TRANI - Amet Spa si prepara ad avere un nuovo Consiglio di amministrazione portandosi sul groppone una perdita di 2 milioni. Il Cda ancora per pochi giorni in carica, che era stato nominato il 17 ottobre 2022, ha convenuto in assemblea con il sindaco Amedeo Bottaro - in quanto legale rappresentante del Comune di Trani, proprietario e socio unico dell’azienda ex municipalizzata - che terminerà anticipatamente il mandato a fine anno.
Così il primo cittadino ha contestualmente già emanato, tramite decreto dello scorso 6 dicembre, un avviso pubblico per l’acquisizione di candidature per la nomina dell’organo amministrativo della società: la scadenza è stata fissata al 21 dicembre. In questo modo ci sarà continuità tra il Cda in uscita e quello subentrante, senza che l’azienda passi temporaneamente nelle mani del presidente del collegio sindacale per una reggenza temporanea all’insegna della sola ordinaria amministrazione.
L’imminente staffetta nasce in ragione del fatto che la compagine uscente - presidente Renato Nugnes, amministratore delegato Michele Pasculli, componente Sebastiana Reale - ha approvato l’ultimo esercizio della società accertando una perdita di poco più di 2 milioni di euro. La somma, apparentemente raggelante, «in realtà è la naturale conseguenza - spiega Bottaro - di una bonifica finanziaria dei conti della nostra ex municipalizzata, che sono stati quasi letteralmente disintossicati da crediti ormai inesigibili».
In altre parole, un’operazione di trasparenza e risanamento aziendale, che ha determinato una forte perdita «che però è coperta direttamente dal fondo di riserva di Amet - fa sapere il sindaco-, i cui accantonamenti sono importanti e grazie ai quali questa operazione non inciderà in alcun modo né sulla società, né tanto meno sul Comune».
Ma l’operazione verità si è fermata proprio all’accertamento di una situazione finanziaria tutt’altro che piacevole, lasciando ad altri il compito di portare avanti la guida della società e risollevarne le sorti. E non sarà un giochetto da ragazzi per chi subentrerà.
Ad oggi Amet ha un portafoglio di servizi che comprende: distribuzione dell’energia elettrica; supporto ai diportisti della darsena comunale, trasporto pubblico locale; sosta a pagamento. Dal 1mo marzo 2023 l’ex municipalizzata di piazza Plebiscito non si occupa più di pubblica illuminazione e semaforizzazione, che dopo gara Consip sono passati alla City green light.
E soprattutto dall’inizio del 2024, salvo improbabili proroghe, Amet cesserà di vendere l’energia elettrica attraverso lo strumento della miglior tutela. Di conseguenza, anche i suoi clienti domestici, se non l’avranno fatto prima in autonomia scegliendo ciascuno quello più conseniale, passeranno all’operatore che si sarà aggiudicato la gara nazionale con riferimento al territorio che comprende anche Trani.
Va da sé che il nuovo Cda dovrà rilanciare l’azienda sul fronte della distribuzione dell’energia elettrica, servizio con cui l’ultracentenaria azienda di piazza Plebiscito si garantirà le entrate provenienti dalle royalty di tutti i commercianti di energia elettrica sul mercato libero.
Il transito dal tutelato al libero sarebbe potuto andare meglio se Amet non fosse arrivata troppo tardi alla gara per la vendita dei suoi Pod: quando ci ha provato durante il 2023, con due gare, lo ha fatto senza successo poiché entrambe sono andate deserte. Evidentemente, gli operatori del mercato libero hanno ritenuto più opportuno attendere la scadenza naturale del tutelato piuttosto che versare ad Amet una somma per rilevare il suo pacchetto clienti.
Da verificare la tenuta dell’azienda anche sui servizi da sempre svolti sul filo del rasoio, a cominciare dalla già citata darsena comunale per finire al trasporto pubblico locale, garantito soprattutto grazie ai finanziamenti regionali. L’unico ramo che resta attivo è quello dei parcheggi, peraltro affidati con continue proroghe ad Amet ma destinato ad andare a gara dopo che il project financing è stato di fatto congelato e accantonato.
Il nuovo avviso pubblico contiene, come sempre, requisiti generali e specifici di ammissione. Ma le scelte del primo cittadino saranno orientate anche sulla base di indicazioni politiche provenienti dalla sua maggioranza. La durata in carica del nuovo Cda è fissata in tre esercizi, con scadenze in coincidenza dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio del terzo. In alternativa, proprio come accaduto nei giorni scorsi, scadenza anticipata a seguito di un minor periodo fissato dall’Assemblea dei soci.
Ma oggi la staffetta dei Cda mette in gioco soprattutto le sorti di Amet, con quei 2 milioni di passivo da maneggiare con cura. Per farlo, si dovrà rimuovere per sempre l’immagine di un’azienda bancomat, fatta viaggiare nei decenni sul più classico dei carrozzoni politici.