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Trani, parco Petrarota sempre a rischio

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Trani, parco Petrarota sempre a rischio

Realizzata l’operazione di recupero, ma mancano gestione e custodia

Martedì 06 Giugno 2023, 12:38

TRANI - Nei giorni scorsi è andata in scena una grande operazione di recupero dal degrado, denominata Petra, che ha restituito decoro ad un luogo pubblico, parco Giuseppe Petrarota, che in realtà rappresenta anche un polmone verde della città.
Ciononostante, il rischio è che si possa ricadere negli stessi errori di sempre, lasciando l’area alla mercé di tutti non avendo tuttora né un custode, né un gestore, e non rientrando neanche fra i luoghi coperti dal contratto di servizio tra Comune di Trani ed Amiu.

Parco Petrarota è l’odierna denominazione dell’ex parco Villa Bini, che poi è l’edificio privato contenuto al suo interno. Il parco è pubblico e fu ceduto nell’ambito di un piano urbanistico esecutivo con cui l’ex area Lapietra fu oggetto di un ampio progetto edificatorio in cambio del quale la proprietà cedette al Comune di Trani proprio il grande appezzamento di terreno con ingresso da via De Robertis, e che dall’altra parte sfocia sull’odierna via Paolo David Di Martino, una delle strade ricavate proprio con la trasformazione urbanistica dell’ex opificio.

Il parco fu inaugurato il 3 maggio 2011 e sarebbe dovuta essere la seconda villa comunale della città, al servizio del quartiere e di tutta la comunità. Al suo interno fu detto che ci sarebbe stato persino lo spazio per realizzare un campetto di calcio, così da risarcire la comunità parrocchiale di San Giuseppe dopo la sottrazione del terreno di gioco di via Falcone (di proprietà comunale, ma concesso alla parrocchia) su cui fu installata una stazione radio base della telefonia.
Il tempo ha detto che purtroppo, a distanza di dodici anni da quella inaugurazione, nulla è accaduto in quel parco se non atti vandalici, tagli di alberi e fenomeni di grave compromissione di alcuni corpi di fabbrica che ancora oggi sono inaccessibili poiché pericolanti.

Si sono anche provate iniziative estemporanee come l’impalpabile area di sgambamento per cani, che non è mai stata oggetto di alcuna manutenzione, né pulizia, a dispetto dei proclami con cui era nata. In via Di Martino il parco sarebbe dovuto essere cinto da una siepe naturale che non è mai cresciuta, e di conseguenza il cancello di ingresso da via De Robertis è rimasto sempre aperto e l’area è servita soprattutto come transito per i pedoni, così da guadagnare terreno e tempo nei loro spostamenti dal centro verso l’ex area Lapietra e viceversa.

In questo scenario di progressivo degrado durante il quale si sono persino succedute altre due inaugurazioni fantasma, sottolineate da commenti ironici dell’ex parroco di San Giuseppe don Vincenzo De Ceglie. Si è così arrivati ad oggi, con un progetto finalmente serio di recupero urbano del luogo. La giunta comunale, su proposta dell’ex assessore alle culture Francesca Zitoli, lo candidò al bando regionale Sthar lab il 9 giugno 2021, riuscendo ad accedere così ad un finanziamento di 40.000 euro.

Il progetto riguardava, più dettagliatamente, la realizzazione di un’opera d’arte pubblica in grado di intervenire con differenti strumenti espressivi (opere murali, pavimentale ed ambientale, sound design ed installazioni multimediali) per valorizzare e riqualificare i bene stesso, così da diventare uno strumento di integrazione sociale. Una settimana fa si è anche tenuta una più che partecipata cena di quartiere. Della somma finanziata, 17.000 euro sono stati impegnati in favore dell’artista Daniele Geniale, proprio per la realizzazione dell’opera d’arte pubblica selezionata in quanto vincitore di un avviso pubblico di manifestazione di interesse. La commissione di valutazione era costituita dall’architetto Andrea Roselli, dal maestro Pietro Capogrosso e dall’ingegnere Virginia Tarantini. L’intervento artistico ha inoltre ottenuto il via libera della Soprintendenza provinciale per l’Archeologia, le belle arti e il paesaggio, visto il vincolo di tutela esistente sul bene pubblico.

La Commissione cultura dell’Ordine degli architetti Bat, l’Accademia di belle arti di Bari, l’associazione di promozione sociale Petit Pas, le associazioni culturali Mettiamo su bottega, Boa Onda, Off The Archive, La Camera Stylo, HastArci, Gods in Love e la sezione di Trani della Società ”Dante Alighieri” hanno aderito alla fase progettuale e di realizzazione delle attività, grazie ad un approccio multidisciplinare che ha consentito alla Città di Trani di vedersi approvato il progetto presentato in Regione, con la guida operativa dell’architetto Angelo Ricchiuto. Un modello di sinergie plurime che, se replicate, potrebbero generare altrettante ricadute positive sul territorio restituendo spazi. Questo l’auspicio che il Comune e il gruppo di lavoro nutre e rivolge alla cittadinanza tutta, affinché non venga vanificato il lavoro sinora svolto e altri luoghi ritrovino il giusto decoro e funzione.

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