BARI - L’ennesimo atto di un iter che sembra davvero assumere contorni indefiniti man mano che passano i mesi (ormai anni). La conferma di tutto ciò è arrivata ieri: il progetto del nuovo ospedale di Andria costa troppo e la valutazione condivisa di Regione Puglia ed Asset - Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio - è quella che sia necessario un ridimensionamento. E’ quanto annunciato nella mattinata in Commissione Sanità a Bari dove si è svolta una audizione in merito al nosocomio andriese che verrà.
Come spiegato dall’ing. Elio Sannicandro, l’Asset ha completato la sua valutazione strategica ritenendo che il progetto vada rivisto sia per quel che concerne gli spazi destinati alla didattica che per la parte architettonica e l’utilizzo di alcuni materiali. In sostanza, sta accadendo ciò che si temeva, ovvero una necessaria rivalutazione del progetto in alcune sue parti in modo da diminuire la spesa complessiva dell’opera, andata ben oltre le intenzioni iniziali. Bisogna precisare che i 400 posti letto previsti nella nuova struttura ospedaliera in contrada Macchia di Rosa non verranno ridimensionati. Piuttosto si va verso un taglio degli spazi didattici e della parte architettonica. Entro fine giugno 2023 la Regione Puglia produrrà il piano clinico gestionale e un piano economico definitivo del progetto che deve tener conto anche della nuova rete ospedaliera regionale oltre che della post pandemia. Dalla Regione, inoltre, hanno spiegato di ritenere di non essere in ritardo bensì questo progetto deve sottostare alle nuove regole imposte in termini di edilizia sanitaria. Sarà il primo ospedale a nascere sotto l’egida di una cabina di regia istituita ad hoc tra Ministero della Salute e Regione Puglia. Eppure le difficoltà all’orizzonte sembrano ancora molte.
Stando a quanto emerso sempre dalla riunione della Commissione Sanità di ieri, l’aspetto finale del nuovo ospedale di Andria potrebbe essere diverso da quello conosciuto (nei progetti) sino ad oggi. L’unica certezza, ribadita sempre ieri mattina, è che il nosocomio si farà. “Come” non è ancora ben chiaro.
Le reazioni. “Le risorse aggiuntive ci sono, il nuovo ospedale di Andria sorgerà con 400 posti letto nel rispetto del piano clinico-gestionale originario. Servirà, però, per ridimensionare i costi e renderli sostenibili, una revisione progettuale soprattutto dal punto di vista architettonico in base a quanto definito negli incontri tecnici tra Asset e progettisti”. Così il presidente del gruppo Pd Filippo Caracciolo al termine della seduta della III commissione convocata per fare il punto della situazione.
“Con il direttore del dipartimento promozione della salute Vito Montanaro, il direttore generale della Asl Bt Tiziana Dimatteo, il direttore generale di Asset Puglia Elio Sannicandro e il sindaco di Andria Giovanna Bruno – afferma Caracciolo – abbiamo ricostruito i vari passaggi della vicenda tracciando poi la linea da seguire”.
“Con la rivisitazione del progetto, così come stabilito dalla cabina di regia con i progettisti, si avrà un notevole ridimensionamento dei costi, che - spiega il presidente del gruppo Pd– permetterà al progetto stesso di essere coerente anche rispetto alla revisione della rete ospedaliero-sanitaria chiesta dal ministero alla Regione Puglia e già posta in essere grazie all’impegno costante del dipartimento salute. Altro fattore determinante è che questo ospedale nascerà nell’era post-covid”.
“A fine giugno la commissione si ritroverà per tracciare un nuovo quadro della situazione, nel frattempo - aggiunge Caracciolo - gli enti coinvolti potranno andare avanti con le procedure urbanistiche. Chiusa positivamente la Vas, si attende la chiusura della conferenza di servizi e entro trenta giorni dalla stessa, l’approvazione, da parte del consiglio comunale di Andria, della variante necessaria alla costruzione dell’opera”.
“Il nuovo ospedale di Andria - conclude Caracciolo - riuscirà finalmente a garantire al territorio della provincia Bat oltre che la presenza di servizi ospedalieri di eccellenza anche la possibilità di colmare il gap di posti letto con il resto della Puglia”.
Di diverso parere il presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“Il ritardo per la costruzione del nuovo ospedale di Andria si accumula e allo stato non sappiamo su quale fonte di finanziamento il Governo regionale intenda fare affidamento, per coprire gli extra costi stimati in 150milioni di euro. Capire da quale fonte di finanziamento si attingeranno le risorse, serve a capire anche la tempistica di realizzazione dell’opera, perché ogni fonte di finanziamento ha la sua scadenza. È in corso una modifica sensibile del progetto, per motivi non del tutto spiegati, perché dal deposito del progetto a oggi non risulta mutata la normativa di riferimento sulle questioni clinico-gestionali degli ospedali”.
E poi: “Osservo il ricorso a procedure abbastanza fantasiose, per esempio l’approvazione della variante urbanistica senza le modifiche progettuali richieste dalla Regione, sempre in attesa - comunque - di una nuova valutazione clinico-gestionale. Da oltre due anni ci occupiamo della questione in Commissione, ricevendo ampie rassicurazioni su un andamento spedito promesso e mai mantenuto, e oggi ci ritroviamo a registrare la necessità di retrocedere nelle fasi del procedimento; in questo senso basti pensare che il finanziamento aggiuntivo - a dire dell’assessore Palese - doveva essere stato deliberato sin da luglio scorso e a valere sui FESR. Nulla di tutto questo è accaduto”.
Amati aggiunge: “Sono molto rammaricato, perché non riusciamo probabilmente a far capire l’estrema necessità di questo ospedale, adottato dalla Giunta Vendola sin dal Piano di edilizia ospedaliera del 2012 e oggi, purtroppo, ancora nella fase dell’elaborazione e lavorazione cartacea. Sono molto contento di osservare un movimento di prese di posizione e indignazione che stanno via via emergendo, rispettivamente, dalla Giunta comunale e da comitati spontanei di cittadini, perché questa forma di partecipazione può generare un utile scossone a carico di chiunque si adagi o nasconda la cifra degli inadempimenti dietro un fiume di parole.”