ANDRIA - «Useremo una fascia per bendarci le labbra e una corda per legare le mani perché vogliamo far capire a tutti, ma soprattutto agli uomini che prima di aprire la bocca bisogna riflettere perché ci sono parole che feriscono come lame e in quel caso è meglio imbavagliarsi e fermarsi per tempo. Così come attorciglieremo la corda attorno ai nostri polsi perché le mani devono annichilire la violenza. Quella corda va sciolta solo se le mani intendono donare una carezza e mai uno schiaffo». Lo spiega Dino Leonetti medico oncologo di Andria che assieme a un collega, Ninni Inchingolo e a un imprenditore, Mimmo Lattanzio ha deciso di organizzare in piazza Catuma per il prossimo 6 dicembre una manifestazione contro la violenza di genere che si rivolge prevalentemente alla partecipazione maschile.
«Temiamo che le giovani generazioni siano assuefatte ad una cultura malata e marcia che identifica l’uomo vincente in quello pieno di soldi che col denaro compra qualsiasi cosa - precisa - un uomo che fa della sopraffazione e del potere uno status. E in fondo il potere porta a dire 'questo è miò così come avviene per alcuni uomini che ritengono di dover dire della propria compagna 'lei è mià. Possesso e potere hanno la stessa radice culturale che va estirpata».
L’idea della iniziativa è nata perché «siamo stati in piazza lo scorso 29 novembre, all’indomani dell’omicidio di Enza Angrisano e abbiamo sentito che oltre alla prevalente condanna dell’accaduto qualcuno ha detto che le donne dovrebbero evitare di 'istigare la violenzà: mai parole sono state più sbagliate», dice fermo Leonetti aggiungendo che «nella coppia il confronto anche accesso deve esserci ma mai e poi mai deve sfociare in violenza. Non esistono istigazioni o giustificazioni a schiaffi, pugni e a insulti. Mai». «Dobbiamo prendere atto che questa cultura è da debellare, che il maschio è tale non perché alza le mani e si impone ma perché sa ascoltare, comprendere, mettersi in discussione, chiedere scusa e capire che la donna che ha al proprio fianco è una risorsa, sempre», conclude.
DOMANI I FUNERALI, PROCLAMATO IL LUTTO CITTADINO
Il grave femminicidio che si è consumato lo scorso 28 novembre in danno della concittadina Vincenza Angrisano ha scosso profondamente la comunità andriese. La sindaca di Andria, avv. Giovanna Bruno, interpretando il sentimento collettivo e ritenuto di condividere questa grave sofferenza con i familiari della vittima, ha proclamato il lutto cittadino per il 4 dicembre, giornata in cui si svolgeranno le esequie, fissate alle ore 15.30 nella Chiesa Cattedrale, presiedute da Sua Ecc. Mons. Luigi Mansi, Vescovo di Andria.
La prima cittadina ha disposto le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici, la sospensione delle attività lavorative durante i funerali e di tutte le manifestazioni pubbliche. Ha invitato ad evitare iniziative che contrastino con la giornata luttuosa, nonché ad osservare per tutti un minuto di silenzio alle ore 9.00, ad evitare emissioni sonore, a sospendere l’attività nei cantieri, ad esporre un drappo o simbolo rosso fuori da ogni abitazione, attività, scuola, quale forma esteriore di partecipazione al lutto medesimo e di memoria per tutte le vittime di femminicidio.
“Al di là di quanto indicato in ordinanza dispositiva del lutto cittadino, cui chiedo di attenersi, mi preme far giungere a tutti l’esigenza di ritrovarci come Comunità presente e silenziosa, nel rispetto della vittima e di tutti i suoi cari, che chiedono il più possibile un clima di raccoglimento, lontano dalla spettacolarizzazione che normalmente accompagna queste situazioni. L’auspicio è che la Città, anche nella forma esteriore, mantenga il decoro consono ad un evento tanto grave, sperando irripetibile, in qualsivoglia parte del mondo. Al buon senso, all’educazione e alla sensibilità di ciascuno rimetto ogni azione e comportamento che vada in questa direzione, certa di interpretare il sentimento collettivo che questi giorni, unitamente allo sconcerto e al dolore, ha fatto emergere la grande umanità e generosità che caratterizza la nostra comunità cittadina, per cui sono grata e di cui sono orgogliosa.
Dobbiamo essere una Città che, unita nel dolore, è capace con maturità di esprimere speranza e bellezza, compattezza e positività. Lo dobbiamo soprattutto ai nostri concittadini più piccoli, di cui dobbiamo essere costanti educatori. Lo dobbiamo ai piccoli figli della vittima – conclude la Sindaca- che come Comunità vogliamo contribuire ad accompagnare, ad accarezzare, a crescere” . Per espressa volontà della famiglia della vittima si comunica che non saranno ammessi durante la celebrazione delle esequie presso la Cattedrale di Andria operatori televisivi e giornalisti.