Il fatto
San Pancrazio Salentino, nipote prima deruba i nonni e poi li denuncia: «Mio nonno maltratta mia nonna»
Interviene il Tribunale in una triste vicenda famigliare. Il giovane era l’unico a mantenere rapporti con gli anziani e, una volta scoperto, ha detto che l’uomo maltrattava la moglie
SAN PANCRAZIO - Deruba i nonni e loro segnalano il suo comportamento ai servizi sociali. A quel punto, il nipote porta all’attenzione dei servizi sociali diversi video in cui il nonno maltratta la nonna. Un quadro che necessita di un intervento esterno immediato, in quanto i due figli dell’anziana coppia di ultraottantenni, hanno interrotto ogni rapporto con i genitori da più di due anni. L’unico ad interagire con loro questo nipote, al momento senza occupazione.
E il giudice del Tribunale di Brindisi con una procedura d’urgenza nomina l’avvocato Giusy Torre, amministratore di sostegno. Questa figura rappresenta una forma di tutela più lieve dell’interdizione e si preoccupa di salvaguardare i diritti della persona, nello specifico la cura e il patrimonio. Tornando alla triste storia di ingiustizia, sganciata dalle dinamiche del Covid-19, il nipote attingeva al conto in banca dei nonni, i quali gli avevano promesso il bene immobile di loro proprietà a condizione che lui si prendesse cura di loro. I patti saltano e il nipote che si sente “procuratore unico” dei nonni, ne gestisce i beni, impedendo persino l’ingresso di una potenziale badante che possa occuparsi della nonna che, per problemi di salute, abbisogna di attenzioni continue. La nonna è reduce da una polmonite e da tre ricoveri in ospedale in codice rosso.
Il nonno, tra l’altro, contando sul decadente stato psico-fisico della moglie, la maltratta. Ciò comporta ripercussioni psicologiche sulla già alterata condizione della moglie. I maltrattamenti cui fa ricorso riguardano la mancata cura della persona, rifiutandosi di lavarla per giorni, impedendole di farle assumere la terapia farmacologica per le sue patologie e offendendola. Questi reiterati comportamenti sono stati registrati dal nipote e presentati ai servizi sociali con video sul cellulare.
Nipote che a sua volta nasconde un farmaco salvavita come l’anticoagulante orale che spetta alla nonna. L’amministratore di sostegno, nella persona di Giusy Torre, di concerto con i servizi sociali appunto e i Carabinieri, dopo un’attenta valutazione del caso, ha chiesto al giudice l’allontanamento del nipote. Il ricorso è stato subito accolto con la formula inaudita altera parte, contestualmente con il blocco del conto in banca che adesso viene gestito esclusivamente dall’avvocato per nome e per conto del nonno.
L’udienza è stata fissata al 22 maggio e il giudice una volta ascoltate le altre parti potrà disporre di confermare, revocare o modificare il provvedimento. Come si diceva, la gravità della situazione è stata tale da disporre la nomina di un amministratore di sostegno, figura che nel territorio rappresenta la manus longa del giudice e nei confronti dei soggetti incardina i loro bisogni morali, sociali e psicologici. Giusy Torre, nell’interesse dei due anziani, ha superato le contingenti criticità dei tempi del Coronavirus, curandosi dei loro diritti ad ampio spettro. Gli avvocati che svolgono l’incarico di amministratori di sostegno sono spinti da un profondo senso di umanità che anima il loro agire teso ad aiutare chi è in difficoltà, soprattutto nei casi in cui è assente una rete familiare solida.