BARLETTA - Violenza sessuale ripetuta, anche a danno di ragazze minorenni, ed estorsione: queste le accuse a carico di un 48enne di Barletta, incensurato, nei confronti del quale il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dalla Polizia. Dall'inchiesta è emersa anche la storia di una falsa agenzia di reclutamento di fotomodelle che avrebbe nascosto anche veri e propri adescamenti a fini sessuali.
L’indagine è partita a settembre del 2023, quando una ragazza, nel corso di alcuni colloqui avvenuti con una psicologa in servizio nei Servizi socio-assistenziali di Milano, ha confidato gravi episodi di abusi sessuali subiti dal suo allenatore di pallavolo, avvenuti alcuni anni prima, quando era ancora minorenne e militava in una squadra di Barletta. La segnalazione ha fatto scattare gli accertamenti, affidati dalla Procura al Commissariato di pubblica sicurezza di Barletta. Nonostante il periodi di tempo trascorso, fin dall'inizio gli investigatori hanno fatto emergere elementi di riscontro importanti alle dichiarazioni della vittima. Dopo l’identificazione dell’allenatore presunto responsabile degli abusi, sono stati acertati altri episodi simili avvenuti nello stesso arco temporale nei confronti di un’altra ragazza minorenne. Le indagini hanno rilevato che l’uomo, abusando della sua qualità di allenatore e fingendosi un massaggiatore professionale, avrebbe indotto le giovani atlete a subire molestie con un particolare modo di agire: dopo averle condotte nel suo box, con il pretesto di eseguire dei massaggi decontratturanti che avrebbero alleviato i dolori provocati dagli infortuni di gioco, avrebbe palpeggiato le ragazze, anche nelle parti intime, strusciando il suo corpo sulle minorenni e facendo credere loro che si trattasse di procedure normali. L’uomo poi le avrebbe invitate a non parlare alle altre compagne di squadra circa i massaggi ricevuti, con la scusa di evitare inutili gelosie.
In realtà, con questo stratagemma, si evitava che tra le giovani atlete si diffondesse la notizia di quanto avveniva all’interno del box. Nel corso dell’indagine, sono emerse ulteriori condotte delittuose di cui si sarebbe reso responsabile l’uomo, a partire dal 2019 fino ad oggi, da quando cioè l’ex allenatore aveva cambiato veste per compiere, secondo gli inquirenti, azioni criminose simili. Infatti, millantando di essere il titolare di un’agenzia professionale di reclutamento di fotomodelle, avrebbe indotto alcune ragazze a subire atti sessuali nel corso di provini fotografici. In modo particolare, tramite annunci sui social, l’indagato pubblicizzava casting fotografici ben retribuiti, da effettuarsi anche all’estero, riservati alle fotomodelle iscritte alla sua agenzia. Le indagini hanno rivelato che l’agenzia di fatto non esisteva e che, in realtà, l’indagato utilizzava tale stratagemma soltanto per adescare giovani aspiranti modelle. Queste ultime, attratte dagli annunci sui social, al fine di riuscire a coronare il loro sogno di diventare professioniste, cercavano di far parte dell’agenzia. Ma per poterne far parte, l’indagato avrebbe riferito loro che avrebbero dovuto sottoporsi a provini specifici, a titolo gratuito, nel corso dei quali avrebbero dovuto posare, anche nude.
Durante i provini gratuiti (necessari per collaborare con l’agenzia) invece, secondo quanto accertato, alcune delle ragazze, al momento risultano almeno quattro maggiorenni, sarebbero state indotte dall’indagato a subire atti sessuali giustificando tali condotte come semplici scene di recitazione che avrebbero aiutato le stesse a sentirsi disinibite davanti alla videocamera. Il 48enne barlettano, per rendere credibile l’attività della sua agenzia, oltre a millantare collaborazioni con noti marchi pubblicitari, si affidava apparentemente ad una segretaria che gestiva i primi contatti tramite social con le aspiranti modelle, che precedevano gli incontri fisici e in presenza con l’uomo.
Le indagini hanno consentito di accertare che neppure la segretaria era esistente, ma era lo stesso uomo che ne simulava l’esistenza cercando di dare l’impressione di avere un’azienda ben strutturata e affidabile. Le indagini sono state rafforzate dalle testimonianze di alcune vittime adescate tramite annunci pubblicati sui social e provenienti anche da altre città della Puglia. Gli inquirenti hanno eseguito decreti di perquisizione e sequestro e utilizzato intercettazioni telematiche e telefoniche, raccogliendo elementi ritenuti solidi a conferma delle ipotesi accusatorie formulate nei confronti dell’indagato. Alla luce delle risultanze investigative la Procura della Repubblica di Trani, ha chiesto ed ottenuto dal gip del Tribunale di Trani il provvedimento restrittivo a carico dell’indagato, il quale, al termine delle formalità di rito, è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere.