Sabato 06 Settembre 2025 | 18:39

Omicidio Francesco Diviesti, due indagati sono spariti. I genitori riconoscono i gioielli trovati sul cadavere

 
Aldo Losito

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Aldo Losito

Barletta, trovato morto nelle campagne di Canosa il 26enne scomparso dal 25 aprile

E’ stata eseguita ieri dalla dottoressa Sara Sablone dell’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, l’autopsia sul corpo del ragazzo trovato semi carbonizzato lo scorso martedì, in un casolare abbandonato nelle campagne tra Canosa e Minervino Murge

Sabato 03 Maggio 2025, 05:49

10:34

BARLETTA - È stata eseguita ieri dalla dottoressa Sara Sablone dell’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, l’autopsia sul corpo del ragazzo trovato semi carbonizzato lo scorso martedì, in un casolare abbandonato nelle campagne tra Canosa e Minervino Murge. L’esame autoptico si è reso necessario sia per accertare l’identità della vittima, che per capire la causa della morte. Solo così si potrà avere la certezza che si tratti del 26enne Francesco Diviesti, scomparso lo scorso 25 aprile a Barletta.
Ieri mattina la Polizia Scientifica ha preso dalla casa dove viveva Francesco, alcuni oggetti personali per risalire al dna e compararlo con quello del corpo carbonizzato.
Purtroppo i dubbi sono pochi, perché tutto porta a pensare ad un altro brutale omicidio, che potrebbe avere come movente lo spaccio di droga, e segue come modalità quello che portò alla morte di Michele Cilli avvenuto tre anni fa sempre a Barletta.

GLI INDAGATI - La Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che coordina le indagini, ha notificato 5 avvisi di garanzia, contestando il concorso in omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso, ma due degli indagati si sono già resi irreperibili.
Uno è un 40enne di origini albanesi ma da sempre residente a Barletta, considerato personaggio di spicco della criminalità locale e già balzato agli onori della cronaca 10 anni fa, per aver sparato ad un ex consigliere comunale, senza colpirlo. Le attenzioni degli inquirenti sono anche su un altro barlettano 25enne, che lo scorso marzo è stato protagonista di un’aggressione con mazza da baseball in pieno centro. Nell’elenco degli indagati ci sono anche padre e figlio di Barletta, rispettivamente di 58 e 21 anni, e poi un pregiudicato 55enne di Minervino Murge. Quest’ultimo (difeso dall’avvocato Enzo Princigalli) è stato coinvolto poiché aveva in uso una villa (non di proprietà) situata a poca distanza dal luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere del 26enne. Struttura posta sotto sequestro dalla Polizia, dopo aver effettuato una perquisizione per cercare elementi che potessero legare il luogo all’efferato delitto. Sul loro conto la Dda aveva aperto un fascicolo nel 2023 per associazione a delinquere e traffico di droga.

Secondo gli investigatori l’omicidio di Diviesti sarebbe stato pianificato e portato a termine con modalità tipiche delle organizzazione criminali, tali da portare alla contestazione dell’aggravante mafiosa. Presumibilmente, il 26enne potrebbe essere stato ucciso in un luogo diverso da quello in cui è stato ritrovato, con il corpo incendiato nel tentativo di cancellare ogni traccia. Fondamentale la ricostruzione degli ultimi momenti che hanno segnato la vita di Francesco, probabilmente coinvolto in una rissa assieme ad un amico (già noto alle forze dell’ordine), arrestato dai Carabinieri intervenuti sul posto.

I GENITORI CONFERMANO: IL BRACCIALETTO E LA COLLANINA TROVATI SUL CORPO SONO DI FRANCESCO

Un braccialetto e una collanina identici a quelli indossati da Francesco Diviesti, il 26enne di Barletta scomparso lo scorso 25 aprile e ritrovati sul corpo semicarbonizzato trovato quattro giorni dopo in un rudere nelle campagne tra Canosa di Puglia e Minervino Murge, nel nord Barese, sarebbero stati riconosciuti dai genitori del ragazzo scomparso. Ieri, nell’ambito dell’attività di conferimento dell’incarico per lo svolgimento dell’autopsia, i due oggetti repertati dagli investigatori sono stati mostrati alla madre e al padre del 26enne parrucchiere. I due avrebbero confermato che sono gli stessi indossati solitamente dal figlio. La certezza che il cadavere sia di Diviesti si avrà all’esito dell’esame autoptico che sarà svolto da Sara Sablone, dell’Istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari.

Nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari per omicidio aggravato dal metodo mafioso, risultano indagate cinque persone di età compresa tra i 25 e i 57 anni. Si tratta di tre uomini di Barletta, di uno di Minervino (proprietario della villa non lontana dal rudere in cui è stato trovato il cadavere e finita sotto sequestro), e di un cittadino di nazionalità albanese che sarebbe irreperibile.

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