BRINDISI - Da un lato i lavoratori del Cara di Restinco in stato di agitazione, dichiarato dalla Fp Cgil. Dall’altro quelli dell'appalto pulizie delle questure e stazioni carabinieri di Brindisi e provincia ormai da 6 mesi senza retribuzione, pronti a bloccare tutte le attività come rappresenta Confintesa.
FP CGIL e RESTINCO - A denunciare «il grave disagio di cui sono vittime i Lavoratori del Cara di Restinco, a causa di un articolato bando di gara di salviniana memoria» è la segretaria provinciale Fp Cgil Claudia Cleopazzo. Il bando «ha falcidiato gli stipendi dei lavoratori con la trasformazione dei loro contratti da full time a “part time involontario” che peggiora fino a zero ore nel momento in cui si verifica “campo zero” in termini di assenza di ospiti immigrati. In sostanza, per una strana alchimia legislativa i lavoratori che prima avevano contratti dignitosi anche se leggeri si trovano a percepire stipendi da fame (circa 500 euro) e - come si sta verificando ora, in assenza di ospiti - li si vorrebbe collocare in cassa integrazione con una ulteriore decurtazione salariale. Tradotto vuol dire che si sta sconfinando in quella che più comunemente si può definire come “la macelleria sociale” dei nostri anni». Non solo. «La civiltà del lavoro - tuona la segretaria Claopazzo - spazzata via da regole anacronistiche che ricordano tempi storici che pensavamo appartenessero al passato. Questi lavoratori -secondo i governi - non hanno più diritto a mettere “un piatto a tavola”, a proteggersi dal freddo, per non dire con profondo dolore che molti di questi lavoratori risultano essere monoreddito ed hanno dovuto mettere in discussione (eufemismo) la garanzia di poter sostenere i propri figli a scuola… una volta considerata la stessa “l’ascensore sociale” del nostro Paese». Una situazione drammatica con «lavoratori diventati “poveri pur lavorando” i cui effetti si riverberano nei confronti degli stessi e delle loro famiglie». Da qui lo stato di agitazione e una richiesta urgente d’incontro al Consorzio «Hera», alla Cooperativa «Approdo» e alla prefettura.
PULIZIE e CONFINTESA - «Sono ormai da 6 mesi senza retribuzione, mortificati e umiliati nella loro dignità, dimenticati al loro destino, pur continuando con grande spirito di sacrificio a svolgere il loro servizio ogni giorno con il dolore del non rispetto neanche di questo loro senso di responsabilità» i lavoratori dell'appalto pulizie delle questure e stazioni carabinieri. È quanto denuncia il segretario generale Confintesa Brindisi Ercole Saponaro. «Abbiamo già denunciato tutto ciò, abbiamo più volte sollecitato la prefettura su questa situazione drammatica, su un appalto pubblico, veniamo invitati a confrontarci con l'Ufficio Ragioneria della stessa Prefettura come se tutto si basi su aspetti burocratici quando invece va da subito bloccato ogni canone alla ditta titolare dell'appalto, vanno tutelate le risorse pubbliche e stornate direttamente ai lavoratori. Va sollecitato il Ministero all'immediato pagamento delle fatture, la Prefettura deve considerare questa vicenda al pari di tutte le vertenze occupazionali che tratta sul nostro territorio. Si può chiedere a donne e uomini di svolgere un servizio pubblico senza retribuzione, senza nessuna notizia sulla garanzia del loro salario? Possiamo in una situazione di tale drammaticità chiedere sacrifici ai lavoratori di tenere questure e stazioni carabinieri pulite pur non ricevendone stipendio da sei mesi? Assurdo, si chiede rispetto delle regole e poi si affossano le stesse regole».
Da qui la richiesta alla Prefettura, che ben conosce da mesi e mesi questo problema, di un intervento risolutivo. «Non può aggiungersi la beffa che i lavoratori su un appalto pubblico debbano fare ricorso in Tribunale per il recupero del loro salario con decreti ingiuntivi all'azienda e alla stessa Prefettura (Ministero Competente) che in relazione alle norme e leggi sugli appalti pubblici è coinvolta per responsabilità sodilale nella drammatica situazione che vivono i lavoratori e lavoratrici con le loro famiglie».