Trani torna al vertice, Andria non vuole mollarlo, Minervino Murge è la rivelazione dell’anno. Secondo i dati dell’Osservatorio regionale dei rifiuti della Puglia, sebbene manchino ancora le rilevazioni definitive di dicembre 2025, il quadro complessivo sulla gestione dei rifiuti nella provincia Bat appare ormai sufficientemente delineato. Ed emergono risultati molto differenziati - è proprio il caso di dirlo - tra i comuni, con punte di eccellenza, segnali di consolidamento e criticità ancora evidenti.
Il dato più rilevante riguarda Trani, che torna a posizionarsi al vertice tra i capoluoghi pugliesi con una percentuale media di raccolta differenziata pari al 75,65%. Un risultato che consentirà alla città di accedere alla massima riduzione dell’ecotassa regionale. Alla performance quantitativa si affianca una produzione pro capite pari a circa 44,9 kg di rifiuti al mese per abitante, valore medio-alto che riflette una forte pressione urbana ma anche una buona capacità di intercettazione delle frazioni riciclabili.
A sorprendere maggiormente è però Minervino Murge, che conquisterebbe per la prima volta il primato provinciale con il 75,71% di raccolta differenziata. Il dato è accompagnato da una delle produzioni pro capite più basse dell’intera Bat, pari a circa 24,6 kg mensili, elemento che rafforza ulteriormente la qualità del risultato: meno rifiuti prodotti e migliore separazione delle frazioni.
Andria, che lo scorso anno aveva superato il 75% e Trani, mostra invece una leggera flessione: la percentuale media si attesta al 74,62%, quindi poco sotto la soglia premiante. La produzione pro capite è pari a circa 35,7 kg mensili, inferiore a quella di Trani ma superiore a quella dei comuni più virtuosi. Il raggiungimento dell’obiettivo regionale resta possibile, ma dipenderà dall’andamento degli ultimi mesi ancora da consolidare.
Canosa di Puglia conferma una tendenza positiva e stabile, con una raccolta differenziata al 73,43% e una produzione pro capite contenuta, pari a circa 30,5 kg mensili. Un dato che consolida una tradizione di buona gestione del servizio e colloca il comune immediatamente a ridosso della soglia del 75%.
Più complessa la situazione di Barletta, che si ferma al 68,93%, ben al di sotto dei livelli necessari per beneficiare delle premialità regionali. La produzione pro capite si attesta intorno ai 36,9 kg mensili, tra le più alte della provincia, evidenziando una doppia criticità: quantità elevate di rifiuti prodotti e percentuali di differenziata ancora insufficienti. Andamento simile per Bisceglie, che chiude al 63,81% con una produzione pro capite di circa 38,1 kg mensili, tra le più alte in assoluto.
Segnali di miglioramento arrivano dai comuni medio-piccoli. Spinazzola raggiunge una media del 71,06%, con una produzione pro capite di circa 26,8 kg mensili, mostrando una crescita progressiva pur con oscillazioni mensili. San Ferdinando di Puglia si attesta al 65,57%, con 32,7 kg pro capite, facendo registrare un netto miglioramento rispetto agli anni precedenti, soprattutto nella seconda parte dell’anno.
Resta invece critica la situazione di Margherita di Savoia, ferma a una media del 53,16%, con una produzione pro capite molto elevata pari a oltre 46 kg mensili, tra le più alte dell’intera provincia. Le forti oscillazioni mensili indicano difficoltà strutturali nella gestione del servizio e nella partecipazione dell’utenza, circostanze che una sempre più affermata città turistica avrebbe dovuto superare già da tempo.
Caso a parte quello di Trinitapoli, che non trasmette dati aggiornati dal 2023, anno chiuso con una percentuale del 55% di raccolta differenziata. L’assenza di comunicazioni ufficiali rende impossibile valutare l’andamento più recente e rappresenta un’anomalia nel sistema di monitoraggio regionale.
Nel complesso, i dati 2025 restituiscono l’immagine di una provincia a più velocità: da un lato comuni che superano o sfiorano la soglia del 75%, combinando buone percentuali di differenziata e basse produzioni pro capite; dall’altro realtà che continuano a produrre molti rifiuti e a intercettarne pochi in modo corretto.
Un quadro che conferma come la qualità dei servizi, l’organizzazione della raccolta e il coinvolgimento dei cittadini, possibilmente premiandoli con la riduzione della Tari, restino fattori decisivi per migliorare le performance ambientali e contenere i costi a carico delle comunità.















