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Barletta, nuova perizia per i tre ragazzi in bici travolti da un furgone

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Barletta, nuova perizia per i tre ragazzi in bici travolti da un furgone

Ulteriori accertamenti sull’incidente del 15 luglio 2020 che costò la vita a Giovanni Pinto e Pasquale Simone, entrambi di 17 anni, e Michele Chiarulli, 19 anni

Domenica 01 Ottobre 2023, 13:16

BARLETTA - È stata disposta una nuova perizia tecnica nell’ambito del processo che si sta celebrando per la morte dei tre ragazzi barlettani, deceduti il 15 luglio 2020 dopo essersi scontrati contro un furgone mentre si trovavano a bordo di una bicicletta elettrica.

Nell’udienza celebrata nei giorni scorsi, il giudice dell’udienza preliminare Domenico Zeno - innanzi al quale si sta celebrando il processo con rito abbreviato - ha disposto nuovi accertamenti per chiarire la dinamica.

«Ritenuto necessario - si legge nel verbale di udienza del 19 luglio scorso - disporre una perizia al fine di accertare la dinamica dell’incidente e le cause dell’evento mortale anche in relazione agli aspetti controversi evidenziati nelle consulenze di parte, nomina come perito l’ingegner Antonio Garruto di Foggia».

Il professionista ha ricevuto l’incarico il 20 settembre scorso ed ora avrà 60 giorni di tempo per consegnare l’elaborato.

Sul banco degli imputati è finito il conducente del furgone, Giuseppe Vino, fioraio di 62 anni, nativo di Barletta ma residente a Trinitapoli, accusato del reato di omicidio colposo plurimo.

In seguito allo scontro, persero la vita Giovanni Pinto e Pasquale Simone, entrambi di 17 anni, e Michele Chiarulli, 19 anni, tutti di Barletta.

L’incidente, vista la giovanissima età delle vittime, scosse profondamente tutta l’opinione pubblica, e in particolar modo il paese di residenza dei ragazzi.

Tutto accadde poco dopo le cinque del mattino, strada statale 170 che collega Barletta ad Andria alla altezza del distributore della Esso.

I due mezzi procedevano tutti nel medesimo senso di marcia, in direzione Andria: l’impatto avvenne a circa 100 metri dalla stazione di servizio.

Secondo la ricostruzione della pubblica accusa, Vino, che era alla guida di un furgone Fiat Ducato, non avrebbe avuto spazio sufficiente per frenare. Gli viene poi contestato di aver proceduto alla velocità di 113 chilometri orari, dunque superiore al limite di 90 imposto dalla segnaletica.

L’impatto fu violentissimo, tant’è che la bici venne sbalzata ben 36 metri più avanti, spezzandosi in due parti: i tre ragazzi finirono sul cofano del furgone per poi essere sbalzati sul lato destro della carreggiata, a circa 50 metri da punto dell’impatto. Pinto e Chiarulli morirono sul colpo, mentre Simone dopo il ricovero in ospedale.

L’imputato è difeso dall’avvocato Francesco Filograsso, mentre i familiari dei ragazzi si sono costituiti parte civile con gli avvocati Carmine di Paola, Vincenzo Barile e Antonio Gorgoglione.

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