «la Madonna della Grotta - afferma lo storico Gaetano Scatigna Minghetti - per volontà popolare è stata la prima protettrice di Ceglie».
Malgrado ciò, il sito è ormai la rappresentazione della scarsa attenzione delle varie amministrazioni succedutesi nel corso degli anni, nei confronti di un luogo di gran valore per la storia e l’immagine del territorio. Mentre da anni Sovrintendenza, Amministrazione comunale, Diocesi e proprietari dell'omonima masseria in cui insiste il complesso, si rimpallano l'adozione delle opportune iniziative volte alla tutela del bene, peraltro vincolato, il degrado avanza. Il dr. Mario Parise di Lecce, nella relazione allegata agli atti del Piano urbanistico generale (Pug) di Ceglie Messapica (aprile 2015) si legge: «... l'attuale stato della cavità e decisamente preoccupante, vista l'incuria in cui versa. L'utilizzo come ricovero per animali è già di per sé indice di scarsa attenzione. A ciò si aggiunge l'appoggio di nuove costruzioni in cemento armato sui muri della cappella ...(...) ...Ma al momento la situazione più grave appare quella del portale esterno (...) in precarie condizioni di stabilità, con presenza di conci aperti in più punti, e possibilità di crolli. La situazione è già stata segnalata all'Amministrazione comunale immediatamente dopo i primi rilievi effettuati dal sottoscritto nell'ambito delle attività del presente lavoro e andrebbe risolta con urgenza, anche ai fini della salvaguardia della privata e pubblica incolumità, oltre che per tutelare e conservare il bel portale di accesso».
Già nel 1998, la Sovrintendenza per i Beni archeologici ed architettonici di Bari aveva segnalato alla Diocesi di Oria e per conoscenza al Comune di Ceglie Messapica «il deplorevole abbandono e degrado in cui versa il santuario rupestre, antico luogo di culto sin dal VII sec», dopo aver premesso che il complesso presenta «rilevante interesse storico artistico, poiché' espressione di architettura religiosa basiliana in grotta...» e che «...la chiesa rupestre ipogea e relativo accesso medievale, risultano intestate catastalmente a luoghi Sacri pubblici ovvero di proprietà di codesta Curia Vescovile». Due anni dopo, esattamente il 30 maggio 2000, la Sovrintendenza di Bari ha ritenuto di tornare in argomento invitando l'Amministrazione comunale «alla definizione delle più opportune misure volte al recupero e valorizzazione ...(...) ..., ciò alla luce del fatto che i suddetti beni rappresentano particolare singolarità sotto il profilo geologico, grottale e artistico in ambito regionale poiché presentano cicli pittorici ascrivibili ad un periodo compreso tra il IX e il XIII sec di eccezionale interesse e rarità».
Ecco perché sarebbe il caso che l’Amministrazione e, per essa, l’assessorato alla Cultura prendesse in seria considerazione la necessità di intervenire. Nel 2015 Nicola Ciracì, all’epoca parlamentare, presentò anche una circostanziata interrogazione al ministero per i Beni culturali tesa alla salvaguardia del sito. Si diede vita anche ad un comitato di cittadini cegliesi denominato «SOS Madonna della Grotta». Ma si registra un nulla di fatto ed il monumento resta totalmente in preda al degrado.