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Andria, la moglie del boss si pente: trasferita in una località protetta

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Andria, la moglie del boss si pente: trasferita in una località protetta

Isabella Cicolella, moglie del capoclan Michele Pistillo, ha già reso le prime dichiarazioni. Il verbale è stato depositato dal pm della Dda Silvestris

Mercoledì 07 Giugno 2023, 12:50

ANDRIA - La moglie di Michele Pistillo ha scelto di collaborare con la giustizia. Il clamoroso colpo di scena è stato annunciato nelle scorse ore dal pm della Dda di Bari Luciana Silvestris nel corso dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame, chiamato a pronunciarsi sui ricorsi di una decina di indagati coinvolti nell’operazione antidroga portata a termine il 16 maggio scorso.

Isabella Cicolella, 37 anni, ha reso già le prime dichiarazioni. Il sostituto procuratore ha depositato un primo verbale, redatto il 30 maggio scorso, in cui la donna ha reso dichiarazioni auto ed etero accusatorie. Secondo quanto emerso, si tratterebbe di fatti e circostanze relative all’inchiesta sfociata nei 20 arresti.

La donna ha chiaramente revocato il suo precedente avvocato, ed ora è assistita da Raffaele Mascolo.

Così come previsto dalla legge, è stato applicato un piano di protezione d’urgenza: la donna è stata spostata dal carcere di Trani ed ora si trova in una località protetta.

In queste ore non si parla d’altro, la notizia ha destato enorme scalpore negli ambienti giudiziari. Ciò che tutti si chiedono, adesso, è cosa farà il marito. Per il momento non è dato saperlo, almeno in via ufficiale. È plausibile però ritenere che entrambi siano custodi di tutti gli affari illeciti del clan, e che una loro collaborazione potrebbe aprire scenari imprevedibili.

La Cicolella, stando al quadro accusatorio, era perfettamente inserita nel sodalizio, con un ruolo attivo. Accusata di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, avrebbe consentito al marito detenuto di continuare a impartire direttive ai sodali, partecipando all’organizzazione dell’attività di spaccio e dei fornitori, per poi occuparsi anche della gestione finanziaria delle entrate.

I fratelli Michele e Francesco Pistillo sono già stati condannati in via definitiva per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione «Castel del Monte».

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